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In aumento i casi di tumore associati all’alcol

Per una nuova ricerca i livelli di consumo di alcol attualmente considerati sicuri da alcuni Paesi sono invece legati allo sviluppo di insufficienza cardiaca.

Gli esperti calcolano il contributo del consumo di alcol all’incidenza del cancro. Si tratta di un importante fattore di rischio per lo sviluppo di diversi tumori

Di tutti i tumori diagnosticati nel mondo nel 2020, poco meno di 750.000 – il 4,1 per cento del totale – sono associati all’alcol.

Sono numeri che fanno riflettere, quelli pubblicati sulla rivista Lancet Oncologyrisultato di un’analisi portata avanti da un gruppo internazionale di ricercatori proprio per cercare di calcolare il contributo dell’alcol sull’incidenza dei tumori. “Diversi studi in passato hanno valutato quanto l’alcol incida sulla mortalità per cancro, ma le tendenze nel consumo di bevande alcoliche cambiano rapidamente nel tempo e nelle diverse nazioni, ed è quindi fondamentale avere a disposizione dati aggiornati per mettere in campo strategie efficaci” spiegano gli autori dell’analisi.

Una cosa è certa: il consumo di alcol si associa allo sviluppo di diversi tipi di tumori, da quello del fegato a quelli di bocca, laringe, faringe ed esofago, ma anche di colon-retto e seno nelle donne. “Secondo il database GLOBOCAN, tutti insieme questi tumori hanno corrisposto a circa 6,3 milioni di casi nel mondo nel 2020” aggiungono gli esperti.

Uno scenario complesso

La “fotografia” scattata dai ricercatori mostra un quadro decisamente complesso. In primo luogo lo studio mette in luce che circa tre quarti dei quasi 750.000 casi attribuibili all’alcol si sono verificati negli uomini e che i tumori dovuti al consumo di sostanze alcoliche più comuni sono quelli di esofago, fegato e seno (nelle donne).

L’incidenza delle neoplasie associate all’alcol è più bassa nelle regioni del nord Africa e dell’Asia occidentale, e più alta negli uomini dell’Asia e dell’Europa orientali e nelle donne dell’Europa (centrale, orientale e occidentale), in Australia e Nuova Zelanda. “I dati sono in linea con quelli sul consumo di alcol pro capite: storicamente bassi, anche per motivi religiosi, in paesi come Arabia Saudita e Kuwait, e in calo negli ultimi anni in Europa centrale e orientale” affermano i ricercatori, ricordando invece che i consumi di bevande alcoliche stanno aumentando nelle “economie emergenti” come India e Cina.

Infine, contano anche le quantità. Se è vero infatti che è un consumo eccessivo a causare la maggior parte dei casi di tumore legati all’alcol, anche un consumo moderato – due bevande alcoliche al giorno – può essere pericoloso e ha determinato, secondo i calcoli, oltre 100.000 casi nel mondo nel 2020.

Cause e possibili soluzioni del problema

Come spiegano gli esperti, ci sono molti meccanismi molecolari che legano il consumo di alcol allo sviluppo del cancro, incluse modifiche nei livelli di ormoni e l’azione indiretta dell’etanolo, che agisce come solvente per alcune sostanze cancerogene presenti per esempio nel tabacco.

Questi dati, assieme a quelli epidemiologici riportati nel corso degli anni, hanno spinto gli esperti di tutto il mondo a includere la raccomandazione “ridurre o evitare il consumo di alcol” tra quelle utili per proteggersi dal cancro. L’indicazione appare, per esempio, sia nel Codice europeo contro il cancro dello IARC (l’istituto di ricerca oncologica legato all’Organizzazione mondiale della sanità) sia tra le raccomandazioni di prevenzione del World Cancer Research Fund (WCRF).

“La consapevolezza dello stretto legame tra alcol e cancro è però ancora troppo bassa nella popolazione” affermano gli autori dell’articolo pubblicato su Lancet Oncology, ricordando alcune strategie che potrebbero aiutare a ridurne il consumo. Dall’OMS arriva per esempio il suggerimento di imporre tasse più alte sull’alcol, di limitare le possibilità di acquisto e di ridurre i marchi disponibili nel commercio al dettaglio. Tante idee non sempre facili da mettere in atto, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito che attualmente non prevedono politiche di contrasto all’alcol.

“Non dimentichiamo l’impatto del Covid-19 su questo tipo di valutazioni” precisano gli esperti, ricordando che nelle prime fasi della pandemia si sono registrate riduzioni nelle diagnosi e modifiche nelle abitudini di consumo dell’alcol. “Almeno fino al 2030 le stime parlano di incrementi nel consumo di bevande alcoliche in diversi Paesi del mondo e, di conseguenza, è fondamentale agire per ridurre, ove possibile, i casi di tumore attribuibili a questa sostanza” concludono.

FONTE: AIRC

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