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Fango biologico e scarti organici ottimali per il biometano

L'Italia è il Paese più sprecone d'Europa: la colpa è soprattutto del consumatore finale, responsabile del 68% del cibo che finisce in discarica

Fango biologico e scarti organici sono il binomio vincente per il biometano secondo uno studio dell’Istituto di ricerca sulle acque (Irsa) del Cnr

Un gruppo multidisciplinare dell’Istituto di ricerca sulle acque (Irsa) del Cnr di Roma  ha appena pubblicato un articolo su Renewable Energy, prestigiosa rivista di settore, relativo al processo di digestione anaerobica di scarti urbani in ottica di economia circolare.

Oggetto dello studio, che riassume i risultati ottenuti negli ultimi anni con reattori in scala semi-pilota su food waste di cucine e mense, è l’ottimizzazione del carico applicato al processo di conversione anaerobica di rifiuti organici per la produzione di energia rinnovabile.

Nell’articolo si dimostra come l’attività dei metanogeni, microrganismi in grado di trasformare gli intermedi di reazione (acidi grassi ed idrogeno) in biometano, e la stabilità del processo siano fortemente compromesse anche a carichi di food waste molto bassi. Di contro, una minima aggiunta di fango biologico al food waste garantisce l’arricchimento della comunità microbica di specie come Methanospirillum e Candidatus Methanofastidiosum, in grado di consumare gli intermedi accumulati (in particolare idrogeno) consentendo di superare i limiti termodinamici e garantendo stabilità ed ottime produzioni di metano, anche a carichi elevati.

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