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Terremoto Haiti: oltre duemila le vittime

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Ad Haiti 2.000 morti per il terremoto. L’UNICEF lancia l’allarme per i minori, la Cei stanzia un milione di euro

Sono quasi “2.000 i corpi senza vita estratti dalle macerie e quasi 10.000 i feriti” provocati dal terremoto che ha colpito Haiti lo scorso fine settimana. Lo riferisce in una nota la Caritas Italiana.

In una nota si legge che il sisma, di magnitudine 7,2 sulla scala Richter, ha “distrutto 60.000 abitazioni”, mentre “115.000 famiglie sono state direttamente toccate dalla tragedia e 580.000 persone hanno bisogno di un’assistenza umanitaria di urgenza”.

Nel comunicato si legge “la protezione civile sta cercando degli spazi liberi dove posizionare le migliaia di tende per gli sfollati” e che “numerose strutture sanitarie sono state danneggiate” e che “gli ospedali locali funzionanti sono al collasso e hanno disperato bisogno di sangue, medicine e aiuto sanitario”.

Ad aggravare la situazione, prosegue la Caritas, “anche le piogge che si sono abbattute in questi giorni nelle zone colpite dal sisma per il passaggio della tempesta tropicale ‘Grace‘, la cui allerta rimane ancora alta. I soccorsi operano ininterrottamente per cercare sopravvissuti al disastro e almeno 34 persone sono state estratte vive nelle ultime 72 ore”.

Nella ong si legge che “la rete delle Caritas Nazionali che operano ad Haiti si è già attivata per rispondere ai bisogni primari della popolazione colpita e per sostenere Caritas Haiti e le Caritas delle diocesi colpite”.

Caritas Italiana, prosegue il comunicato, ha lanciato una raccolta fondi per sostenere l’intervento dei nostri partner diocesani e delle congregazioni religiose nei tre dipartimenti colpiti”.

Nella nota si riferisce che la Conferenza Episcopale Italiana (Cei) ha invitato a pregare domenica prossima, 22 agosto, in tutte le parrocchie, per la pace in Afghanistan e per le vittime del terremoto di Haiti, “ha inoltre stanziato un milione di euro dai fondi otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, per far fronte all’emergenza haitiana. La somma servirà a finanziare, attraverso Caritas Italiana, interventi efficaci per rispondere alle numerose nuove necessità”.

Caritas fa sapere inoltre che “moltissime famiglie, soprattutto quelle che si trovano nelle comunità rurali più remote, sono ancora isolate e non hanno ricevuto alcuna assistenza. C’è urgenza di fornire tende, cibo, acqua, kit d’igiene e sanitari”.

SAVE THE CHILDREN: “BISOGNO DI CIBO, ACQUA E RIPARO PER BIMBI COLPITI”

Dopo il devastante terremoto che ha colpito Haiti, i bambini che vivono per le strade di Les Cayes, nell’area ovest dell’Isola, hanno un disperato bisogno di cibo, acqua e riparo nonostante gli sforzi di aiuto nelle zone meno accessibili. Questo l’allarme di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

Les Cayes, spiega la Dire (www.dire.it), è stata una delle aree più colpite dal terremoto di magnitudo 7.2 di sabato, che ha ucciso almeno 1.400 persone e distrutto o danneggiato più di 80.000 case. La tempesta tropicale Grace si è abbattuta sulla zona lunedì sera e nonostante non abbia causato molti danni, il forte vento e le piogge hanno colpito le persone che vivono all’aperto.

Secondo le stime, prima del terremoto più di 1,1 milioni di persone ad Haiti era sull’orlo della carestia, tra cui centinaia di migliaia di bambini. Nella zona di Les Cayes, circa 160.000 persone già soffrivano la fame ogni giorno senza cibo a sufficienza e quasi 40.000 persone erano sull’orlo della carestia.

Vedo bambini che piangono per strada, persone che ci chiedono da mangiare ma noi stessi siamo a corto di cibo. Le organizzazioni che sono qui stanno facendo tutto il possibile ma abbiamo bisogno di più rifornimenti. Servono immediatamente cibo, acqua pulita e ripari. La gente vive per strada, senza alcuna protezione dal vento e dalla pioggia e ai bambini è stato detto di non entrare nelle loro case perché potrebbero crollare- ha dichiarato Carl-Henry Petit-Frère, responsabile dell’intervento sul campo di Save the Children, che ha lavorato nell’area più colpita negli ultimi giorni- I genitori hanno perso i figli e i bambini hanno perso i genitori. Fortunatamente, viviamo in una comunità in cui i bambini soli vengono accolti da altri membri della famiglia o da altre famiglie della comunità ma le scene sono strazianti. Perdere i genitori e la casa ha ovviamente un forte impatto sui bambini e per questo oltre ai bisogni primari serve un supporto psicosociale urgente per i minori che sono stati colpiti dal terremoto, specialmente i più piccoli perché potrebbero non comprendere a pieno cosa sta succedendo. Dobbiamo aiutarli a riprendersi poiché queste esperienze potrebbero avere ripercussioni a lungo termine”.

