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Covid, OMS: variante Delta presente in 185 Paesi

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La variante Delta del Covid è stata registrata in 185 Paesi, 5 in più in 7 giorni: l’OMS declassa tre tipologie di varianti

La variante Delta del coronavirus Sars-CoV-2, segnalata per la prima volta in India, è stata registrata in 185 Paesi, territori o aree del pianeta, 5 in più in 7 giorni, ed è presente in tutte e 6 le regioni OMS.

Lo rileva l’Organizzazione mondiale della sanità nel suo bollettino settimanale, in cui ha diffuso dati aggiornati al 21 settembre. A livello globale – riporta l’OMS – la variante Alfa (o ‘inglese’) risulta presente in 193 Paesi, dato stabile rispetto alle ultime 2 settimane; mentre 142 Paesi (uno in più) hanno segnalato casi di variante Beta (o ‘sudafricana’) e 96 (4 in più) di variante Gamma (o ‘brasiliana’).

Nel report l’OMS comunica anche di aver declassato tre varianti d’interesse (VoI). A uscire dal gruppo delle ‘osservate speciali’, diventando ex VoI, sono Eta, Iota e Kappa. Questa revisione, argomenta l’Agenzia ONU per la salute, riflette una situazione che si è determinata con la rapida diffusione e l’attuale dominio della variante Delta – che ha rappresentato il 90% delle sequenze inviate alla banca dati Gisaid tra il 15 giugno e il 15 settembre – nella maggior parte del mondo.

Eta (B.1.525), Iota (B.1.526) e Kappa (B.1.617.1) sono state riclassificate sulla base dell’ultima tornata di valutazioni, previa consultazione con le parti interessate nazionali e regionali, e con il gruppo di lavoro sull’evoluzione dei virus. Ora rimangono varianti sotto monitoraggio. Ma il loro profilo di rischio è cambiato, si è ridimensionato man mano che il numero di casi rilevati è diminuito oltremodo a livello globale, regionale e nazionale. I dati di sequenziamento presentati a Gisaid e le informazioni a disposizione dell’OMS indicano “un sostanziale declino della loro rispettiva incidenza in tutto il mondo, e quindi rappresentano rischi per la salute pubblica ridotti rispetto ad altre varianti”. A livello nazionale, precisa l’OMS, “le autorità nazionali possono scegliere di continuare a designarle come varianti di interesse locale”.

Eta è stata rilevata in 81 Paesi da quanto è stata identificata nel dicembre 2020 in GB ed era stata designata VoI nel marzo 2021. La sua prevalenza è rimasta molto bassa da luglio. Iota è stata identificata per la prima volta negli Stati Uniti nel novembre 2020. Era designata come una VoI dal 24 marzo 2021, a seguito di un aumento del numero di sequenze presentate a Gisaid in diversi Paesi (identificata in almeno 49 paesi). Iota ha avuto un calo inesorabile e da fine luglio viene individuata solo in casi molto sporadici.

Kappa, segnalata per la prima volta dall’India a inizio ottobre 2020, era stata designato come VoI ad aprile 2021. Condivide con la variante Delta un lignaggio e una mutazione nella proteina Spike, che si ritiene aumenti la trasmissibilità. Ma Delta ha ulteriori notevoli cambiamenti di aminoacidi nella sua Spike. E Kappa, dopo un lieve picco di casi, ha mostrato un rapido e continuo declino nella quota di sequenze presentate. Questo calo è stato osservato anche nelle aree dell’India che avevano precedentemente sperimentato un’elevata trasmissione di questa variante.

L’elenco rivisto delle attuali varianti di interesse ora include solo le varianti Lambda e Mu, entrambe circolanti in America Latina, dove la Delta ha iniziato a circolare, ma non è ancora diventata dominante. L’epidemiologia di queste VoI, soprattutto in considerazione della co-circolazione con Delta, “continuerà ad essere monitorata da vicino”, conclude l’Oms.

FONTE: AIOM

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