Site icon Corriere Nazionale

Gli occhi e la mente: a Ravenna apre la mostra su Dante

Dante Alighieri

Il 7 maggio a Ravenna, alla presenza del ministro della Cultura Dario Franceschini, inaugura la mostra “Dante. Gli occhi e la mente. Le arti al tempo dell’esilio”

Dalla natia Firenze lungo le tappe dell’esilio fino all’ultimo rifugio, Ravenna. Verrà inaugurata nel capoluogo romagnolo, dopo lo slittamento dovuto alla pandemia, il 7 maggio, alla presenza del ministro della Cultura Dario Franceschini, la mostra “Dante. Gli occhi e la mente. Le arti al tempo dell’esilio“, una delle esposizioni pensate per celebrare i 700 anni dalla morte del sommo poeta. Alla chiesa di San Romualdo, parte della Fabbrica della Biblioteca Classense, saranno in esposizione capolavori dell’arte di fine 1200 e inizio 1300, da Giotto a Cimabue, da Arnolfo di Cambio a Nicola Pisano, grazie ai prestiti dai più prestigiosi musei italiani e internazionali, come gli Uffizi di Firenze, i Musei vaticani e il Louvre di Parigi.

“L’aspettativa è enorme”, sottolinea questa mattina alla stampa collegata da remoto l’assessore regionale alla Cultura Mauro Felicori, anche perché “ricominciamo a respirare e a sperare. E non ci si dovrà demoralizzare- avverte- se nel primo periodo non ci sarà un grande afflusso di turisti. Il turismo è solo una delle ricadute dell’attività culturale e la prima è quella educativa, il primo fatturato è quante persone accedono per la prima volta a un museo o a una mostra”. L’attenzione va in particolare agli emiliano-romagnoli affinché “imparino a essere turisti a casa propria” e da questo punto di vista, sottolinea l’assessore, la Regione deve “aumentare la capacità di sostenere le comunità locali, creando reti”, dato che “le città d’arte hanno una possibilità di crescita che non possiamo immaginare”.

Per le celebrazioni dantesche in tempo di pandemia, aggiunge il sindaco Michele De Pascale, è stata messa in campo “una ingegneria logistica culturale”, cercando di “cogliere tutte le opportunità per soddisfare la sete di cultura”. Il mese di maggio per la città sarà “molto significativo”, con le inaugurazioni anche dei riallestimenti del museo di Dante e del Mar. Così “Ravenna si fa trovare pronta per le riaperture e nel segno della cultura riparte alla grandissima”.

L’inaugurazione della mostra, conferma l’assessore alla Cultura Elsa Signorino, ha “un grande valore simbolico, una ripartenza nel segno della cultura e delle celebrazioni dantesche“, con un maggio denso di appuntamenti. L’esposizione ha una “precisa identità, l’arte del tempo di Dante che lo ha influenzato” e invita a “uscire dai confini della sede espositiva per suggerire percorsi nel territorio” e nelle città, da Forlì a Verona. A conferma di una “fitta trama di relazioni” create per il settimo centenario. Già il titolo, entra più nel dettaglio il direttore del Mar Maurizio Tarantino, rimanda a un verso del Paradiso per cui la mostra “deve pigliare la mente”.

Sono tre, spiega la Dire (www.dire.it), le esposizioni per le celebrazioni dantesche: oltre a questa, quella già inaugurata sul centenario del 1921 tra Gabriele D’Annunzio, Benedetto Croce e fascismo, e quella di settembre sull’influenza di Dante sull’arte contemporanea. Nella chiesa di San Romualdo verrà ripercorso il pre esilio a Firenze, spiega il curatore Massimo Medica, i viaggi a Roma a inizio ‘300 per, tra l’altro, incontrare papa Bonifacio VIII, e poi le varie tappe della fuga da Firenze. Attraverso dipinti, sculture, volumi, opere di oreficeria, miniature. Il soggiorno a Padova, dove era al lavoro Giotto; a Bologna con le opere di Oderisi da Gubbio e Franco Bolognese; Lucca e Pisa, con Nicola e Giovanni Pisano; e poi Verona e Ravenna, tra pittori giotteschi e mosaici. La mostra si chiude con un manoscritto eseguito nello stesso anno del viaggio fatale a Venezia. E rimarrà aperta fino al 4 luglio.

Exit mobile version