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Bpco: conta eosinofili periferici utile per diagnosi

Miglioramenti alla f unzione polmonare ottenuti in pazienti con BPCO obesi trattati con liraglutide, un farmaco normalmente indicato per la perdita di peso

La conta elevata di eosinofili periferici potrebbe rappresentare un indicatore importante per l’identificazione di pazienti con Bpco e infiammazione eosinofilica

Una conta elevata di eosinofili periferici potrebbe rappresentare un indicatore importante per l’identificazione di pazienti con Bpco e infiammazione eosinofilica, indipendentemente dalla storia di asma. E’ quanto dimostrano i risultati di uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Thorax.

Razionale e disegno dello studio
La Bpco è una patologia eterogenea caratterizzata da fenotipi diversi. L’obiettivo dello studio è stato quello di determinare la prevalenza della storia di asma, dell’eosinofilia periferica e della presenza di livelli elevati di FeNO, insieme alla valutazione dell’utilità diagnostica dell’eosinofilia periferica nell’identificare l’infiammazione eosinofilica a carico delle vie aeree respiratorie.

L’analisi si è basata sui dati del National Health and Nutrition Examination Survey dal 2007 al 2010 relativi a 3.110.617 pazienti (età media= 59,3 anni; 64,4% uomini) con Bpco.
Tutti i pazienti avevano un’età pari o superiore a 40 anni ed un rapporto FEV1/FVC<0,7.

All’interno della coorte di pazienti con Bpco in toto, il 14,6% dei pazienti aveva una storia di asma. La prevalenza di asma (vs. assenza di asma) era più elevata tra le pazienti di sesso femminile (58,3% vs. 31,7%, rispettivamente; p<001) e tra quelli non di etnia non Ispanica e nero-africana (6,2% vs. 4,4%; p<0,001) oppure di etnia non Caucasica non Ispanici, appartenenti ad altre etnie (11,4% vs. 5,4%; p<0,01).

Risultati principali
Mentre la prevalenza complessiva dell’eosinofilia periferica era pari al 36%, la prevalenza era significativamente più elevata tra i pazienti con Bpco e una storia di asma rispetto a quelli con Bpco e anamnesi negativa di asma  (38,3% vs 35,5%; P <0,001).

Non solo: mentre il 14,3% dell’intera coorte di pazienti mostrava livelli elevati di FeNO (≥25 ppb), livelli elevati di questo parametro di entità maggiore erano rilevabili nei pazienti con Bpco e una storia di asma (28,7%), rispetto a quelli con Bpco e nessuna storia di asma (15,2%).

Nel distinguere i pazienti con Bpco e livelli di FeNO pari almeno a 25 ppb da pazienti con livelli di FeNO<25 ppb, i ricercatori hanno trovato che le soglie di conta eosinofilica periferica pari a 100, 200 e 300 cellule/μL avevano una sensibilità del 90%, 50% e 33% rispettivamente, e una specificità del 40%, 72% e 90% (AUC=0,70; IC95%=0,61-0,8).

Riassumendo
In conclusione “…una conta di eosinofili periferici elevata potrebbe avere una buona sensibilità e specificità nell’identificare pazienti con Bpco con infiammazione eosinofilica in presenza o meno di una storia di asma”.

Lo studio, pertanto, suffraga la nozione che la fenotipizzazione clinica dei pazienti con Bpco e infiammazione eosinofilica è indipendente dalla presenza o meno di una storia di asma e che l’eosinofilia periferica potrebbe essere utilizzata come marker surrogato in setting caratterizzati da risorse limitate.

Bibliografia
Annangi S et al. Eosinophilia and fractional exhaled nitric oxide levels in chronic obstructive lung disease. Thorax. Published online August 20, 2021. doi:10.1136/thoraxjnl-2020-214644.
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