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Il Cnr aderisce al consorzio europeo EMSO-ERIC

L’Italia è al primo posto tra i Paesi mediterranei e al secondo in Europa per finanziamenti pubblici all’energia dal mare. A rivelarlo è il primo rapporto del progetto europeo OceanSET 2020

Un mini parco marino da 3 MW, realizzato con gli attuali dispositivi offshore al largo di Alghero, potrebbe produrre oltre 9,3 GWh/anno

Con due nuovi osservatori sottomarini nazionali nel Mar Ligure il Cnr aderisce al consorzio europeo EMSO-ERIC

Con l’inserimento di due osservatori sottomarini nazionali tra le infrastrutture regionali della rete EMSO-ERIC   – “W1M3A” nel Mar Ligure, gestito dall’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (Cnr-Ias), e “Sud Adriatico”, gestito da OGS e Istituto di scienze polari (Cnr-Isp) –  il Cnr è membro del consorzio europeo EMSO ERIC.

EMSO ERIC (http://emso.eu) è l’infrastruttura pan-europea  costituita da osservatori multidisciplinari sottomarini per il monitoraggio a lungo termine, anche in tempo quasi-reale, dei processi ambientali legati all’interazione tra la geosfera, la biosfera e l’idrosfera, contribuendo a studi in una vasta gamma di aree di ricerca tra cui biologia, geologia, chimica, fisica, ingegneria ed informatica e nei più diversi scenari, dall’ambiente polare a quello subtropicale, garantendo così una ampia interdisciplinarietà. La rete osservativa di EMSO-ERIC è composta attualmente da dodici osservatori sottomarini posizionati su fondali profondi e tre siti di test in acque costiere. Tali osservatori sono dislocati in specifici siti nei mari intorno all’Europa, dal Mar Mediterraneo al Mar Nero, dall’Artico all’Atlantico, formando così una infrastruttura pan-europea ampiamente distribuita. I Paesi membri di EMSO ERIC sono: Italia (che ospita la sede legale), Francia, Spagna, Inghilterra, Irlanda, Grecia, Norvegia, Portogallo e Romania.

Istituti di ricerca ed università italiane hanno riunito le proprie competenze, personale ed attrezzature nella Joint Research Unit EMSO-Italia con uno sforzo senza precedenti per consentire all’Italia di mantenere un ruolo di primo piano nell’infrastruttura di ricerca pan-europea EMSO e per fornire agli scienziati infrastrutture tecnologicamente avanzate per rilevare e studiare cambiamenti e pericoli naturali e antropici legati al clima e alla biodiversità dell’ambiente marino.

Il sito “W1M3A” è parte della Infrastruttura Regionale Western Mediterranean Sea ed è situato al centro del Mar Ligure, a circa 80 Km a sud di Genova su un fondale di 1200 m di profondità all’interno dell’area marina protetta denominata Santuario Pelagos istituita a salvaguardia e protezione dei mammiferi marini che la frequentano grazie a condizioni marine particolarmente favorevoli. L’osservatorio W1M3A contribuirà alle attività di EMSO-ERIC fornendo osservazioni utili per analizzare le interazioni aria-mare e la connessione tra i fenomeni fisici e bio-geo-chimici lungo la colonna d’acqua al fine di valutare i cambiamenti climatici in atto. Inoltre, l’osservatorio consentirà di monitorare il rumore ambientale marino nelle sue componenti antropiche, geofisiche e biologiche. Parte dei dati acquisiti sono consultabili sul portale www.w1m3a.cnr.it.

Il sito “Sud Adriatico”, denominato South Adriatic Sea raggruppa tre siti osservativi per monitorare le caratteristiche oceanografiche del Mare Adriatico Meridionale: “E2M3A” posizionato al centro della fossa Sud Adriatica (gestito dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Applicata – OGS) e due siti, ancoraggi BB ed FF, posizionati sulla scarpata continentale occidentale del bacino gestiti dal Cnr-Isp. Questi siti osservativi forniranno dati utili per monitorare i processi convettivi e di formazione e arrivo di acqua densa, fondamentali per l’apporto di ossigeno nelle acque profonde, ed anche di intercettare il passaggio della North Adriatic Dense Water (NAdDW), che si forma durante l’inverno nell’Adriatico settentrionale, nel momento in cui sprofonda nella parte più profonda dell’Adriatico. Questi processi sono fortemente influenzati dal cambiamento climatico in atto e coinvolgono sia l’atmosfera che la dinamica oceanica.

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