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HIV: dolutegravir e lamividudina si confermano efficaci

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HIV: la doppia combinazione con dolutegravir e lamividudina si conferma efficace in una analisi dei sottogruppi a tre anni

La duplice combinazione dolutegravir/lamivudina (DTG/3TC) non è risultata inferiore al regime a 3 farmaci DTG/tenofovir/emtricitabina (TDF/FTC) nel raggiungere la soppressione virologica negli adulti naïve al trattamento alle settimane 48, 96 e 144. I risultati di una analisi dei sottogruppi degli studi GEMINI-1 e GEMINI-2 sono stati presentati alla Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI) 2021.

GEMINI-1 e 2 sono studi di fase III con lo stesso disegno, globali, in doppio cieco e multicentrici. I partecipanti che allo screening avevano un HIV-1 RNA <500.000 copie/ml e nessuna mutazione di resistenza agli inibitori della transcriptasi inversa sia nucleosidici (NRTI) che non (NNRTI) e agli inibitori delle proteasi (PI), sono stati randomizzati a ricevere i regimi DTG/3TC o DTG/TDF/FTC una volta al giorno, stratificati in base all’HIV-1 RNA plasmatico e alla conta delle cellule CD4+. L’endpoint primario era la percentuale di partecipanti che raggiungevano la soppressione virologica (HIV-1 RNA plasmatico <50 copie/ml) alla settimana 48.

Il regime antivirale a due farmaci composto da dolutegravir e lamivudina in un’unica compressa giornaliera è disponibile in Italia dallo scorso giugno per il trattamento dell’infezione HIV-1 in adulti e adolescenti di età superiore ai 12 anni e peso corporeo di almeno 40 Kg, con nessuna resistenza nota o sospetta alla classe degli inibitori dell’integrasi o a lamivudina. Il regime DTG/3TC riduce il numero di agenti antiretrovirali da assumere per trattare l’infezione rispetto alle triplici terapie tradizionali.

Nei due trial la combinazione DTG/3TC ha dimostrato un’efficacia non inferiore a DTG/TDF/FTC, grazie al raggiungimento di un HIV-1 RNA plasmatico <50 copie/ml, una misura standard di controllo della carica virale dopo 48 settimane. Dopo tre anni di follow-up la risposta si è mantenuta molto elevata in ogni braccio, confermando la non-inferiorità.

Analisi dei sottogruppi nei trial GEMINI
Al congresso sono stati presentati i risultati di un’analisi aggregata dell’endpoint secondario di efficacia alla settimana 144, in funzione della malattia al basale e alle caratteristiche demografiche.

In GEMINI-1 e 2 sono stati randomizzati e trattati rispettivamente 714 e 719 adulti. Utilizzando un margine di non inferiorità del 10%, il regime DTG/3TC non è risultato inferiore alla triplice terapia DTG/TDF/FTC alla settimana 144 sia nei due studi presi singolarmente che nell’analisi aggregata.

I tassi di risposta nei diversi sottogruppi di HIV-1 RNA al basale erano elevati e simili in entrambi i bracci nell’analisi aggregata, inclusi i partecipanti con HIV-1 RNA al basale >100.000 copie/ml. Inoltre i risultati sono stati generalmente coerenti indipendentemente dall’età, dal sesso o dalla razza.

Mentre i tassi di risposta con DTG/3TC sono rimasti inferiori rispetto alla triplice terapia con una conta CD4+ <200 cellule/mm3, le differenze erano inferiori rispetto alle settimane 48 e 96, per motivi in gran parte non correlati all’efficacia virologica o al regime di trattamento.

In entrambi gli studi, 12 partecipanti sottoposti a DTG/3TC e 9 soggetti trattati con DTG/TDF/FTC hanno soddisfatto i criteri di conferma di ritiro per cause virologiche (CVW, confirmed virologic withdrawal) fino alla settimana 144. Nessuno presentava mutazioni di resistenza emergenti dal trattamento per i farmaci NRTI. Un partecipante non CVW con DTG + 3TC con una non aderenza segnalata ha sviluppato una mutazione M184V alla settimana 132, a cui si è aggiunta la mutazione R263R/K alla settimana 144, conferendo una variazione di 1,8 volte della suscettibilità a dolutegravir.

«In GEMINI-1 e 2, la combinazione DTG/3TC non è risultata inferiore a DTG/TDF/FTC negli adulti naïve al trattamento alla settimana 144, dimostrando un’efficacia duratura» hanno concluso gli autori. «I risultati di efficacia del sottogruppo alla settimana 144 erano generalmente coerenti con i risultati complessivi dello studio, a ulteriore dimostrazione che questa duplice terapia rappresenta un trattamento iniziale efficace per uno spettro di caratteristiche della malattia e di popolazioni di pazienti con infezione da HIV».

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