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Covid: pronto un protocollo per le discoteche

Discoteche in crisi nera con il lockdown e il promoter lancia l'allarme per la ripresa: "La pandemia è stato il colpo di grazia per il settore"

Il virologo Bassetti: “Pronto un protocollo per le discoteche. Basta crocifiggere i giovani”. Test al Fabrique e al Praia con il certificato verde

Stiamo permettendo al settore dell’intrattenimento, che è stato crocifisso per tanto tempo durante la pandemia, di ripartire in sicurezza“. Lo dichiara alla Dire, Matteo Bassetti, primario della clinica per le malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, a proposito del protocollo per le discoteche approntato dall’associazione delle imprese dell’intrattenimento Silb-Fipe.

Bassetti, che il protocollo per le discoteche lo ha sottoscritto insieme al virologo e assessore alla sanità pugliese Pierluigi Lopalco e al primario di malattie infettive di Palermo, Antonio Cascio, spiega alla Dire da dove trae origine l’iniziativa: “abbiamo osservato e appreso ciò che hanno fatto alcuni Paesi europei, più evoluti a livello turistico e nell’organizzazione dei grandi eventi, prima di noi: Spagna, Olanda, Inghilterra, Grecia. Abbiamo quindi mutuato i loro protocolli sanitari per gli eventi Covid-free e li abbiamo fatti nostri. Permettendo così al settore dell’intrattenimento di ripartire in sicurezza, dopo che è stato crocifisso per tanto tempo”.

non sono state le discoteche ad essere le responsabili della seconda ondata, la scorsa estate, spiega Bassetti ma “le scuole e i trasporti, ed è quindi l’ora di finirla di crocifiggere i giovani e chi si diverte. In questo Paese abbiamo creato guelfi e ghibellini su tutto. I giovani sono coloro che hanno pagato lo scotto più grosso, dopo i tanti anziani e non solo, che sono deceduti. Un ristoro restituirà al ristoratore parte dei denari persi – sottolinea Bassetti – ma nessuno potrà restituire in quasi 15 mesi ciò che hanno perso questi ragazzi. Per questo motivo, un protocollo per le riaperture sperimentali dei locali il prossimo 5 giugno, due o tre locali, credo che sia giusto e potrà mettere ordine in una materia che fino ad oggi è stata gestita in modo disordinato”.

“È stato puntato il dito contro la movida, colpevolizzando i giovani, creando un muro contro muro, ma non è così che si ottiene il senso di responsabilità. Semmai – puntualizza il primario del San Martino di Genova – dare delle misure di sicurezza e, un domani, con le vaccinazioni che riguarderanno i più giovani”.

“IN LIGURIA PUÒ RIPARTIRE L’INTRATTENIMENTO”

“Ho fatto parte del gruppo di lavoro sulle discoteche e sono nella task force della Regione Liguriami auguro che anche in questo territorio, come in tutta Italia, si possa dare seguito al protocollo sulla ripartenza delle discoteche e dell’intrattenimento realizzato con Silb-Fipe” dice Bassetti, primario della clinica di malattie infettive del San Martino di Genova.

Interpellato dalla Dire, Bassetti spiega che “in Liguria ci sono tanti locali all’aperto e questo può agevolarci nella ripartenza degli eventi di intrattenimento Covid-free, visto che la trasmissione all’aria aperta è molto ridotta”. Il nuovo avvio è permesso anche dal calo dei contagi – ricorda Bassetti – su cui il governo ha giocato la carta del ‘rischio calcolato’, mentre alcuni scienziati lo avevano giudicato azzardato: “credo che sia arrivato il tempo per cui queste persone debbano chiedere scusa per l’allarme che hanno lanciato – osserva l’infettivologo del San Martino. Alcuni colleghi avevano profetizzato un aumento dei morti e dei contagi a due-tre settimane dalla riapertura del 26 aprile, ma questo è procurato allarme perché non si è verificato e i casi continueranno a decrescere“.

Un vantaggio, spiega la Dire (www.dire.it), che ora è garantito dai vaccini, afferma Bassetti: “Stanno tenendo a bada la pandemia e lo faranno anche nei prossimi mesi. Chi ha detto che ci sarebbero stati 600 morti nella seconda e terza settimana di maggio ha sbagliato. Io riconosco l’errore se sbaglio, come ho fatto nella seconda ondata, altrettanto dovrebbero fare ora queste persone – chiosa il direttore di malattie infettive del San Martino.

PARTONO TEST AL FABRIQUE E AL PRAIA

Sugli esempi di Spagna e Inghilterra, anche l’Italia è pronta alla sperimentazione delle discoteche ‘covid-free’. Il prossimo 5 giugno, dopo quasi due anni di stop, 2000 persone si ritroveranno a ballare senza distanziamento (ma con la mascherina) al ‘Praia’ di Gallipoli per capire se la riapertura di questo tipo di locali si possa conciliare con il Covid e l’arrivo dell’estate. Qui le persone entreranno solo con il green pass e prima di uscire dovranno sottoporsi ad un nuovo tampone.

Accanto alla struttura pugliese all’aperto, verrà fatta anche una sperimentazione al chiuso, al ‘Fabrique’ di Milano. Questo per capire se con tutte le precauzioni che verranno messe in campo, il virus riesce a circolare oppure no.

A lanciare la proposta della sperimentazione è stata la Silb-Fipe, l’associazione italiana imprese ed intrattenimento. Sue anche le proposte inviate al comitato tecnico scientifico del governo per riaprire in sicurezza.

Per accedere alle discoteche ‘covid-free’, occorrerà essere vaccinati o avere un tampone negativo effettuato nelle 24 ore precedenti l’entrata. I biglietti saranno nominali e acquistati online, in modo tale da poter rintracciare tutti i presenti. Inoltre,  i locali verranno sanificati e verrà utilizzato solo materiale monouso.

GLI ESEMPI DI SPAGNA E INGHILTERRA

Il primo concerto post-covid si è tenuto il 27 marzo scorso al Palau de Sant Jordi a Barcellona. Qui, ben 5mila persone, hanno preso parte al live dei ‘Love of Lesbian’ effettuando il tampone prima di entrare. Solo 6 persone sono risultate positive e quindi rimandate a casa.

A seguire è stata l’Inghilterra, dove il primo maggio, tremila persone si sono scatenate nella discoteca ‘Circus’ di Londra. Anche in questa occasione, i partecipanti dovevano risultare negativi al test antigenico effettuato nelle 24 ore precedenti l’ingresso.

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