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Smart Bay di Santa Teresa studierà cambiamenti climatici

L’Italia è al primo posto tra i Paesi mediterranei e al secondo in Europa per finanziamenti pubblici all’energia dal mare. A rivelarlo è il primo rapporto del progetto europeo OceanSET 2020

Un mini parco marino da 3 MW, realizzato con gli attuali dispositivi offshore al largo di Alghero, potrebbe produrre oltre 9,3 GWh/anno

Nelle acque della baia di Santa Teresa, in provincia di La Spezia, nasce un laboratorio hi-tech per lo studio di alghe, briozoi, molluschi e coralli, organismi ancora poco considerati, ma di estrema importanza per le strategie di adattamento e mitigazione al cambiamento climatico. Con l’avvio di questo progetto pilota, prende il via ufficialmente la prima Smart Bay italiana, una piattaforma collaborativa promossa da Enea alla quale partecipano anche Cnr, Ingv, Comune di Lerici, Scuola di Mare S. Teresa e Cooperativa Mitilicoltori Associati

L’iniziativa è stata presentata il 20 maggio in occasione della Giornata europea del mare: l’obiettivo è quello di gestire in maniera coordinata le infrastrutture di ricerca marina ed atmosferica, e sperimentare le tecnologie più avanzate a supporto di settori ad alto potenziale di crescita e occupazione sostenibili quali acquacoltura, turismo, biotecnologie marine ed energia dal mare, in linea con le finalità del Cluster tecnologico Blue Italian Growth (BIG) nel più ampio contesto della strategia europea Blue Growth.

“Con la Smart Bay di Santa Teresa intendiamo promuovere ricerca e tecnologie, rafforzare il nostro supporto alle realtà locali e allo stesso tempo proteggere e valorizzare il capitale naturale del golfo”, evidenzia il direttore del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali di Enea Roberto Morabito. “Il nostro obiettivo è implementare la conoscenza degli ecosistemi marini e dei servizi che offrono anche con riferimento agli obiettivi della transizione ecologica. Inoltre, con l’integrazione di attività scientifiche, turistico/ricreative e formative che nasceranno vogliamo rappresentare un primo modello di sostenibilità e cooperazione replicabile anche in altre aree, contribuendo a rafforzare la ricerca scientifica italiana nel campo delle scienze marine”.

Nell’ambito del progetto pilota si studierà il ruolo svolto da questi ecosistemi marini presenti nella baia e nel Golfo nel fornire servizi ecosistemici, quali la regolazione del clima, il supporto e la fornitura di habitat oltre che il contributo culturale ed estetico.

“Comprendere il funzionamento di questi ecosistemi marini, l’influenza reciproca con l’ambiente che li circonda ed infine migliorarne la percezione sociale rappresentano il punto di partenza per pianificare una vera transizione ecologica che coinvolga ricercatori, stakeholder, amministratori del territorio e cittadini”, sottolinea Chiara Lombardi, ricercatrice del laboratorio Enea Biodiversità e Servizi Ecosistemici presso il Centro ricerche di Santa Teresa. “La Smart Bay nasce per creare una piattaforma di dialogo e promuovere la cooperazione tra diversi attori su un territorio piccolo ma prezioso, affinché attraverso lo scambio e la collaborazione si indirizzi il lavoro verso una crescita Blue, che sia di ricerca, innovazione, produzione o turismo, con gli ecosistemi e la tecnologia al centro”.

A spiegare il ruolo del Cnr nella Smart Bay di Santa Teresa è Marcello Magaldi, ricercatore dell’Istituto di scienze marine (Cnr-Ismar) di Lerici. “Il ruolo del Cnr è duplice: da un lato siamo coinvolti negli studi di bio-geo-chimica del sistema carbonato e nell’implementazione di strumentazioni di monitoraggio per lo studio dell’acidificazione degli oceani. Inoltre, mettiamo disposizione le conoscenze scientifiche sul trasporto e la dispersione di sostanze in mare, utilizzando radar costieri, boe alla deriva e modelli di circolazione. In particolare, i sistemi di radar costieri che insistono all’entrata del Golfo fanno parte della rete transfrontaliera tra l’Italia e la Francia e sono tra le principali infrastrutture di ricerca grazie alle quali l’Italia partecipa all’iniziativa Europea JERICO-RI (Joint European Research Infrastructure for Coastal Observation) presentata lo scorso settembre nell’ambito della Roadmap ESFRI”.

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