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Colute ulcerosa: con mirikizumab stop ai sintomi in un mese

colite pouchite

Colite ulcerosa, con mirikizumab remissione clinica a 12 settimane e scomparsa dei sintomi dopo 4 settimane secondo gli ultimi dati

Mirikizumab ha raggiunto gli endpoint primari e secondari nello studio di induzione di fase 3 di 12 settimane LUCENT-1 per il trattamento della colite ulcerosa. È quanto riporta un comunicato stampa dell’azienda Lilly.

Mirikizumab è un anticorpo monoclonale IgG4 umanizzato che si lega alla subunità p19 dell’interleuchina 23. Mirikizumab è in fase di studio per il trattamento di malattie immunitarie, tra cui psoriasi, colite ulcerosa e morbo di Crohn.

Lo studio LUCENT-1 è uno studio di induzione di fase 3, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo che ha valutato l’efficacia e la sicurezza di mirikizumab per il trattamento di pazienti con colite ulcerosa (UC) da moderata a grave.

“C’è una continua necessità di trattamenti aggiuntivi che possono fornire alle persone che convivono con la colite ulcerosa sollievo dai loro sintomi più difficili” ha evidenziato William J. Sandborn, MD, professore di medicina e capo della divisione di gastroenterologia, Università della California, San Diego. “I risultati di questo studio forniscono ulteriori prove cliniche del potenziale per mirikizumab di diventare il primo biologico anti-IL-23p19 per il trattamento della colite ulcerosa”.

In un confronto tra mirikizumab e placebo, il farmaco ha raggiunto l’endpoint primario di remissione clinica a 12 settimane (p<0.0001). Gli autori specificano che la remissione clinica si ottiene quando l’infiammazione del colon è controllata o risolta, portando alla normalizzazione o quasi alla normalizzazione dei sintomi come la frequenza delle feci e il sanguinamento.

Inoltre, i pazienti che hanno ricevuto mirikizumab rispetto al placebo hanno raggiunto endpoint secondari a 12 settimane con valori di p statisticamente significativi, tra cui ridotta urgenza intestinale, risposta clinica, remissione endoscopica, remissione sintomatica e miglioramento dell’infiammazione istologica endoscopica.

Inoltre, mirikizumab ha dimostrato un rapido miglioramento dei sintomi del paziente già quattro settimane dopo l’inizio del trattamento. Tale anticorpo ha anche ridotto i sintomi tra i pazienti che in precedenza non avevano risposto o che avevano smesso di rispondere alle terapie biologiche e/o agli inibitori della Janus chinasi (JAK).

L’incidenza di eventi avversi emergenti dal trattamento (EA) e eventi avversi gravi tra i pazienti trattati con mirikizumab era coerente con quella del precedente studio di fase 2 in UC e con studi con la classe di anticorpi anti-IL-23p19.

Gli eventi avversi più comuni includevano nasofaringite, anemia e cefalea sia per i pazienti trattati con placebo che per quelli trattati con mirikizumab.

Secondo quanto riferito, mirikizumab ha diminuito i sintomi nei pazienti che originariamente non avevano risposto al trattamento o che avevano smesso di rispondere alle terapie biologiche e/o ad inibitori della Janus chinasi.

I ricercatori stanno ora conducendo LUCENT-2, uno studio di mantenimento in corso, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo su mirikizumab in pazienti che hanno completato lo studio di induzione LUCENT-1.

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