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Paralimpiadi: Morganti e Gilli regalano altro 2 medaglie

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Paralimpiadi Tokyo 2020: nella terza giornata di gare bronzo per Sara Morganti nell’equitazione, argento per Carlotta Gilli nel nuoto

Italia ancora grande protagonista, dopo i successi dei primi due giorni, alle Paralimpiadi di Tokyo. Storica medaglia di bronzo per l’equitazione azzurra: oggi, sul campo dell”Equestrian Park, Sara Morganti ha conquistato il terzo posto nell’Individual Test di Grado 1. Per l’Italia si tratta del primo podio a una Paralimpiade.

La gara si è fatta interessante fin dal primo momento con l’ingresso del primo cavaliere in campo, il lettone Richards Snikus in sella a King of The Dance, che ha subito messo a segno una percentuale dell’80,179%, valida per la medaglia d’argento. La statunitense Roxanne Trunnel in sella a Dolton ha immediatamente rilanciato con un 81,464% e conquistato la vetta della classifica senza cederla a nessuno fino alla fine della gara: dunque medaglia d’oro.

Quinta a entrare in campo la nostra azzurra Sara Morganti. In sella alla sedicenne Royal Delight l’atleta toscana è stata protagonista di una gara praticamente perfetta giudicata con il 76,964%. Con questo risultato Morganti ha migliorato il punteggio conseguito per l’oro nella stessa categoria ai World Equestrian Games di Tryon 2018 (74.750% ndr). Il podio in sostanza è stato definito all’inizio della gara…poi per l’Italia Team è stata solo una lunga ed estenuante attesa, al termine della quale è scoppiata la gioia del podio con un bronzo al collo.

A fare il tifo per le azzurre all’Equestrian Park anche il Sottosegretario allo Sport, Valentina Vezzali e il Presidente del CIP, Luca Panacalli, che hanno incontrato Sara, mantenendo le debite distanze dovute alle restrizioni Covid, per complimentarsi del risultato. Con loro anche il Segretario Generale CIP, Juri Stara e il suo omologo della FISE, Simone Perillo.

MEDAGLIA STORICA PER GLI SPORT EQUESTRI ITALIANI – Quella di Sara è una medaglia storica per gli sport equestri italiani, perchè la prima conquistata da un azzurro in un’edizione delle Paralimpiadi. L’amazzone italiana ci era andata davvero vicina a Londra 2012, quando chiuse al quarto posto nel Freestyle Test. Il bronzo di Morganti è, peraltro, il primo metallo che in questa edizione di Tokyo 2020 non arriva dal nuoto per gli azzurri, ma da una discplina sportiva.

“Ci speravo ma non ci credo ancora”. Ha commentato così Sara Morganti la sua prima medaglia di bronzo paralimpica. “Era un sogno che avevo da sempre e sapevo che Trunnell e Snikus in questo momento stavano facendo registrare punteggi molto alti. Ho capito che ce l’avrei potuta fare quando mi sono resa conto di aver lasciato dietro di me il Campione d’Europa in carica, il norvegese Jens Lasse Dokkan, quarto nella classifica finale. È troppo bello per essere vero… ancora non ci credo, insiste Sara. Voglio dedicare questa medaglia a mio marito, alla mia famiglia, ai miei tecnici e a tutti i professionisti che mi aiutano a tenere in forma me e i miei cavalli. Adesso – ha concluso Morganti – pensiamo alla gara a squadre di domani”.

“Sara – ha commentato il capo equipe Ferdinando Acerbi – ha fatto un super punteggio e tutta la gara nel migliore dei modi. Deve essere assolutamente felice di questo importantissimo risultato. Adesso pensiamo subito alla gara a squadre di domani”.

