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Stop Iva su assorbenti: parte da Firenze il Tampon Tax Tour

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Da Firenze parte il Tampon Tax Tour per chiedere lo stop all’Iva sugli assorbenti. Il sindaco Nardella e l’assessore Nardini sono i primi firmatari del documento

Parte da Firenze, primo capoluogo di regione italiano a lanciare la campagna sociale, il “Tampon Tax Tour”. E a Palazzo Vecchio, nel corso dell’iniziativa, il sindaco Dario Nardella ha firmato il manifesto per abolire l’Iva sui prodotti igienico sanitari femminiliStessa cosa l’ha fatta Alessandra Nardini, assessora regionale alle Politiche di genere e Pari opportunità.

Dopo poco più di due mesi dall’accordo con le farmacie comunali per abolire l’Iva, parte quindi questa iniziativa promossa dalla consigliera comunale del Pd, Laura Sparavigna, e dall’associazione “Tocca a noi”. Si tratta di un viaggio a tappe tra le regioni italiane (15 in Toscana, 27 nel Paese), finalizzato a registrare le adesioni degli enti locali che hanno deliberato atti a sostegno della campagna. In ogni appuntamento saranno raccolte le firme degli amministratori e delle amministratrici che hanno aderito al manifesto, che poi sarà consegnato ai parlamentari, nell’ultima tappa di Roma, con l’obiettivo di chiedere un emendamento risolutivo nella prossima legge di bilancio.

“Siamo felici e orgogliosi di aver svolto il ruolo di apripista con la decisione di abbattere per un anno l’Iva del 22% sugli assorbenti venduti in tutte le 21 farmacie comunali perché si tratta di prodotti necessari, non di lusso, di cui le donne non possono fare a meno”, spiega Nardella. “L’abolizione della ingiusta tassa è una scelta di equità sociale ed economica e un diritto sociale e, ci auguriamo, venga adottata da un numero sempre maggiore di enti locali. Il prossimo step però è avere una norma nazionale che possa rendere obbligatorio questo abbattimento dell’Iva al 22% per tutto il tessuto commerciale”.

Quella odierna per il Tampon Tax Tour è “una firma doverosa che sottoscrive una battaglia politica e culturale oltre che di civiltà e per l’uguaglianza“, prosegue come riferisce la Dire (www.dire.it). “È inaccettabile che sui prodotti igienici femminili ci sia l’Iva al 22% pari a quella dei beni di lusso, come se gli assorbenti non fossero beni di prima necessità. Si tratta di abbattere le disuguaglianze di genere ed è fondamentale ribadirlo in questo momento perché, come purtroppo sappiamo bene, le conseguenze della crisi socio-economica prodotta dalla pandemia hanno colpito maggiormente le donne allargando un divario esistente già intollerabile”.

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