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Tumori: i medici credono nell’immunoterapia

Tumori vie urinarie: meno recidive con l'immunoterapia

I risultati di una survey internazionale: i medici credono che l’immunoterapia possa agire positivamente sul trattamento di molti tipi di tumore in stadio iniziale

I risultati di una nuova survey multinazionale rivolta ai clinici hanno rivelato che la maggior parte di essi si aspetta dall’immunoterapia un impatto positivo nel panorama del trattamento dei pazienti con tumore in stadio iniziale nel setting adiuvante (dopo la chirurgia), neo-adiuvante (prima della chirurgia) e peri-operatorio (sia prima che dopo la chirurgia), se approvata dalle istituzioni regolatorie. La survey, commissionata da Bristol Myers Squibb, comprendeva più di 250 oncologi, chirurghi e specialisti da Stati Uniti, Giappone, Germania, Italia e Francia che attualmente trattano pazienti con 8 diversi tipi di tumore in stadio I-III. Se da un lato i medici che hanno risposto alla survey sono soddisfatti degli attuali trattamenti per il cancro là dove le opzioni per gli stadi iniziali del tumore sono ben note, non sempre usano una terapia prima o dopo la chirurgia e la maggior parte degli intervistati ha espresso entusiasmo sul potenziale dell’immunoterapia negli stati più iniziali del tumore.

“La recidiva del tumore spesso segna la transizione tra la malattia curabile e incurabile e può cambiare la vita dei pazienti, motivo per cui continuiamo a ricercare modi per migliorare lo standard di cura”, ha affermato il prof. Michele Maio, Direttore di Oncologia medica e Immunoterapia, Ospedale universitario di Siena. “Ottimizzare il trattamento per il cancro nelle fasi iniziali, prima che la malattia ricompaia o si diffonda, rappresenta una significativa opportunità e un bisogno non soddisfatto. La ricerca immunoterapica in questo campo è in crescita e i risultati di questa survey annunciati oggi sono la prova che la maggioranza dei medici sia entusiasta del suo potenziale futuro”.

Odierni approcci di trattamento negli stadi più iniziali del cancro

Oggi, il trattamento nel setting neo-adiuvante, adiuvante e peri-operatorio può comprendere chemioterapia, radioterapia, terapia target, radio-chemioterapia e, sempre più in un sottogruppo di tumori, l’immunoterapia. La survey ha identificato le tendenze dell’attuale utilizzo, la soddisfazione e i motivi delle scelte di trattamento nei tumori in stadio iniziale.

Potenziale dell’immunoterapia per il futuro del trattamento negli stadi più iniziali

Per meglio comprendere il panorama futuro del trattamento neo-adiuvante, adiuvante e peri-operatorio, la survey ha esplorato le percezioni dei medici sull’immunoterapia e osservato che:

“Negli ultimi dieci anni, la ricerca immunoterapica si è evoluta, a partire dal focus sui tumori metastatici ed espandendosi, più recentemente, per esplorare il ruolo di questi trattamenti negli stadi più iniziali della malattia”, ha riferito Jonathan Cheng, senior vice president, head of Oncology Development, Bristol Myers Squibb. “Confidiamo nel fatto che agendo sul tumore in stadio più precoce, quando il sistema immunitario è intatto e può rispondere meglio, l’immunoterapia possa potenzialmente prevenire la recidiva e portare i pazienti a vivere più a lungo. Oncologi, chirurghi e specialisti che hanno risposto al sondaggio sono in ugual modo ottimisti sul potenziale di utilizzare l’immunoterapia negli stadi più iniziali del cancro”.

*I risultati tumore-specifici si basano sulle risposte dei medici che attualmente trattano questi tipi di tumore, un sottogruppo dell’intero campione.

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