Con Sara Morganti si è complimentato anche il Presidente federale Marco Di Paola. “Sono felicissimo – ha detto il numero uno della FISE – perché la nostra “regina” Sara Morganti ha dimostrato ancora una volta di essere una campionessa incredibile”. Sara ha combattuto e ottenuto un altro successo che si aggiunge a quelli di una carriera ormai infinita. Un ringraziamento deve andare a lei per il risultato conseguito e a tutto lo staff che in questi giorni è al fianco delle amazzoni che stanno mettendo in cassaforte buone prestazioni. Adesso concentriamoci sulla gara squadre di domani”, ha concluso Di Paola.

Ancora una medaglia dal nuoto azzurro: nei 400 stile libero S13, Carlotta Gilli ha ottenuto l’argento con il tempo di 4:26.14, 2.22 di ritardo dalla vincitrice della gara, l’ucraina Anna Stetsenko (4:23.92). Bronzo per l’australiana Katja Dedekind (4:35.87). Per la torinese si tratta della terza medaglia a questi Giochi dopo l’oro vinto nei 100 farfalla e l’argento nei 100 dorso.

“Questa è una gara che ho scoperto da poco e che ho cominciato a fare soltanto quando ho approcciato il mondo paralimpico. Non pensavo neanche di farla: se prima del 2017 mi avessero detto che sarei salita sul podio a Tokyo avrei detto che era impossibile, persino nel migliore dei sogni – ha commentato la portacolori delle Fiamme Oro e della Rari Nantes Torino – È una medaglia che mi tengo tantissimo nel cuore. Sapevo che la prima sarebbe stata imprendibile, quindi mi sarei giocata argento e bronzo. Dopo la vittoria nei 100 delfino mi sono tolta un grosso peso perché volevo tornare a casa con almeno un oro. Non ho ancora capito adesso cosa ho fatto, ma è normale. Bello tornare sul podio in due gare che faccio da poco. Benissimo così, ora un giorno di riposo e poi mi aspettano le prossime tre fatiche”.

All’esordio assoluto ai Giochi Paralimpici la nazionale italiana femminile di sitting volley ha ottenuto il suo primo successo, grazie al 3-0 (25-23, 25-11, 25-10) sul Giappone.
Le ragazze di Amauri Ribeiro hanno così iniziato nel migliore dei modi la loro avventura a Tokyo 2020, ottenendo una vittoria e tre punti molto preziosi per superare la fase a gironi. Sugli spalti hanno assistito all’incontro il Sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali, il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli e il capo missione del Cip Juri Stara.
Come era logico in avvio di gara Bellandi e compagne hanno pagato un po’ l’emozione e nel primo set si sono ritrovate sotto (20-23), per poi piazzare un parziale di 5-0 capovolgendo la situazione.
Una volta entrate in partita, le azzurre hanno preso saldamente il comando del gioco e nei set successivi non c’è stata storia. La nazionale italiana di sitting tornerà in campo domenica 29 agosto per affrontare il Canada (ore 7 italiane).
“Per noi era molto importante iniziare in questa maniera, essendo la prima partita dovevamo rompere il ghiaccio – ha commentato Roberta Pedrelli – ci abbiamo messo un po’, direi un set, però alla fine ce l’abbiamo fatta. Abbiamo commesso un po’ troppi errori, però direi che alla prima Paralimpiade ci può stare.
L’emozione per me è stata grandissima, in campo mi sentivo molto pesante e come ho già detto c’è servito un intero set per ingranare e a tirare fuori la grinta”.

