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Un modello scientifico spiega le alluvioni in Niger

Il Cnr-Ibe mappa le zone inondate della città di Niamey

Niamey, la capitale del Niger, è particolarmente soggetta alle inondazioni, poiché si trova sulle rive del fiume Niger, che nel suo bacino centrale presenta due picchi di piena: uno estivo (la piena rossa) e uno invernale (la piena nera).

Nel 2020, il fiume Niger a Niamey ha raggiunto i suoi livelli più alti di tutti i tempi dopo un’abbondante stagione delle piogge ed ha causato ingenti danni a persone, beni ed infrastrutture. L’Istituto per la bioeconomia del Cnr, in collaborazione con il Politecnico di Torino, il Servizio meteorologico ed idrologico del Niger, da tempo studia (Progetto ANADIA2) le dinamiche idroclimatiche nel bacino del fiume Niger poiché le alluvioni a Niamey sono state particolarmente frequenti nell’ultimo decennio, sintomo di un cambiamento del comportamento idroclimatico già osservato dalla fine delle grandi siccità degli anni ’70 e ’80 e che viene identificato con il nome di Paradosso Saheliano.
Un nuovo studio, partendo dall’analisi dell’alluvione del 2020, analizza il rapporto precipitazioni-deflusso sul bacino saheliano del fiume Niger.

L’analisi comparativa dei deflussi, delle portate massime annue e dei coefficienti di deflusso con vari indici di pioggia calcolati su dataset grigliati ha permesso di caratterizzare l’ultimo decennio come una nuova Era idroclimatica.  Infatti, l’attuale periodo è caratterizzato da un aumento sostenuto degli indicatori idrologici coerente con l’aumento sia del cumulo delle precipitazioni (+11%) che del numero (+51%) e della magnitudo ( +54%) di eventi estremi.

Lo studio indica che in queste condizioni la frequenza degli eventi idrologici estremi a Niamey tenderà ad aumentare ulteriormente anche a causa della concomitanza di fattori come l’insabbiamento del letto del fiume e gli effetti degli argini. Di conseguenza, lo studio conclude con la necessità di una valutazione completa del rischio di alluvione sulla città di Niamey che consideri sia le recenti tendenze idroclimatiche che le dinamiche di urbanizzazione nelle zone alluvionali, definendo così le strategie di riduzione del rischio più appropriate.

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