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Asma e diabete: meno riacutizzazioni con agonisti GLP-1

Asma severo non controllato: trattamento con tezepelumab permette di raggiungere la remissione clinica di malattia rispetto ai pazienti trattati con placebo

Asma: riacutizzazioni di malattia ridotte nei pazienti diabetici trattati con agonisti recettoriali GLP-1 secondo i dati di un nuovo studio

I pazienti adulti affetti da asma e, contemporaneamente, da diabete di tipo 2, si caratterizzano per un numero più ridotto di riacutizzazioni e di sintomatologia asmatica dopo aver iniziato un trattamento con un agonista recettoriale di GLP-1 rispetto ad altri farmaci per l’intensificazione del trattamento del diabete. E’ questo il risultato principale di uno studio di recente pubblicazione su the American Journal of Respiratory Critical Care Medicine.

Lo studio ha preso le mosse dall’osservazione della capacità degli agonisti recettoriali di GLP-1 di ridurre l’infiammazione allergica delle vie aeree respiratorie e l’infiammazione indotta da virus in modelli preclinici.

Per traslare queste osservazioni nella pratica clinica, i ricercatori hanno potuto attingere alla ormai vasta letteratura d’impiego di questi farmaci per il trattamento del diabete di tipo 2, con tutto il correlato delle informazioni cliniche disponibili nelle cartelle cliniche di questi pazienti.

E’ per questi motivi che i ricercatori hanno condotto uno studio retrospettivo di coorte che ha utilizzato le cartelle cliniche elettroniche per identificare 5.940 pazienti affetti sia da asma che da diabete di tipo 2, ai quali erano stati prescritti per la prima volta agonisti recettoriali di GLP-1 o farmaci diversi dal 2000 al 2018.

L’outcome primario era rappresentato dal numero di riacutizzazioni asmatiche. Quello secondario era rappresentato dalle visite mediche effettuate per sintomatologia asmatica.

Nella coorte in questione, 448 pazienti (età media= 54 anni; 72,1% donne) avevano iniziato un trattamento con agonisti recettoriali di GLP-1, 112 (età media= 60 anni; 58,9% donne) con glifozine (inibitori di SGLT2), 435 (età media= 63,5 anni; 65,7% donne) con inibitori di DPP-4, 2.253 (età media= 59,5 anni; 61,6% donne) con sulfaniluree e 2.962 (età media= 58,4 anni; 65% donne) con insulina.

I risultati a 6 mesi hanno mostrato che i pazienti che avevano iniziato un trattamento con agonisti recettoriali di GLP-1 mostravano conte più ridotte di episodi di riacutizzazione asmatica rispetto a quelli che avevano iniziato un trattamento con glifozine (incidence rate ratio [IRR] = 2,98; IC95%= 1,3-6,8), inibitori di DPP-IV (IRR = 2,45; IC95%=1,54-3,89), sulfaniluree (IRR = 1m83; IC95%=1,2-2,77) e insulina (IRR = 2,58; IC95%=1,72-3,88).

Inoltre, è stato documentato un numero inferiore di visite mediche di controllo per sintomatologia asmatica tra i pazienti che avevano iniziato un trattamento con agonisti recettoriali di GLP-1.

Da ultimo, i risultati ottenuti hanno mantenuto la significatività statistica anche dopo correzione dei dati in base al controllo della glicemia e alla perdita di peso.
In conclusione, i risultati di questo studio suffragano i dati preclinici sulla capacità di questa classe di farmaci antidiabetici di ridurre l’infiammazione polmonare nei modelli preclinici di infiammazione allergica e virale delle vie aeree respiratorie e suffragano l’ipotesi che suggerisce un coinvolgimento diretto del pathway GLP-1 sulle vie aeree respiratorie per regolare sia la funzione polmonare che l’infiammazione nell’asma.

A questo punto, sono necessari studi prospettici in pazienti asmatici, affetti o meno da comorbilità diabetica, per confermare i benefici clinici e i meccanismi di questi farmaci in quanto osservato.

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