Si interrompe al terzo giorno di gare l’avventura degli azzurri del tennistavolo ai Giochi paralimpici di Tokyo 2020 per quanto riguarda i tornei di singolare. Nonostante le eliminazioni ai gironi di Mohamed KalemMatteo Orsi (ieri) e Matteo Parenzan (0-3 dall’americano Ian Seidenfeld nella prima sessione di oggi), l’Italia era comunque riuscita a portare quattro atleti ai quarti di finale nelle rispettive classificazioni: nessuno di loro, però, è riuscito a guadagnare l’accesso alle semifinali.
La prima a restare fuori dalla zona medaglie è stata Giada Rossi (classe 2), sconfitta per 3-0 (8-11, 9-11, 6-11) dalla brasiliana Catia Cristina da Silva Oliveira. In classe 1, dopo essersi guadagnati l’accesso ai quarti superando il girone nella mattinata giapponese al Tokyo Metropolitan Gymnasium, Andrea Borgato e Federico Falco sono stati entrambi eliminati. Borgato ha ceduto per 3-1 (9-11, 12-10, 4-11, 12-14) al britannico Thomas Matthews, numero 7 al mondo, mentre Falco ha perso 3-0 (7-11, 6-11, 5-11) contro il coreano Kim Hyeon Uk, quarto nel ranking. Eliminata infine anche Michela Brunelli (classe 3): la pongista veneta è stata battuta dalla coreana Mi Gyu Lee per 0-3 (10-12, 6-11, 7-11).
La spedizione dell’Italia del tennistavolo, però, è tutto tranne che conclusa: gli azzurri saranno nuovamente in campo da martedì 31 agosto nelle competizioni a squadre. Michela Brunelli e Giada Rossi gareggeranno in classe 1-3, Andrea Borgato e Federico Falco in classe 1-2 e Amine Kalem e Matteo Parenzan in classe 9-10.

È stato il giorno dell’esordio ai Giochi paralimpici di Tokyo 2020 per gli azzurri del tiro con l’arco. I ragazzi di Guglielmo Fuchsova sono scesi in campo stamattina a partire dalle 9 giapponesi (le 2 del mattino in Italia) per il round di qualifiche al poligono dello Yumenoshima Park Archery Field, fondamentali per la composizione dei tabelloni: in gara per il femminile individuale Asia Pellizzari (W1), Maria Andrea VirgilioEleonora Sarti (Open Compound), Elisabetta Mijno e Vincenza Petrilli (Open Ricurvo), mentre per il maschile individuale Giampaolo Cancelli, Matteo Bonacina (Open Compound) e Stefano Travisani (Open Ricurvo).

Ottimi i risultati ottenuti dagli arcieri azzurri al termine delle 72 frecce. Tra le donne, terzo posto per Pellizzari nel W1 con 604 punti; secondo posto e personal best con 633 per Mijno nell’olimpico, accompagnata dall’ottimo quarto posto di Petrilli con 625 (anche per lei personal best); nel compound Virgilio si piazza quinta con 684 punti segnando il suo record personale, mentre Sarti – detentrice del record mondiale (695) – è 13esima con il suo season best di 672. Per gli uomini, che hanno tirato nella seconda sessione, si registrano il 16esimo posto di Bonacina (685 punti) e il 28esimo di Cancelli (669) nel compound, con Travisani piazzatosi 12esimo nell’olimpico grazie al season best di 609 punti.

“Oggi è stata una giornata molto soddisfacente, le ragazze si sono comportate benissimo, sia quelle dell’olimpico che quelle del compound. Grandi rivelazioni quelle di Asia Pellizzari, Enza Petrilli e Maria Andrea Virgilio, che sono alla loro prima Paralimpiade. L’obiettivo è quello di riuscire a fare il nostro dovere sul campo, poi quello che viene ce lo prendiamo”, ha detto Fuchsova al termine della prima sessione di oggi che ha visto le donne sulla linea di tiro. Dopo il ricco bottino dell’Italnuoto in questi primi giorni, ora le aspettative sono alte anche sugli altri sport, da cui si attendono altre medaglie: “Sono convinto che arriveranno perché tutti noi, grazie alle Federazioni che ci sono state accanto, abbiamo avuto modo di lavorare bene, in serenità e tranquillamente, e questa è stata la cosa più importante- ha aggiunto il ct della Nazionale- Se ognuno fa il suo dovere non può che uscire un buon lavoro, ed è grazie a tutti: dalla Federazione agli impiegati fino ai tecnici, alle famiglie e alle società. Quando è così allora la freccia non può che andare al centro”.

