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Nuovo studio sulla dissezione coronarica spontanea

Il sufentanil sublinguale ha controllato efficacemente il dolore postoperatorio da moderato a severo nei pazienti sottoposti a chirurgia della colonna vertebrale

Dissezione coronarica spontanea: terapia medica paragonabile alla terapia invasiva nel rischio a lungo termine di morte, recidiva e rivascolarizzazione ripetuta

Tra i pazienti con dissezione coronarica spontanea, o SCAD, la terapia medica risulta paragonabile alla terapia invasiva nel rischio a lungo termine di morte, recidiva e rivascolarizzazione ripetuta, secondo quanto risulta in uno studio pubblicato online sull’ “American Journal of Medicine”.

«La gestione ideale della SCAD deve ancora essere chiaramente definita» affermano gli autori, guidati da Chayakrit Krittanawong, cardiologo presso il Baylor College of Medicine di Houston (Texas).

Revisione sistematica e meta-analisi di 17 studi
«Abbiamo pertanto condotto una ricerca completa su Ovid MEDLINE, Ovid Embase, Ovid Cochrane Database of Systematic Reviews, Scopus e Web of Science dall’inizio del database dal 1966 al settembre 2020 per tutti gli studi originali (trial randomizzati controllati e studi osservazionali) che hanno valutato i pazienti con SCAD» proseguono.

I gruppi di studio sono stati definiti mediante assegnazione alla terapia medica (terapia medica) rispetto alla terapia invasiva (per esempio intervento coronarico percutaneo o innesto di bypass coronarico).

Nessuna differenza in termini di recidive, infarto e mortalità
«Nella nostra meta-analisi di 17 studi osservazionali, non abbiamo riscontrato alcuna differenza significativa per quanto riguarda il rischio di morte a lungo termine, infarto miocardico ricorrente e SCAD ricorrente tra pazienti trattati con terapia medica vs terapia invasiva per la gestione di SCAD non aterosclerotica» sottolineano Krittanawong e colleghi.

Più in dettaglio, il rischio di morte (RR= 0,753, IC al 95% da 0,21 a 2,73; i2= 21,1%, p=0,61), recidiva di SCAD (RR=1,09; IC al 95% da 0,61 a 1,93; I2=0,0%, p=0,74) e rivascolarizzazione ripetuta (RR=0,64; IC al 95% da 0,21 a 1,94; I2= 57,6%; p=0,38) non erano statisticamente diversi tra terapia medica e terapia invasiva per un follow-up che variava da 4 mesi a 3 anni.

Solo farmaci con paziente stabile e non ad alto rischio
In conclusione, in questa meta-analisi di studi osservazionali, il rischio a lungo termine di morte, SCAD recidivante e rivascolarizzazione ripetuta non differiva significativamente tra i pazienti SCAD trattati con terapia medica rispetto a quelli trattati con terapia invasiva.

«Questi risultati supportano l’attuale consenso degli esperti sul fatto che i pazienti dovrebbero essere trattati con terapia medica quando sono clinicamente stabili e non sono presenti caratteristiche ad alto rischio» concludono I ricercatori, che aggiungono: «per confermare questi risultati sono necessari ulteriori studi su larga scala, inclusi trial clinici randomizzati».

Riferimenti

Krittanawong C, Nazir S, Hassan Virk H, et al. Long-Term Outcomes Comparing Medical Therapy versus Revascularization for Spontaneous Coronary Artery Dissection: A Systematic Review and Meta-Analysis. Am J Med. 2021 Mar 24. doi: 10.1016/j.amjmed.2021.02.011. Epub ahead of print.
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