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Zucchero Amaro fa chiarezza sul diabete di tipo 2

Gli adulti con diabete di tipo 2 e un indice di massa corporea elevato sono a maggior rischio di sviluppare una nefropatia diabetica

Al via Zucchero Amaro, una campagna di sensibilizzazione sul diabete mellito tipo 2 che documenta come gli italiani percepiscono il tema

Il diabete è una malattia contagiosa? Chi ha il diabete può praticare attività sportiva? Sono solo alcune delle errate convinzioni degli italiani circa il diabete, le sue cause e conseguenze. Per essere di supporto a fornire la corretta consapevolezza sui temi legati alla patologia oggi ha preso il via Zucchero Amaro, una campagna di sensibilizzazione sul diabete mellito tipo 2 che documenta con uno stile innovativo come gli italiani percepiscono il tema del diabete e percorre le città d’Italia con l’obiettivo di sfatare alcuni falsi miti migliorare la conoscenza della malattia. L’iniziativa è supportata da Novo Nordisk Italia, in partnership con IBDO Foundation e Cittadinanzattiva.

Zucchero Amaro, un progetto di sensibilizzazione sul Diabete Tipo 2
La campagna ha un portale dedicato  e pone l’accento sull’importanza di un’informazione veritiera e certificata, soprattutto in un periodo come quello pandemico in cui cercare le risposte online è diventata per i cittadini la soluzione più immediata.

“In un periodo storico come quello che stiamo vivendo diventa sempre più importante fornire ai cittadini strumenti che possono essere utili e validi per curare il Diabete. Le difficoltà che si riscontrano nell’accesso alle cure possono rendere più difficile il controllo e la gestione della malattia, sottovalutando oltremodo quelli che sono i rischi legati al Diabete”, afferma Davide Lauro, Direttore U.O.C. Endocrinologia e Diabetologia, Dipartimento di Scienze Mediche, Fondazione Policlinico Universitario Tor Vergata, Roma.

Caratterizzata da una video serie in 8 puntate, realizzata attraverso decine di interviste raccolte in diverse regioni d’Italia, la campagna indaga le esperienze personali legate al diabete tipo 2 intrecciando le storie delle persone con gli approfondimenti specifici sulla malattia. Per una grande percentuale degli intervistati, la conoscenza del diabete si basa su luoghi comuni e falsi miti, spesso locali e talvolta curiosi, come l’affermazione di alcuni cittadini per i quali a causare il diabete potrebbe essere addirittura uno spavento.

La campagna nasce da un ascolto delle conversazioni online, avviato alla fine del 2019 e proseguito durante il 2020, che ha permesso di evidenziare come il Covid-19 abbia fatto da propulsare al dibattito sul tema diabete, lasciando emergere le paure, i dubbi e le incertezze dei malati. “I pazienti con diabete corrono un rischio di complicazioni maggiori da Coronavirus” ha dichiarato l’OMS, ed è per questo che con la pandemia il tema è diventato sempre più presente sul web.

“Oggi più che mai è importante comprendere i rischi legati alla diffusione di notizie false – afferma Fabio Grandin, P&O and Communication Sr Director di Novo Nordisk. La rete è un mezzo potente di conoscenza, ma anche un veicolo di disinformazione: il nostro impegno nel promuovere il cambiamento passa anche attraverso lo sviluppo di nuovi strumenti per rispondere alle esigenze dei pazienti e di un pubblico trasversale in cerca di risposte. La campagna Zucchero Amaro nasce dall’ascolto delle conversazioni in rete, diventato ancora più attento in quest’ultimo anno, durante il quale il Covid-19 ha messo in evidenza le vulnerabilità di tutti i cittadini e in particolare delle categorie più fragili in cui rientrano i malati con diabete”.

Che cosa succede, infatti, quando l’informazione basata su falsi miti arriva all’utente finale, condizionandone il comportamento e compromettendone la salute? Che cosa spinge l’utente del web a lasciarsi travolgere dalle informazioni senza verificare l’attendibilità della fonte?

