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Pratica sportiva in Italia: un’indagine su razzismo e bullismo

I bambini con la schiena dritta sono quelli che si muovono ogni giorno. Attività sane come sport di squadra e allenamento individuale aiutano i piccoli

A Cesenatico gol, canestri e schiacciate parleranno molti dialetti: in finale arrivano infatti ben 15 regioni

Ricerca sul rapporto tra pratica sportiva, bullismo, razzismo e stereotipi tra gli studenti italiani, pubblicata sulla rivista on line “Cogent Education” (Vol 8, 2021)

“Lo sport come educazione: anche questo è uno stereotipo?” è il titolo di una ricerca sul rapporto tra pratica sportiva, bullismo, razzismo e stereotipi tra gli studenti italiani, pubblicata sulla rivista on line “Cogent Education” (Vol 8, 2021) a cura di ricercatori dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Cnr (autori: Antonio Tintori, Giulia Ciancimino, Alfredo Vismara, Loredana Cerbara).

L’articolo si basa sulle evidenze scientifiche di un’indagine nazionale condotta in Italia nel 2017 su un campione di 4011 studenti: i risultati dell’analisi statistica mostrano che il potenziale ruolo educativo dello sport non è un valore esplicito incorporato nella sua pratica. In questi termini, oggi il nesso causale tra sport e istruzione appare uno stereotipo.

Lo studio mostra come gli adolescenti che praticano sport al di fuori della scuola siano più propensi a qualsiasi forma di inclusione sociale dimostrando elevati livelli di tolleranza al bullismo e al razzismo, soprattutto nel rapporto con i loro coetanei.

È stata dimostrata la neutralità della pratica sportiva in Italia rispetto all’inclusione sociale e alla diffusione di valori positivi: sebbene lo sport possa essere un utile strumento educativo per mitigare i limiti derivanti da condizioni sociali svantaggiate, non è stata osservata una relazione diretta tra sport e istruzione.

Per diffondere valori sociali positivi e promuovere l’inclusione sociale attraverso lo sport, ipotizziamo che sia necessario superare due limiti: la disuguaglianza nelle opportunità sportive tra gli studenti, e la debolezza del rapporto tra sport e pedagogia.

L’articolo propone, infine, un approccio pedagogico finalizzato all’insegnamento dello sport orientato all’inclusione sociale.

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