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Bpco: ferro endovena migliora attività motoria

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Bpco stabilizzata e deficit di ferro: somministrazione endovena migliora la capacità di muoversi e migliora la qualità di vita

Una terapia di sostituzione marziale, in infusione endovena, sembra essere in grado di migliorare la capacità all’esercizio nei pazienti con Bpco. Queste le conclusioni di uno studio presentato al congresso ERS che suffragano osservazioni precedenti di letteratura.

Razionale e disegno dello studio
La presenza di deficit di ferro nell’organismo rappresenta un tratto caratteristico della Bpco, hanno ricordato i ricercatori nell’introduzione allo studio. E’ stato ipotizzato che il deficit marziale influenzi la capacità all’esercizio per la capacità critica che ha questo minerale nel funzionamento ottimale del muscolo scheletrico.

Queste considerazioni hanno spinto gli autori dello studio a verificare un possibile ruolo della terapia di supplementazione di ferro endovena nel migliorare non solo la capacità all’esercizio ma anche la qualità della vita e lo svolgimento delle normali attività quotidiane.

Lo studio ha randomizzato 66 pazienti, secondo uno schema 2:1, ad infusione di ferro o placebo. I pazienti dovevano trovarsi in una condizione di deficit marziale definita o da valori di ferritina sierica inferiori a 100 ng/ml o compresi tra 100 e 200 ng ml ma con coesistenza di saturazione di transferrina inferiore del 20%. Non era condizione necessaria all’inclusione nello studio il riscontro, comunque, di anemia conclamata.

Sono stati effettuati test di tolleranza all’esercizio (test della deambulazione a 6 minuti: 6MWD) sia all’inizio del trial che dopo 4 settimane dall’infusione. I pazienti hanno indossato accelerometri durante questo periodo di follow-up per misurare l’attività fisica. Il dosaggio per la terapia di sostituzione marziale era pari a 500 o a 1.000 mg, in base al peso dei pazienti e ai livelli basali di emoglobina.

Risultati principali
Dai dati ottenuti dai test di tolleranza all’esercizio di questi pazienti è emerso che più della metà dei pazienti sottoposti a infusione con ferro avevano raggiunto l’endpoint primario di almeno un miglioramento del 33%, rispetto al 18% ottenuto nel gruppo sottoposto a infusione con placebo (p=0,009).

Quanto all’endpoint secondario della qualità della vita riferita dai pazienti, anche in questo caso i risultati migliori si sono avuti nel gruppo randomizzato alla terapia marziale: la riduzione del punteggio ottenuto al COPD Assessment Test Scores, è stata maggiore nel gruppo di pazienti supplementato con ferro per infusione endovena rispetto al placebo (-3 vs -1 punto; IC95%= -2,3; 4) (p=0,236).

Non sono state rilevate, invece, differenze tra i due gruppi in termini di svolgimento delle normali attività quotidiane o di eventi avversi.

Riassumendo
In conclusione, i risultati dello studio FACE (Ferinject Assessment in patients with COPD and iron deficiency to improve Exercise tolerance) hanno documentato la capacità della terapia di sostituzione marziale, in infusione singola, di migliorare la capacità all’esercizio e la qualità della vita in pazienti con Bpco stabilizzata e deficit di ferro. Sono ovviamente necessari studi di dimensioni superiori per confermare quanto osservato e prefigurare una possibile utilizzazione di questo intervento di supplementazione nei pazienti con Bpco e problemi di deficit marziale.

Bibliografia
Martin Ontiyuelo C, et al “Intravenous iron replacement improves exercise tolerance in COPD: A randomised trial” ERS 2021; Abstract OA1200.

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