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Green Pass, Giorlandino: guariti dal Covid discriminati

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Claudio Giorlandino, direttore Scientifico dell’Istituto Clinico Diagnostico di Ricerca Altamedica: “Guariti dal Covid discriminati per il Green Pass”

“No alla ingiusta ed insensata discriminazione esistente tra coloro che hanno avuto il Covid senza accorgersene e coloro che sono stati certificati per la guarigione e che quindi hanno un Green pass che dura sei mesi, o forse un anno a seconda delle modifiche del ministero della Salute. Infatti, coloro che hanno avuto il Covid in maniera del tutto asintomatica, non possono documentarlo, perché non hanno registrato il loro stato nei database regionali e ovviamente non posseggono neanche la certificazione di “avvenuta guarigione” da parte del medico curante. Di conseguenza non hanno il certificato verde ma hanno gli anticorpi positivi”. A lanciare l’appello è Claudio Giorlandino, direttore Scientifico dell’Istituto Clinico Diagnostico di Ricerca Altamedica.
“Nei nostri centri, nel giro di tre mesi, abbiamo riscontrato oltre 200 soggetti, sottopostisi all’esame sierologico, che non sapevano di aver avuto il Covid perché asintomatici ma che attualmente presentano un valore anticorpale elevato”, afferma Giorlandino.
Secondo l’esperto “va inoltre aggiunto che costoro, diversamente dai vaccinati, presentano anticorpi contro tutto il virus. Il valore delle loro IgG, in genere di diverse migliaia di mU/ml, sono diretti non solo contro la proteina Spike. Le IgG dei soggetti affetti aggrediscono tutte le proteine virali, non solo la componente S che, come sappiamo, varia continuamente e viene chiamata con nomi sempre diversi quali la Brasiliana, l’Inglese, la Delta ecc. riducendo, fortunatamente solo in parte, la protezione dei vaccinati. Infatti, benché vaccinarsi sia un obbligo etico e clinico, purtroppo si registra che in Inghilterra su 117 nuovi decessi 50 avevano completato il vaccino ed in Israele stimano che il vaccino copra solo il 64% dei soggetti. I guariti invece non corrono questo pericolo, come abbiamo recentemente pubblicato in letteratura internazionale”.
“Tra l’altro, nella maggioranza dei casi i guariti asintomatici presentano valori di anticorpi più stabili ed elevati dei vaccinati. Un esempio? Soggetto asintomatico, con tampone attualmente negativo e con IgM negative (quindi guarito da almeno 40 giorni) presentava un valore di IgG totali di 47.300 mU/ml, mentre un soggetto con 2 dosi Pfizer ultima il 23 giugno 10.400!Tali soggetti sono molto più difesi di chi è stato vaccinato. Per il momento è necessario dare il green pass e vaccinre non su indicazioni “burocratiche” legate alle date dei vaccini o delle guarigioni, ma solo sulla base oggettiva di un esame sierologico. I guariti quindi, anche se non registrati dovrebbero avere un Green Pass permanente!”, aggiunge Giorlandino.
“Detto questo oggi stiamo conducendo uno studio comparativo tra i vari soggetti vaccinati o guariti sui linfociti di memoria. Tale ricerca nel nostro Centro, viene eseguita con una meticolosa e approfondita metodologia mediante un separatore di cellule di ultima generazione, il cell sorter “MACSQuant Analyzer 10” acquisito, tra i primi nel mondo, a tale scopo.
Ciò che sta emergendo, scientificamente entusiasmante e rivoluzionario è che, dai primissimi risultati, appare che la quasi totalità dei guariti presenta cellule di memoria anche dopo un anno dall’infezione e anche se gli anticorpi circolanti sono quasi scomparsi. Ciò conferma quanto già da noi pubblicato nella metanalisi dal titolo “Natural immune response and protection from SARS-CoV-2 reinfection”  pubblicata dal prestigioso Journal Acta virologica  e che, quindi, l’immunità, una volta contratto il virus ed essendo guariti, perdura nel tempo, probabilmente tutta la vita e, per tali soggetti, dura tutta la vita contro tutto il virus.  Le osservazioni sui vaccinati sembrano rivelare risultati altresì interessantissimi” conclude.
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