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Con il padel il crociato può essere a rischio

I pazienti con osteoartrosi e diabete mellito sperimentano un maggiore dolore al ginocchio e un peggioramento dello stato fisico secondo un nuovo studio

Amanti del padel? Attenti al crociato: l’importanza del legamento del ginocchio spiegata dall’ortopedico Ezio Adriani

A volte il giocatore sente il ginocchio ‘cedere’ e più in generale avverte la brutta sensazione che ‘qualcosa’ si sia rotto all’interno o sia andato fuori posto. E allora il dolore, il gonfiore e la difficoltà a muovere l’articolazione è forte. Questo è il quadro spesso descritto da chi ha subito la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio. Tra i tanti sport a fare alcune ‘vittime’ c’è l’amatissimo padel che va per la maggiore anche tra le donne. Ma perché ci ‘si rompe’? Durante gli sport ‘esplosivi’, dove il corpo del giocatore è sottoposto a forze asimmetriche, accelerazioni, decelerazioni, cambi di direzione e repentine rotazioni, senza un’adeguata preparazione fisica, il corpo e il ginocchio in particolare può infiammarsi o addirittura lesionarsi. Per capire qual è la funzione del legamento crociato anteriore, quali sono le tecniche chirurgiche più innovative e come scongiurare le recidive, l’agenzia di stampa Dire (www.dire.it) ha approfondito il tema con il professor Ezio Adriani, Direttore del Centro di Traumatologia dello Sport e Chirurgia del Ginocchio. Fondazione Policlinico Gemelli. Università Cattolica di Roma.

-Si sente spesso parlare di crociato anteriore come legamento fondamentale dell’articolazione del ginocchio. Perché e qual è la sua funzione?

“Il legamento crociato anteriore è un legamento fondamentale situato all’interno del ginocchio e stabilizza le ossa che compongono il ginocchio stesso, cioè il femore e la tibia. Questo legamento permette di effettuare dei gesti importanti durante l’attività quotidiana come scendere le scale, camminare su terreni sconnessi come la sabbia o delle buche su pavimento ed è fondamentale per eseguire il gesto atletico. Basti pensare al gesto compiuto dal giocatore di calcio, pallavolo o di padel…. In tutti quegli sport che richiedono una rotazione entra in gioco questo legamento che è fondamentale per la stabilizzazione dell’articolazione”.

-A volte il legamento crociato anteriore può rompersi. Quali sono le cause? Quando è indicato il trattamento conservativo e viceversa quando è necessario l’intervento chirurgico?

“Il legamento si rompe quando le forze in gioco diventano superiori rispetto alla sua resistenza. E questo in genere avviene per le rotazioni. Quindi se immaginiamo gli sport più comuni questo può accadere dopo la ricaduta da un salto, in sport come la pallavolo, il basket oppure sport di contatto come il calcio o il rugby in cui le forze in gioco sono importanti. Altre volte la rottura può essere associata ad un movimento torsionale anche durante l’esecuzione delle normali attività quotidiane e con il verificarsi di cadute accidentali, su tutti gli infortuni domestici. La sua perdita è fondamentale, come già detto, per la stabilizzazione del ginocchio e se si verifica questo impedisce le normali attività. Il chirurgo offre in linea generale una indicazione chirurgica a tutti i soggetti in età attiva. L’età anagrafica non è più così indicativa poiché anche un soggetto di 60 anni può eseguire sport come ad esempio lo sci e necessitare perciò delle presenza del legamento crociato anteriore. Quindi anche in questo caso può essere indicata una ricostruzione. Normalmente si può attendere e dunque è un intervento che nei soggetti che non eseguono una attività sportiva di tipo agonistico, può essere programmato. Ma ripeto, l’indicazione in genere è chirurgica”.

-Le tecniche d’intervento oggi si sono evolute. Può spiegarci in modo semplice in cosa consiste l’atto chirurgico?

Se dobbiamo ricostruire il legamento c’è la necessità di un tessuto che possa andare a sostituirlo. Negli ultimi vebtu anni non è cambiato molto e i tessuti utilizzati sono quelli del tendine rotuleo, del semitendinoso e del tendine quadricipitale. Quello che è cambiato invece è l’impostazione del processo tecnico adottato quando il chirurgo esegue l’atto chirurgico. Oggi il chirurgo è più ‘anatomico’, cioè rispettoso di quello che era l’origine del legamento, e perciò eseguiamo dei gesti tecnici in artroscopia che rispettano l’anatomia originale del ginocchio e questo consente una funzionalità migliore. Inoltre oggi c’è maggiore attenzione di prima alle lesioni associate meniscali, cartilaginee o dei legamenti periferici che vanno costruiti contemporaneamente alla ricostruzione del legamento crociato anteriore”.

-Una domanda che una persona attiva o sportiva le avrà sicuramente rivolto: quale sport è più indicato dopo una lesione di questo tipo? E soprattutto si può prevenire una recidiva con un rafforzamento muscolare mirato?

“Se il ginocchio è instabile, perché non abbiamo ancora ricostruito il legamento crociato anteriore e dunque il paziente si trova nella fase pre-intervento o se il soggetto ha deciso di non operarsi, gli sport che possono essere consigliati sono quelli senza carico e in cui non ci sono rotazioni. Quindi è consigliabile il nuoto, la bicicletta o attività che rafforzano il controllo neuromotorio come il Tai chi. Mentre nel caso di un ginocchio stabilizzato, ovvero guarito, il paziente può tornare ad eseguire tutte le normali attività sportive. È necessario però essere certi di una completa guarigione sia a livello muscolare che ‘propriocettivo’. Quest’ultima parola che ormai anche non addetti ai lavori cominciano a conoscere è davvero fondamentale. Per propriocettivo si indica il controllo neuromotorio. Il nostro ginocchio si muove perché è sottoposto a dei ‘controlli’ da parte del sistema nervoso centrale e periferico che impediscono poi i traumi stessi. Quindi è importante sia a livello di prevenzione che, per quanto riguarda il ritorno al gioco, per il fatto che il paziente abbia recuperato bene tale attività propriocettiva”.

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