“Un fattore fondamentale che entra in gioco in questo caso è l’incertezza – afferma Giuseppe Riva, Direttore del Laboratorio di Tecnologia applicata alla Psicologia presso l’IRCCS Istituto Auxologico Italiano e Docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Nello specifico prima della pandemia il paziente soprattutto se cronico aveva imparato a gestire la patologia secondo uno schema che seguiva senza dubbi. Con l’arrivo del Covid-19, il paziente è stato investito da una grande incertezza legata alla fragilità della categoria, si è trovato di fronte a un sistema sanitario in uno stato di completa emergenza e per questo si è sentito nella condizione di dover trovare in prima persona delle risposte. E questo è avvenuto attraverso un confronto con chi si trovava nella stessa situazione, ma soprattutto ricercando le esperienze dirette degli altri pazienti in rete. Tuttavia, le esperienze più condivise e che generano maggiori conversazioni sono quelle emotivamente più rilevanti che non sempre sono supportate da evidenze scientifiche. Per questo motivo durante il picco pandemico abbiamo notato una crescita della curva delle conversazioni e una tendenza al rientro in corrispondenza di un attenuarsi della crisi”.

“Nella comunicazione della gestione e nel trattamento del diabete è importante fare un salto culturale – afferma il Prof. Andrea Giaccari, Responsabile del Centro per le Malattie Endocrine e metaboliche – Fondaz. Policlinico Universitario A. gemelli IRCCS di Roma: è necessario per esempio comunicare che il diabete tipo 2 non deve essere vissuto con un senso di colpa. Anche se il principale strumento di prevenzione e cura del diabete è lo stile di vita corretto, pochi ricordano che il diabete tipo 2 viene solo a chi lo eredita dalla propria famiglia. Quante sono le persone che, pur in sovrappeso e sedentari, non hanno né avranno mai il diabete? Molti di più di quanti non ne siano affetti. Questa informazione però, come molte altre, spesso non è veicolata e per questo è importante fare in modo che le persone con diabete possano contare su un’informazione chiara e attendibile, in un’epoca in cui tutto passa dal digitale”.

Cristina Bianchi, U.O. Malattie Metaboliche e Diabetologia – Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, continua: “La corretta informazione, a tutti i livelli, può consentire una più precoce identificazione del diabete ed una sua migliore gestione. Disponiamo oggi di numerose risorse terapeutiche in grado di prevenire o ritardare l’insorgenza delle complicanze del diabete, ahimè spesso sottovalutate. Sensibilizzare la popolazione in generale, le persone con diabete, i medici di medicina generale e anche gli stessi medici diabetologici a un tempestivo e corretto intervento può fare la differenza per tante persone”.

La pandemia da Covid-19 ha messo in evidenza e accentuato alcune delle problematiche quotidiane dei malati di diabete, come la gestione dei piani terapeutici e i controlli ambulatoriali, disagi emersi anche dalle conversazioni online. Antonio Gaudioso, Segretario Generale di Cittadinanzattiva ha sottolineato: “Il digitale rappresenta un potenziale straordinario per aiutare i pazienti e fornire loro ogni tipo di supporto sia informativo come avviene per esempio con la campagna Zucchero Amaro che terapeutico, come avviene invece con la tele-medicina. È importante però che tutti i pazienti siano correttamente informati sulle opportunità in campo per avere risposte e assistenza anche in un periodo così complicato come in pandemia”.

Grazie ad una sezione specifica che indaga vari aspetti della malattia e alla collaborazione con un board scientifico dedicato, la campagna Zucchero Amaro vuole diventare un punto di riferimento per tutte le persone che hanno bisogno di approfondire le proprie conoscenze sul diabete tipo 2, imparando a difendersi dalle fake news. “Se in un primo momento, prendere consapevolezza di errate convinzioni è importante – afferma Mauro Iannizzi, Senior Manager di H-Farm – lo è ancor di più avere la possibilità di ricredersi e imparare davvero cos’è corretto. Abbiamo quindi caratterizzato la campagna con una buona dose di empatia e ironia, affrontando il tema in una modalità fresca e oggettiva, con un tone of voice brillante e mai stucchevole, con la speranza che il messaggio possa arrivare a quante più persone possibili”.

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