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Leucemia mieloide acuta: UE approva venetoclax

Leucemia mieloide acuta

Leucemia mieloide acuta: l’Unione europea approva venetoclax per pazienti di nuova diagnosi non idonei alla chemioterapia intensiva

La Commissione Europea (CE) ha approvato venetoclax in combinazione con un agente ipometilante, azacitidina o decitabina, per il trattamento di pazienti adulti con leucemia mieloide acuta (LMA) di nuova diagnosi non idonei alla chemioterapia intensiva.

“L’approvazione di venetoclax per pazienti con leucemia mieloide acuta da parte della Commissione Europea è un passo importante per migliorare gli standard di cura di questo tumore ematologico tra i più complessi da trattare – afferma Annalisa Iezzi, Direttore Medico AbbVie Italia -. Gli studi clinici ad oggi disponibili dimostrano che venetoclax in combinazione con azacitidina genera un incremento della sopravvivenza globale nei pazienti con leucemia mieloide acuta di nuova diagnosi non idonei alla chemioterapia intensiva rispetto al trattamento con solo azacitidina.

Questa è la terza estensione di indicazione per venetoclax, un farmaco – il primo della sua classe – che si lega selettivamente alla proteina del linfoma a cellule B -2 (BCL-2), inibendola. BCL-2 è una proteina che impedisce alle cellule tumorali di subire l’apoptosi, il processo che porta alla morte naturale o all’autodistruzione delle cellule tumorali.

Questa recente approvazione è basata sui risultati di uno studio clinico di Fase 3 in doppio cieco controllato con placebo,  VIALE-A (M15-656), e di uno studio multicentrico di Fase 1b non randomizzato e condotto in aperto, M14-358. Lo studio VIALE-A ha dimostrato che i pazienti che hanno ricevuto venetoclax in combinazione con azacitidina hanno ottenuto una sopravvivenza globale (OS) statisticamente superiore rispetto ai pazienti che hanno ricevuto azacitidina in monoterapia (p<0.001). Lo studio di fase 1b M14-358, che ha valutato venetoclax in combinazione con gli agenti ipometilanti azacitidina o decitabina, ha mostrato un profilo di sicurezza generalmente coerente con i profili di sicurezza noti di venetoclax in combinazione con azacitidina e con i due farmaci in monoterapia.

Nello studio VIALE-A, gli eventi avversi gravi segnalati con maggior frequenza nel braccio venetoclax più azacitidina e nel braccio placebo più azacitidina sono stati neutropenia febbrile, polmonite, sepsi ed emorragia. Nello studio M14-368, gli eventi avversi gravi segnalati con maggior frequenza tra i pazienti che ricevevano venetoclax in combinazione con decitabina sono stati neutropenia febbrile, polmonite, batteriemia e sepsi.
Nell’aprile 2021 il Comitato europeo per i medicinali per uso umano (CHMP) aveva rilasciato un parere positivo in relazione alla domanda di Autorizzazione all’Immissione in Commercio per venetoclax in combinazione con agenti ipometilanti per il trattamento di pazienti con LMA di nuova diagnosi che non sono idonei alla chemioterapia intensiva.

Venetoclax
Venetoclax è un farmaco – il primo della sua classe – che si lega selettivamente alla proteina del linfoma-a cellule B 2 (BCL-2), inibendola. In alcuni tumori ematologici e in altri tipi di tumori, la proteina BCL-2 si accumula e impedisce alle cellule tumorali di subire il loro processo naturale di morte o autodistruzione (apoptosi). Venetoclax mira alla proteina BCL-2 e agisce per ripristinare il processo di apoptosi.

Venetoclax in combinazione con obinutuzumab è indicato anche per il trattamento di pazienti adulti con leucemia linfatica cronica (LLC) non trattata in precedenza; in combinazione con rituximab per il trattamento di pazienti adulti con LLC che hanno ricevuto almeno una precedente terapia; in monoterapia per il trattamento della LLC in presenza o in assenza di delezione 17p o di mutazione TP53 in pazienti adulti non idonei agli inibitori del pathway del recettore dei linfociti B. Venetoclax è approvato in oltre 80 Paesi, inclusi gli Stati Uniti.

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