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In libreria è arrivata la monografia di Zanele Muholi

Zanele Muholi. Somnyama Ngonyama - Ave, Leonessa nera

Zanele Muholi, Bester I, Mayotte, 2015; from Zanele Muholi: Somnyama Ngonyama, Hail the Dark Lioness (Aperture, 2018)

In libreria “Zanele Muholi. Somnyama Ngonyama – Ave, Leonessa nera”, la monografia di una tra le più potenti attiviste visive della scena contemporanea internazionale

«Ave, Leonessa nera» è il proclama sociale e politico di Zanele Muholi, artista visiva e attivista sudafricana che ha fatto della propria arte un manifesto di resistenza civile e politica. Edita da 24 ORE Culturadal 7 ottobre 2021 esce in libreria e online “Zanele Muholi. Somnyama Ngonyama  Ave, Leonessa nera”, la prima monografia fotografica che ripercorre il lavoro artistico di una tra le più potenti attiviste visive della scena contemporanea internazionale.

Con oltre novanta autoritratti fotografici e contributi firmati esclusivamente da donne (ventiquattro autrici e poetesse, curatrici, performer, femministe e attiviste) “Somnyama Ngonyama – Ave, Leonessa” nera è un’appassionata dichiarazione artistica a carattere autobiografico: «E, pur volendo che ci si rispecchiasse in Somnyama, era necessario che fosse il mio ritratto. Non volevo esporre un’altra persona a questo dolore.»

La voce di Zanele Muholi emerge, oltre che attraverso i suoi scatti, anche nel dialogo con Renée Mussai, accademica e curatrice d’arte, che intervista l’artista sulle sue opere e i loro significati, facendo emergere ancora di più come il lavoro artistico di Muholi venga utilizzato per raccontare la propria storia personale e, allo stesso tempo, per riflettere sul contesto storico e sociale.

Oltre che una delle voci più interessanti del Visual Activism, Zanele Muholi è stata anche insignita dei più importanti riconoscimenti internazionali, quali Lucie Award, Chevalier des Arts et Des lettres, ICP Infinity Award, che hanno premiato il suo lavoro per l’impegno artistico e sociale; anche i più prestigiosi musei del mondo – tra cui la Tate Modern di Londra, lo Stedelijk Museum di Amsterdam e il Brooklyn Museum – hanno ospitato mostre personali che celebrano la bellezza struggente e magnetica delle sue opere.

Per Muholi la fotografia è un mezzo per parlare di dolore e discriminazioni, ma anche uno spazio, duramente conquistato, per fare attivismo politico. Facendo dell’autoritratto un simbolo di rivendicazione della propria identità e della propria esistenza, l’artista sudafricana rivela uno sguardo che inquieta, commuove e denuncia, e dove gli oggetti rappresentati sono quelli di uso comune, ma ripresi in maniera simbolica e posti in un dialogo serrato con il suo corpo, sempre protagonista.

Prima di diventare attivista, Muholi ha conosciuto gli anni dell’Apartheid: così la bellezza delle sue composizioni e il talento assolutosono per lei un mezzo per poter affermare e rivendicare la necessità di esistere, la dignità e il rispetto cui ogni essere umano ha diritto a dispetto della razza e del genere con cui si identifica – sempre esponendosi in prima persona.

In un momento come quello attuale, dove i diritti delle minoranze sono sempre più al centro del dibattito quotidiano e protagonisti di movimenti di lotta soprattutto tra le giovani generazioni, la monografia di Zanele Muholi asserisce ancora di più il proprio scopo: la rimozione delle barriere, il ripensamento della storia, l’incoraggiamento a essere se stessi e a usare strumenti artistici quali una macchina fotografica come armi per affermarsi e combattere.

Zanele Muholi

Nata nel 1972 a Umlazi, Durban, vive a Johannesburg, in Sudafrica. Ha studiato Advanced Photography al Market Photo Workshop di Newtown, Johannesburg, e ha conseguito un MFA in Documentary Media presso la Ryerson University, Toronto. È Professore Onorario presso l’Università delle Arti di Brema, ed è stata il destinatario del prestigioso Prince Claus Award e del Carnegie Fine Prize.

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