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Vaccino Covid per animali: veterinari dubbiosi

Ad Aprile in Russia al via la produzione di Carnivak-Cov, il primo vaccino al mondo contro il Covid-19 destinato agli animali

La Corte di Cassazione riconosce a dirigenti medici e veterinari ASL l'anzianità di servizio anche per i contratti a tempo determinato. Il Codacons lancia un'azione collettiva contro lo Stato per i risarcimenti

I veterinari italiani esprimono perplessità sul KarniVak-Kov, il vaccino anti-Covid russo per gli animali: “Si rischia di creare inutile allarmismo”

Anche cani, gatti e animali carnivori e d’allevamento da pelliccia hanno il proprio vaccino contro il Covid-19. Questo, almeno, è quanto sostengono gli scienziati del Servizio federale per la sorveglianza veterinaria e fitosanitaria della Russia, che ne hanno annunciato la registrazione. KarniVak-Kov, questo il nome del siero, sarebbe dunque il primo vaccino al mondo contro il Coronavirus rivolto esclusivamente agli animali. Un vaccino che indurrebbe la produzione di anticorpi nel 100% degli animali trattati. Gli studi clinici su KarniVak-Kovsono sarebbero iniziati lo scorso ottobre e avrebbero coinvolto, tra l’altro, cani, gatti, volpi e visoni. La sua produzione di massa, informano da Mosca, potrebbe prendere il via a partire dai prossimi giorni. L’agenzia Dire (www.dire.it) ne ha parlato con Marco Melosi, presidente dell’associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi).

– Presidente Melosi, come commenta questa notizia?

“Non vorrei che un annuncio di questo tipo creasse un inutile allarmismo. Sappiamo quanto sia importante la vaccinazione anti Covid per l’uomo per evitare la diffusione del virus ma, allo stesso tempo, siamo a conoscenza che gli animali carnivori, come il cane o il gatto, possono infettarsi. Questo è stato dimostrato ma è avvenuto in un numero estremamente limitato di casi. Voglio sottolineare che in nessuno di questi sporadici casi è stato dimostrato che il cane, il gatto o un altro carnivoro possa essere in grado di infettare l’uomo: è sempre avvenuto il contrario. Quindi, siamo proprio noi esseri umani che rischiamo di infettare i nostri piccoli amici. Poi, a volte, gli animali si ammalano senza mostrare sintomi: avviene per i cani, a volte per i gatti ma si parla di singoli casi in tutto il mondo. Ritengo dunque che questa notizia possa solo creare falsi allarmi dei quali, al momento, possiamo tranquillamente fare a meno”.

– In questo periodo i veterinari hanno registrato un numero maggiore di abbandoni di animali, in particolar modo di cani e gatti?

“Direi assolutamente di no, anzi. Il lockdown è stato l’occasione per valorizzare proprio il ruolo degli animali da compagnia all’interno delle famiglie. Posso dirle inoltre che si è verificato un aumento delle adozioni da parte degli italiani, in particolare dei cani rinchiusi nei canili. Da questo punto di vista direi che i cittadini hanno capito bene che non c’è alcun pericolo e che è molto più rischioso stringere la mano di una persona sconosciuta che abbracciare un cane o un gatto”.

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