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Daniele Salvo in scena al Piccolo Teatro di Milano

Daniele Salvo in scena al Piccolo Teatro

Fino al 31 ottobre Daniele Salvo dirige “La notte dell’innominato” al Piccolo Teatro di Milano – Teatro Strehler

Daniele Salvo cura l’adattamento e la regia di “La notte dell’innominato”, da A. Manzoni (“I promessi sposi”), in prima nazionale fino al 31 ottobre al Piccolo Teatro di Milano – Teatro Strehler. Protagonista nel ruolo dell’Innominato è Eros Pagni e con lui in scena Gianluigi Fogacci (Manzoni / Il Cardinale), Simone Ciampi (Prima Ombra / La vecchia / Il medico/ Il cappellano), Valentina Violo (Lucia).

“Oh, la notte! No, no! La notte!” Il grido dell’Innominato lacera una notte densa e impenetrabile di rimorsi, incubi, pentimenti, visioni oniriche, ansie irrimediabili. Notte infinita, interminabile, indecifrabile mala notte, notte dell’arrivo di Lucia al castello. Tutti i protagonisti di questo straordinario viaggio mentale, si muovono in questa notte perenne. L’Innominato fa i conti con sé stesso, con la sua mancanza di Fede, la sua Ambizione, la sua finitezza. Questa notte infinita, vera protagonista del testo, avvolge tutti i personaggi, li rende incerti, ansiosi, fragili, muta le loro convinzioni, li spinge a compiere azioni impensabili. La luna guida i loro destini e un’ombra invisibile muove i loro fili. La realtà dei personaggi del dramma è continuamente attraversata da riflessi, bagliori improvvisi, miraggi, ombre, spettri. La stanza dell’Innominato fa parte di un castello “mentale”, un luogo dell’immaginario, sospeso sul filo dell’orizzonte, in cui si possono materializzare i peggiori incubi. Le paure sono riflesse negli specchi, dormono accanto al protagonista, lo fanno sospirare e gli tolgono il sonno. “La vita non è che un’ombra che cammina” …

Vorrei che questo lavoro avesse le caratteristiche dell’allucinazione, dell’incubo, della “fiaba marcita”: è necessario costruire una realtà scenica regolata dalle leggi del sogno. Nella notte tutto può accadere: si imboccano vie sconosciute, si frequentano esseri ambigui, si può essere circuiti da strani animali, creature sconosciute ai più ed è facilissimo ritrovarsi in situazioni illogiche ed impossibili. Ma qui c’è una via d’uscita: la Luce giunge in modo inatteso. La fragilità, il rimorso, il languore, l’insonnia, l’ansia e la paura perseguitano il cuore di vetro del protagonista e non lo lasciano mai, per tutta la durata dell’opera. “La notte dell’Innominato” è un capolavoro manzoniano che opera un vero e proprio “sezionamento” dell’emozione umana, un precisissimo iter all’interno del cuore e della mente di un uomo che sembra destinato alla dannazione, ma che, grazie all’incontro con la grazia, il candore, il Bene, rappresentato qui dalla giovinezza di Lucia, creatura di luce, sperimenta la conversione e la Misericordia divina. Un incontro, uno sguardo di misericordia, possono davvero cambiare il cuore dell’uomo? Da un incontro si può ripartire, come accade all’Innominato? Nell’animo del più feroce personaggio della letteratura ottocentesca esplode un nuovo desiderio scatenato dallo sguardo tremante di Lucia Mondella. Quelle povere parole imploranti pietà si conficcano nell’animo dell’Innominato fino a condurlo sull’orlo di una vera e propria rivoluzione. Come in una strana liturgia delle ore, Eros Pagni dà corpo e voce al dramma Manzoniano che indaga a fondo l’animo umano, inspiegabilmente attratto dal bene e dal vero. La lotta è titanica, la disperazione si affaccia più volte nella notte. La notte di Lucia nell’orribile castello dell’Innominato non è solo la notte del voto alla Madonna. È una notte di angoscia indicibile che rischierebbe di annientarla se non avesse il conforto della Fede che fa fiorire la Speranza.

Daniele Salvo

Prossime date

– Brescia   Teatro Sociale dal 2 al 7 novembre
– Mantova   Teatro Sociale 9 novembre
– La Spezia Teatro civico dal 10 al 12 novembre
– Legnano   Teatro Tirinnanzi 13 novembre 2021
– Ater   14 novembre
– Scandiano Ater   16 novembre
– Pisa Teatro Verdi 8-9 gennaio 22

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