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Melanoma: un aiuto concreto da pembrolizumab

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Melanoma: nello stadio II ad alto rischio pembrolizumab in adiuvante riduce di un terzo la probabilità di recidiva o morte

Nei pazienti con melanoma in stadio II resecato, ad alto rischio, il trattamento adiuvante con pembrolizumab ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza libera da recidiva (RFS), endpoint primario dello studio, confrontato con placebo. Pembrolizumab è la prima terapia anti-PD-1 a dimostrare questo risultato alla luce dei primi risultati dello studio di Fase 3 KEYNOTE-716 presentati al congresso ESMO2021.

Alla prima analisi ad interim, pembrolizumab ha ridotto il rischio di recidiva di malattia o di morte del 35% (HR=0,65 [95% CI, 0,46–0,92]; p= 0,00658) rispetto a placebo. In entrambi i gruppi la mediana di sopravvivenza libera da recidiva non è stata raggiunta al momento dell’analisi. Al follow up di 14,4 mesi, nell’11,1% (n=54/487) dei pazienti trattati con pembrolizumab si è evidenziata una recidiva o il decesso, rispetto al 16,8% (n=82/489) dei casi trattati con placebo, con minori recidive a distanza con pembrolizumab (4,7%, n=23/487) rispetto al placebo (7,8%, n=38/489).

“Lo studio KEYNOTE-716 è il primo a dimostrare l’efficacia di un trattamento immunoterapico negli stadi molto precoci del melanoma – afferma Paolo Ascierto, Direttore Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative del ‘Pascale’ di Napoli -. L’immunoterapia adiuvante, cioè successiva alla chirurgia, è un’opzione consolidata negli stadi III e IV resecati. La popolazione in stadio IIB e IIC merita particolare attenzione perchè presenta, dopo resezione completa, un rischio di recidiva persino maggiore rispetto ai pazienti in stadio IIIA. Ma, fino ad oggi, per questi pazienti non sono disponibili opzioni di trattamento sistemiche e lo standard di cura è rappresentato dall’osservazione. I risultati molto incoraggianti dello studio KEYNOTE-716 mostrano che il trattamento adiuvante con pembrolizumab è associato a una riduzione significativa del rischio di recidiva, pari al 35%, nello stadio II resecato e, quando sarà disponibile, potrà offrire a questi pazienti una nuova opportunità. Da non trascurare anche l’elevato profilo di tollerabilità. Portare l’immunoterapia nelle fasi molto precoci significa aumentare il numero dei pazienti che raggiungono l’obiettivo della guarigione”.

Il profilo di sicurezza di pembrolizumab è risultato coerente con gli studi precedentemente riportati nei pazienti con tumori solidi. Gli eventi avversi legati al trattamento (TRAEs) si sono verificati nel 79,9% dei pazienti trattati con pembrolizumab rispetto al 60,9% dei pazienti trattati con placebo, mentre gli eventi avversi di Grado 3 o 4 legati al trattamento sono stati osservati nel 16,1% rispetto al 4,3% dei pazienti, rispettivamente nel gruppo pembrolizumab e placebo.

Lo studio KEYNOTE-716
Il KEYNOTE-716 è uno studio randomizzato di Fase 3 diviso in due parti (ClinicalTrials.gov, NCT03553836) che si prefigge l’obiettivo di valutare il ruolo di pembrolizumab nel trattamento adiuvante dei pazienti con melanoma in stadio II resecato ad alto rischio.
L’endpoint primario è la sopravvivenza libera da recidiva, gli endpoint secondari comprendono la sopravvivenza libera da metastasi a distanza, la sopravvivenza globale e la sicurezza, gli endpoint esplorativi comprendevano la qualità di vita.

Nella prima parte dello studio, in doppio cieco, i pazienti di età pari o superiore ai 12 anni sono stati randomizzati (1:1) a ricevere pembrolizumab o placebo.

Il dosaggio di 200 mg ogni tre settimane in infusione endovenosa era riservato ai pazienti adulti, mentre il dosaggio di 2 mg/kg (200 mg al massimo) ogni tre settimane in infusione endovenosa veniva utilizzato nei pazienti pediatrici per un massimo di 17 cicli (circa un anno) per entrambe le popolazioni di pazienti.

I pazienti randomizzati sono stati 487 nel braccio pembrolizumab e 489 nel braccio placebo. Nella seconda parte dello studio, in aperto, i pazienti adulti e pediatrici di entrambi i bracci, in seguito a progressione, potevano essere trattati con pembrolizumab, fino ad un massimo di 35 cicli aggiuntivi (circa due anni). I pazienti trattati nella prima parte dello studio nel braccio pembrolizumab potevano accedere alla seconda parte solo in caso di recidiva dopo almeno sei mesi dal completamento del trattamento.

Tra i pazienti arruolati in ogni gruppo di trattamento, circa il 64% presentava malattia allo stadio IIB (n=309/487 per pembrolizumab; n=316/489 per placebo) e circa il 35% allo stadio IIC (n=171/487 per pembrolizumab; n=169/489 per placebo).

Luke JJ, Rutkowski P, Queirolo P, et al. Pembrolizumab versus placebo after complete resection of high-risk stage II melanoma: Efficacy and safety results from the KEYNOTE-716 double-blind phase III trial. Presented at: European Society for Medical Oncology (ESMO) Congress 2021; September 16-21, 2021. Abstract LBA3_PR.

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