“I risultati di questo studio cambieranno immediatamente la pratica clinica perché questa procedura è semplice, rapida e sicura e deve essere eseguita in tutti i pazienti con fibrillazione atriale che si sottopongono ad ogni tipo di intervento cardiochirurgico come ad esempio il bypass aortocoronarico, la sostituzione valvolare aortica, la riparazione della valvola mitrale, la sostituzione dell’aorta ascendente o dell’arco aortico”, spiega il professore Colli.

La procedura consiste nell’occlusione chirurgica dell’auricola atriale sinistra (left atrial appendage occlusion-LAAO) durante gli interventi di cardiochirurgia. La sua applicazione, come ha dimostrato lo studio, ha comportato quindi una riduzione precoce del 33% dell’incidenza di ictus o di embolia sistemica, e del 42% oltre i primi 30 giorni dopo l’intervento, in aggiunta ai trattamenti anticoagulanti tradizionali. Dal punto di vista metodologico, nella sperimentazione della ricerca sono stati coinvolti 4.810 pazienti con fibrillazione atriale in ventisette Paesi che sono stati seguiti per una mediana di quattro anni. I partecipanti sono stati randomizzati per eseguire o meno l’occlusione dell’auricola atriale sinistra durante l’intervento cardiochirurgico.

“Questo studio dimostra ancora una volta quanto sia necessario che i professionisti di diverse specialità mediche e chirurgiche lavorino in maniera sinergica dedicandosi alla ricerca clinica per ottimizzare le strategie terapeutiche adattandole alle caratteristiche dei pazienti – conclude Colli – Crediamo che un Centro di Cardiochirurgia e Medicina cardiovascolare all’avanguardia come è divenuto quello dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, dove si coniugano ricerca e assistenza, possa offrire strategie ancora migliori per i pazienti, personalizzando in un unico percorso di cura integrato le diverse terapie farmacologiche, chirurgiche tradizionali, mini-invasive e transcatetere.”