Save the Children ha distribuito beni tra cui teloni, coperte, taniche e kit per bambini per aiutare le famiglie a far fronte alle prime conseguenze del terremoto.

L’Organizzazione sta intensificando la sua risposta per fornire aiuto economico alle famiglie più colpite, protezione e spazi educativi per i minori, supporto sanitario e nutrizionale e supporto psicosociale attraverso spazi a misura di bambino dove i minori possano recuperare un senso di normalità ed elaborare il trauma con l’aiuto di operatori esperti, mentre le loro famiglie possono dedicarsi a far fronte alla ricostruzione della propria vita.

Per sostenere gli interventi di Save the Children in emergenza consultare il sito.

UNICEF: mezzo milione di bambini colpiti

L’UNICEF stima che circa 1,2 milioni di persone, compresi 540.000 bambini, sono stati colpiti dal potente terremoto che ha colpito Haiti sabato.

I dipartimenti più colpiti di South, Nippes e Grand’Anse sono ora inondati dalla Tropical Depression Grace, che sta interrompendo ulteriormente l’accesso all’acqua, all’alloggio e ad altri servizi di base. Inondazioni e smottamenti probabilmente peggioreranno la situazione delle famiglie vulnerabili e complicheranno ulteriormente la risposta umanitaria.

Gli sforzi di ricerca e salvataggio sono in corso, con rapporti ufficiali di oltre 1.400 morti e 7.000 feriti. Più di 84.000 case sono state danneggiate o distrutte, insieme alle infrastrutture pubbliche, compresi ospedali, scuole e ponti.

“Ieri sera, ho visto e forti piogge e venti colpire le stesse aree già colpite dal terremoto”, ha detto Bruno Maes, Rappresentante dell’UNICEF ad Haiti, che si trova attualmente a Les Cayes. “Innumerevoli famiglie haitiane che hanno perso tutto a causa del terremoto vivono ora letteralmente con i piedi nell’acqua a causa delle inondazioni. In questo momento, circa mezzo milione di bambini haitiani hanno un accesso limitato o nullo al riparo, all’acqua potabile, all’assistenza sanitaria e alla nutrizione”, ha detto Maes.

La violenza criminale e l’insicurezza complicano la risposta umanitaria, e la strada principale da Port-au-Prince nel sud del paese è controllata da gang. Tuttavia, l’UNICEF è stato in grado di raggiungere le aree colpite con forniture mediche entro poche ore dal terremoto. Un camion dell’UNICEF ha consegnato sei kit medici a tre ospedali a Les Cayes, con forniture sufficienti – compresi guanti, antidolorifici, antibiotici e siringhe – per curare 30.000 vittime del terremoto per tre mesi.

L’UNICEF e i partner stanno distribuendo teloni per rifugi di emergenza, latrine e docce; serbatoi d’acqua per la distribuzione di acqua sicura e kit per l’igiene che comprendono compresse per il trattamento dell’acqua, sapone, kit per l’igiene mestruale e taniche. Nel cortile di un ospedale, l’UNICEF ha installato tende per dare riparo ai pazienti che temevano che l’edificio potesse crollare.

Ulteriori forniture, tra cui kit educativi e ricreativi, saranno rapidamente mobilitati; l’UNICEF sta pianificando attività di coinvolgimento delle comunità per prevenire la separazione delle famiglie e garantire protezione e sostegno psicosociale ai bambini.

L’UNICEF sta lavorando a stretto contatto con il governo e i partner per effettuare valutazioni rapide dei bisogni dei bambini. L’UNICEF stima che avrà bisogno di 15 milioni di dollari per rispondere alle necessità più urgenti di almeno 385.000 persone, compresi 167.000 bambini sotto i cinque anni, per un periodo di otto settimane. Questa iniziale richiesta di finanziamento sarà rivista e aggiornata nelle prossime settimane, man mano che l’impatto sui bambini e sulle famiglie diventerà più chiaro.

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