“Voglio ringraziare tutti i tecnici, che hanno fatto un lavoro incredibile: nel giro di un anno hanno tirato su questi ragazzi e li hanno portati alla Paralimpiade. Complimenti quindi ai nostri ragazzi ma anche e soprattutto ai tecnici, sia quelli che oggi sono qui sia quelli che hanno lavorato da casa”, ha aggiunto il presidente della Fitarco – Federazione Italiana Tiro con l’arco, Mario Scarzella, anche lui a Tokyo al fianco degli azzurri.

Nella batteria del DOPPIO PR2MIX di canottaggio, dove solo il primo accedeva direttamente alla finale, la coppia Gianfilippo Mirabile e Chiara Nardo hanno portato a termine una bella prima parte di gara, cercando di agguantare la Cina e l’Olanda che si è subito messa ad inseguire insieme agli azzurri. Nella seconda parte gli inseguitori della Cina, tra cui l’Italia, decidono di risparmiare forze per affrontare al meglio i recuperi in considerazione che la formazione cinese aveva allungato di molto il distacco dal resto del gruppo. Nel finale, infatti, le posizioni non cambiano e l’Italia al suo esordio alle Paralimpiadi dovrà affrontare i recuperi di domani. 1. Cina (Shuang Liu, Jijian Jiang) 8.46.15, 2. Olanda (Annika Van der Meer, Corne de Koning) 8.55.16, 3. Italia (Chiara Nardo-SC Padova, Gianfilippo Mirabile-SS Murcarolo) 9.04.22, 4. Francia (Christophe Lavigne, Perle Bouge) 9.11.87, 5. Brasile (Josiane Dias de Lima, Michel Gomes Pessanha) 9.19.28, 6. Canada (Jessye Brockway, Jeremy Hall) 9.43.91.

Batteria del QUATTRO CON PR3MIX con la Gran Bretagna che non ha lasciato margine di manovra a Francia e Italia. Gara costantemente nelle braccia britanniche con Francia e Italia, che chiudono sul traguardo nell’ordine, e risparmiano le forze per i recuperi di domani. 1. Gran Bretagna (Ellen Buttrick, Giedre Rakauskaite, James Fox, Oliver Stanhope, Erin Kennedy) 7.09.44, 2. Francia (Erika Sauzeau, Antoine Jesel, Remy taranto, Margot Boulet, Robin le Barreau) 7.26.21, 3. Italia (Cristina Scazzosi-SC Lago d’Orta, Lorenzo Bernard-SC Armida, Alessandro Alfonso Brancato-RYCC Savoia, Greta Elizabeth Muti-SC Olona 1894, Lorena Fuina-SC Moto Guzzi-timoniere) 7.32.07, 4. RPC (Anna Piskunova, Ekaterina Moshkovskaia, Anton Voronov, Evgenii Borisov, Evgenii Terekhov) 7.36.34, 5. Brasile (Ana Paula Mandruga de Souza, Diana Cristina Barcelos de Oliveira, Valdeni da Silva junior, Jairo Natanael Frohlich Klug, Jucelino da Silva) 7.56.75, 6. Giappone (Haruka Yao, Yui Kimura, Toshihiro Nishioka, Ryohel Aryasu, Hiroyuki Tatsuta) 8.14.09.

Ottavo posto per Oxana Corso nella finale dei 100 metri T35 di atletica. La sprinter romana ha corso in 15.68. L’oro è andato alla cinese Xia Zhou (13.00), l’argento all’australiana Isis Holt (13.13), il bronzo alla britannica Maria Lyle (14.18).

“Questa mattina sono entrata in pista molto carica per la prima semifinale che ho gestito molto bene – ha commentato la Corso – sapevo che sarebbe bastato arrivare terza per centrare la finale. Sono contenta di aver fatto meglio in finale rispetto alla semifinale, anche se purtroppo è valso solo l’ottavo posto”. “Ovviamente le prime tre erano imprendibili e sul resto piano piano ci lavoreremo – ha spiegato – adesso sono concentratissima sui 200 perché la mia Paralimpiade non è finita qua”.

FOTO: COMITATO PARALIMPICO

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