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Diabete: ertugliflozin preserva la funzione renale

Ertugliflozin preserva la funzione renale nei pazienti con diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari secondo un nuovo studio

Ertugliflozin preserva la funzione renale nei pazienti con diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari secondo un nuovo studio

Nei pazienti con diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare aterosclerotica l’inibitore SGLT2 ertugliflozin ha mostrato risultati promettenti nel preservare la funzione renale e ha rallentato il declino del tasso di filtrazione glomerulare stimato (eGFR), indipendentemente dallo stato renale al basale. È quanto emerge da un’analisi del trial VERTIS CV, pubblicata sul Clinical Journal of the American Society of Nephrology.

Nello studio la perdita della funzionalità renale è stata valutata utilizzando la pendenza dell’eGFR. «Studi recenti hanno utilizzato il rischio di raggiungere un calo percentuale significativo e prolungato dell’eGFR nel tempo come surrogato degli endpoint clinici negli studi sugli esiti renali» hanno scritto il primo autore David Cherney e colleghi dell’Università di Toronto. «Sta crescendo il consenso sul fatto che una diminuzione dell’eGFR di almeno il 40% sia la misura più appropriata nella maggior parte delle circostanze. Tuttavia, questi surrogati potrebbero non essere applicabili a tutte le popolazioni, interventi o nelle prime fasi della malattia renale».

Un altro metodo per valutare la perdita significativa della funzione renale nel tempo prevede l’uso della pendenza dell’eGFR come surrogato dell’insufficienza renale, supportato dai gruppi di lavoro della National Kidney Foundation, e ha l’ulteriore vantaggio di consentire l’utilizzo di un campione meno numeroso. Una riduzione del tasso di declino dell’eGFR, con la conservazione di almeno 0,75 ml/min/1,73 m2/anno, è stata proposta come surrogato della progressione della malattia renale e prevedrebbe almeno il 96% di probabilità di ottenere un beneficio clinico sul progresso della malattia renale cronica (CKD).

I ricercatori hanno quindi randomizzato oltre 8.000 pazienti con un eGFR basale di almeno 30 ml/min/1,73 m2 a ricevere placebo, ertugliflozin 5 mg o ertugliflozin 15 mg in rapporto 1:1:1. Sulla base delle categorie stabilite dalla KDIGO (Kidney Disease: Improving Global Outcomes), un’organizzazione globale senza scopo di lucro che sviluppa e implementa linee guida di pratica clinica basate sull’evidenza nelle malattie renali, il 48,8% dei soggetti era a basso rischio di CKD, il 32% a rischio moderato e il 19,3% ad alto rischio.

Funzione renale preservata con ertugliflozin
I pazienti sono stati seguiti per una mediana di 3 anni, al termine dei quali i ricercatori hanno osservato una conservazione clinicamente rilevante dell’eGFR con ertugliflozin rispetto al placebo a partire da 6 settimane (prima di queste ertugliflozin ha comportato un grado maggiore di declino dell’eGFR, come ci si aspettava).

Nello specifico i risultati specifici hanno mostrato che, tra le settimane 6 e 52, la pendenza annuale della media minimi quadrati dell’eGFR era di -0,12 ml/min/1,73 m2 per il gruppo placebo e 1,62 ml/min/1,73 m2 per il gruppo ertugliflozin, con una differenza di 1,74 ml/min/1,73 m2.

Nel periodo compreso tra le settimane 6 e 156, le pendenze eGFR annuali della media dei minimi quadrati erano rispettivamente -1,51 ml/min/1,73 m2 e -0,32 ml/min/1,73 m2 per i gruppi placebo ed ertugliflozin.

Per l’intera durata dello studio (settimane da 0 a 156) i ricercatori hanno osservato una differenza aggiustata per il placebo nella pendenza della media minimi quadrati di 1,06 ml/min/1,73 m2.

«In questa analisi dello studio VERTIS CV, ertugliflozin ha avuto un effetto favorevole sulla variazione dell’eGFR nel tempo rispetto al placebo, come riflesso da una maggiore conservazione della funzione renale durante il periodo di trattamento cronico dopo 6 settimane» hanno concluso Cherney e colleghi, aggiungendo che «le analisi rivelano potenziali benefici sulla funzione renale con l’inibizione di SGLT2 anche in una coorte che aveva un rischio complessivo relativamente basso di progressione della CKD».

«La protezione contro la progressione della CKD può essere particolarmente importante alla luce della stretta relazione tra la perdita della funzione renale e lo sviluppo dell’insufficienza cardiaca», hanno scritto.

Bibliografia

Cherney D et al. Ertugliflozin and Slope of Chronic eGFR. Clin J Am Soc Nephrol. 2021. Leggi

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