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Divario retributivo di genere: la situazione nell’UE

Donna al lavoro, divario retributivo di genere

Divario retributivo di genere: nell’Unione europea le donne lavoratrici guadagnano in media il 14% in meno all’ora rispetto agli uomini

Le donne lavoratrici nell’UE guadagnano in media il 14% in meno all’ora rispetto agli uomini. Come viene calcolato questo divario retributivo di genere e quali sono le ragioni?

Anche se il principio di “parità di retribuzione per lavori di pari valore” venne introdotto già nel Trattato di Roma nel 1957, il cosiddetto “divario retributivo” persiste – con miglioramenti marginali raggiunti negli ultimi anni.

Cos’è il divario retributivo di genere? Come viene calcolato?

Il divario, o differenziale, retributivo di genere è la differenza tra i compensi orari lordi di uomini e donne.
Si basa sugli stipendi versati direttamente ai dipendenti prima delle detrazioni fiscali e dei contributi previdenziali. Nei calcoli si tiene conto soltanto delle aziende con dieci o più dipendenti. 14,1%: questo il divario retributivo medio di genere nell’UE nel 2019.

Alcune delle ragioni del divario retributivo di genere sono strutturali e sono legate alle differenze di occupazione, al livello di istruzione e all’esperienza lavorativa. Se rimuoviamo questa parte, ciò che rimane è noto come il divario retributivo di genere “corretto”.

Il divario retributivo di genere in UE

Nell’Unione europea il divario retributivo varia ampiamente. Nel 2019 le discrepanze più alte sono state registrate in: Estonia (21,7%), Lettonia (21,2%), Austria (19,9%), Germania (19,2%), Repubblica Ceca (18,9%), Slovacchia (18,4%) e Ungheria (18,2%). Sempre nel 2019, la forbice del divario è stata invece più ridotta in: Polonia (8,5%), Slovenia (7,9%), Belgio (5,8%), Italia (4,7%), Romania (3,3%) e Lussemburgo (1,3%).

Interpretare i numeri non è così semplice come sembra. Difatti, un minore divario retributivo di genere in un paese specifico non corrisponde necessariamente a una maggiore uguaglianza di genere.

In alcuni stati membri, divari retributivi più bassi tendono ad essere collegati ad una minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro. A loro volta, divari più alti tendono a essere collegati ad un’elevata percentuale di donne che svolgono un lavoro part-time o alla loro concentrazione in un numero ristretto di professioni. Ciononostante, è possibile riscontrare delle cause strutturali legate al divario salariale di genere.

Le cause del divario retributivo di genere

In media, le donne svolgono più ore di lavoro non retribuito, per esempio prendendosi cura dei bambini o badando ai lavori domestici. Un tale divario di genere nelle ore di lavoro non retribuito è comune a tutti i paesi dell’UE, anche se varia da un minimo di 6/8 ore a settimana nel nord Europa a un massimo pari a oltre le 15 ore in pasi come l’Italia, la Croazia, la Slovenia, l’Austria, Malta, la Grecia e Cipro (in base ai dati raccolti nel 2015).

Tutto ciò implica una minore disponibilità di tempo per il lavoro retribuito: stando ai dati raccolti nel 2018, quasi un terzo delle donne (30%) lavora part-time, mentre solo l’8% degli uomini lavora part-time. Quando si tengono in considerazione sia il lavoro non retribuito che quello pagato, inoltre, risulta che le donne lavorano più ore a settimana degli uomini.

Le donne sono inoltre più propense ad avere interruzioni di carriera e a prendere decisioni professionali basate sulla cura e le responsabilità familiari.

Circa il 30% del divario retributivo totale di genere può essere spiegato con una sovra-rappresentanza di donne in settori relativamente a basso salario come l’assistenza, le vendite o l’istruzione. Vi sono ancora posti di lavoro, per esempio nei settori della scienza, della tecnologia e dell’ingegneria, dove la percentuale di uomini impiegati è molto elevata (oltre l’80%).

Le donne occupano anche meno posizioni dirigenziali: è donna meno del 10% degli amministratori delegati delle principali aziende. Se si tiene in considerazione il divario tra le diverse professioni, le donne manager sono le più svantaggiate: guadagnano il 23% in meno all’ora rispetto agli uomini manager.

Le donne continuano ad essere vittime di una vera e propria discriminazione sul luogo di lavoro, che si riflette nell’essere retribuite meno dei colleghi di sesso maschile che hanno le stesse qualifiche o che lavorano alle stesse condizioni e nelle stesse categorie professionali e nel subire una retrocessione al ritorno dal congedo di maternità.

Le donne non soltanto guadagnano di meno all’ora, ma svolgono anche meno ore di lavoro retribuito e più lavoro non retribuito, oltre ad avere più probabilità di essere disoccupate rispetto agli uomini. Tutti questi fattori messi insieme portano a una differenza di guadagno complessivo tra uomini e donne pari a circa il 37% in tutta l’UE (secondo i dati raccolti nel 2018).

Colmare il divario: combattere la povertà e rafforzare l’economia

Ridurre il divario salariale tra i sessi porta a una maggiore equità di genere e, allo stesso tempo, favorisce la riduzione della povertà e la crescita dell’economia.

Si osserva che il divario retributivo tra i sessi si allarga con l’età – durante la carriera e parallelamente ai crescenti bisogni familiari – mentre è piuttosto basso quando le donne entrano nel mercato del lavoro. Con meno denaro da risparmiare e investire, questi divari si accumulano e di conseguenza le donne sono a maggior rischio di povertà ed esclusione sociale in età avanzata. Nel 2019, il divario pensionistico di genere era pari a circa il 29% nell’UE.

La parità di retribuzione non è solo una questione di giustizia, stimolerebbe anche l’economia in quanto le donne potrebbero spendere di più. Aumenterebbe la base imponibile e alleggerirebbe parte dell’onere gravante sui sistemi previdenziali. Le valutazioni mostrano che una riduzione dei un punto percentuale del divario retributivo di genere comporterebbe un aumento del prodotto interno lordo dello 0,1%.

Cosa sta facendo il Parlamento per ridurre il divario retributivo di genere

Il 21 gennaio 2021, gli eurodeputati deputati hanno adottato una risoluzione sulla strategia dell’UE per la parità di genere, con la quale si richiede alla Commissione di redigere un nuovo ambizioso piano d’azione per far fronte al divario retributivo di genere all’interno del quale siano stabiliti degli obiettivi chiari per gli Stati membri al fine di ridurre il divario salariale di genere nei prossimi cinque anni.

Inoltre, il Parlamento raccomanda di rendere più agevole l’accesso per le donne e le ragazze in aree di studio e lavoro a predominanza maschile, di favorire la flessibilità dell’orario di lavoro e di migliorare i salari e le condizioni di lavoro in settori fortemente dominati dalle donne.

Scopri di più su ciò che il Parlamento fa per ridurre il divario retributivo di genere e per promuovere l’uguaglianza di genere

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