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Memorias Guerrillieras: il film che racconta le Farc

Cinquanta ex guerriglieri colombiani delle Farc si raccontano, in un film: è online "Memorias Guerrilleras" del regista Ricardo Coral Dorado

Cinquanta ex guerriglieri colombiani delle Farc si raccontano, in un film: è online “Memorias Guerrilleras” del regista Ricardo Coral Dorado

La guerra, con le sue paure, e poi l’addio alle armi dopo gli accordi di pace e i passi per tornare a vivere un’esistenza normale, raccontati in prima persona da 50 ex combattenti delle Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (Farc), il gruppo armato di ispirazione marxista-leninista che ha animato per oltre 50 anni un confitto con lo Stato della Colombia. È il nucleo centrale del film ‘Memorias Guerrillieras’, del regista colombiano Ricardo Coral Dorado, lanciato nel finesettimana su una piattaforma online creata ad hoc sul portale Indyon Tv.

La pellicola è articolata in cinque storie parallele, è stata girata nel 2017 e narra le vicende di 50 combattenti delle Farc, sia donne che uomini, che risiedono nella Zona Veredal de Transición y Normalización (Zvtn) ‘Carlos Patiño’, nel dipartimento della Valle del Cauca, nell’ovest del Paese. Le Zvtn, denominate adesso Espacios Territoriales de Capacitación y Reincorporación (Etcr), sono state istituite nel 2017 per effetto degli accordi di pace siglati l’anno prima tra le Farc e il governo dell’allora presidente Juan Manuel Santos. Queste aree sono state create per ospitare i combattenti che hanno lasciato le armi e per favorirne il reintegro in società nell’ambito di un meccanismo monitorato e verificato dalle parti contraenti l’intesa e dalle Nazioni Unite.

Secondo il regista, si legge in un’intervista al quotidiano El Espectador riportata dalla Dire (www.dire.it), il messaggio del film è che “mentre in molti gridavano (e gridano) ‘No all’accordo’ c’è un gruppo di persone di cui non conosciamo le storie di dolore, che si impegnano per la pace”. Il riferimento del regista è all’opposizione che ha incontrato l’intesa, che ha dovuto essere anche rinegoziata dopo che un referendum popolare ne aveva rifiutato l’approvazione nel 2016.

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