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Procreazione assistita: l’IA aiuta per la selezione degli embrioni

L'utilizzo dell'intelligenza artificiale per studiare gli embrioni creati in vitro nei laboratori di Procreazione medicalmente assistita permette di ottenere migliori risultati

Nel 2015 la Corte Costituzionale ha stabilito che le coppie fertili portatrici di patologie genetiche hanno diritto ad accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita e alla Diagnosi genetica preimpianto (PGD): vuoto normativo per i malati rari

Studio IVI dimostra che l’intelligenza artificiale nella selezione di embrioni normali dal punto di vista cromosomico ha un tasso di precisione del 75%

Lo sviluppo e l’introduzione delle tecnologie di intelligenza artificiale (IA) ha dimostrato, negli ultimi anni, un grande potenziale per eliminare alcune inefficienze ancora presenti in diverse fasi dei trattamenti di riproduzione assistita, incluso il miglioramento di alcuni processi dei laboratori di fecondazione in vitro (IVF) e, più specificamente, della selezione degli embrioni.

A tal proposito, IVI ha realizzato uno studio approfondito sull’applicazione dell’IA alla selezione degli embrioni che annovera la più ampia casistica combinata della storia scientifica al momento, con l’analisi di 25.000 embrioni e 4.000 pazienti. Grazie a questo studio, IVI ha rivoluzionato il settore dell’embriologia, mettendo a disposizione delle sue cliniche diverse tecniche, che permettono di offrire una selezione universale, standardizzata e automatizzata degli embrioni. Gli ultimi risultati sono stati pubblicati sulla rivista statunitense Fertility and Sterility e sullo European Reproductive Biology OL.

“Nei laboratori di embriologia abbiamo applicato soluzioni basate sui dati per valutare il potenziale di impianto degli embrioni, questo ci ha permesso di migliorare l’efficienza di uno dei processi più importanti nella riproduzione assistita: la coltura e la selezione degli embrioni. Oggi i nostri laboratori raggiungono una precisione del 75% nella selezione degli embrioni normali dal punto di vista cromosomico, risultati che in passato non erano possibili tramite una valutazione esclusivamente “manuale”, indipendentemente dall’esperienza dell’embriologo”, ha affermato il dottor Marcos Meseguer, embriologo e supervisore scientifico dell’Unità di Embriologia di IVI Valencia, riconosciuto recentemente dall’Università di Stanford come uno dei migliori ricercatori a livello mondiale, al pari di professori come José Remohí e Antonio Pellicer, e al Dr. Juan Antonio García Velasco, tutti professionisti IVI.

L’ultimo lavoro sull’applicazione dell’intelligenza artificiale alla selezione degli embrioni, dal titolo “La visione artificiale può distinguere tra embrioni euploidi e aneuploidi. L’IA ha offerto un nuovo approccio per misurare l’attività di divisione cellulare associata allo stato cromosomico” è stato presentato alla 37°edizione del Congresso ESHRE, che quest’anno si svolge online per la seconda volta, a causa della crisi sanitaria.

Alla dottoranda Lorena Bori dell’Istituto IVI di Valencia è stato affidato l’incarico di illustrare i principali risultati dello studio, co-diretto dal dottor Meseguer e dalla dottoressa Daniella Gilboa di Tel-Aviv.

Principali risultati dello studio presentato all’ESHRE

Come può l’IA migliorare i trattamenti FIVET?

L’Intelligenza Artificiale è una tecnologia che comprende l’apprendimento automatico e quello profondo. Il termine IA si riferisce a qualsiasi programma in grado di risolvere problemi, imparare dalle esperienze e svolgere compiti, come fanno normalmente gli esseri umani.

“In particolare, questo sistema classifica automaticamente gli embrioni utilizzando metodi di apprendimento diretto basati sull’esperienza di embriologi esperti, rilevando e valutando tutte le fasi dello sviluppo dell’embrione, classificandone anche la morfologia. La selezione embrionale automatizzata, rispetto a quella manuale, è più accurata, quindi determina un aumento delle probabilità di successo del trattamento”, ha spiegato Daniela Galliano, medico chirurgo, specializzata in Ginecologia, Ostetricia e Medicina della Riproduzione, Responsabile del Centro PMA di IVI Roma.

“Pertanto è possibile affermare che l’IA può apportare numerosi miglioramenti nei trattamenti di fertilità” ha concluso la dott.ssa Galliano. Eccone alcuni:

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