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La provocazione di Salvatore Iacono: si finge morto per un giorno

Salvatore Iacono si finge morto per un giorno

Si finge morto per un giorno ma è una performance di denuncia sociale: la provocazione di Salvatore Iacono, gallerista e attivista di Ischia Street Art

“Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d’arte per guardare la propria anima”. Inizia così, con una citazione del poliedrico scrittore irlandese George Bernard Shaw, il nuovo intervento urbano, tra i più provocatori finora attuati dal noto gallerista di Ischia Street Art, a sostegno dell’arte contemporanea e a denuncia dell’attuale situazione nella quale essa riversa.

E poliedrica è anche la personalità dell’attivista e performer Salvatore Iacono, ideatore di questa nuova messa in scena, figura molto in vista e discussa dell’isola e non solo che, alle prime luci dell’alba di lunedì 29 marzo, lascia comparire, per le vie di Ischia, un classico manifesto funebre, corredato di una foto personale (a destra) e di un quadro dell’artivista Mimmo Di Caterino (a sinistra), riportante la notizia della sua stessa morte, sconcertante e inattesa, suscitando sorpresa e sgomento nei suoi compaesani e conoscenti, che hanno subito inondato il suo profilo Facebook di messaggi di cordoglio.

“E’ venuto a mancare improvvisamente il gallerista, attivista e performer Salvatore Iacono dopo una strenua opposizione alle restrizioni imposte dalla pandemia da Covid-19 che hanno duramente colpito il settore dell’arte e delle gallerie d’arte. Lo ricordano gli artisti, gli amici ed i collaboratori. I funerali si svolgeranno in forma privata e le ceneri saranno custodite nei locali della galleria di Ischia Street Art di Forio in via Costantino 28. Si dispensa dalle visite e dai fiori.”.

Così prosegue il suddetto manifesto, del tutto realistico e credibile, se non fosse che a un occhio attento e allo sguardo di chi segue il lavoro di Ischia Street Art ed è informato sulla tipologia di interventi artistici messi in atto dal suo gallerista fondatore, non sfugge l’intento provocatorio, a denuncia della stasi nella quale l’arte, lentamente, sta morendo. Perché in effetti, anche se Salvatore Iacono è vivo e sta bene – e ci tiene a farlo sapere spiegando, nella stessa mattinata di lunedì, attraverso un post apparso sui suoi social network, lo scopo sociale della performance – in qualche modo è, e si sente, morto per le istituzioni e per uno Stato che, da oltre un anno ormai, continua ad ignorare le sue richieste, che altro non sono che i bisogni di un’intera categoria, quella delle gallerie d’arte, della quale Iacono si fa portavoce.

L’intervento, infatti, fa seguito a due social performance attuate nei mesi scorsi e aventi identico scopo: la prima, “C’è anche l’arte!”, realizzata a gennaio quando Iacono, facendo irruzione in un maxistore marchio Decò a Forio, ha posizionato due quadri di Di Caterino (scontati e svenduti) tra i ripiani dei generi alimentari; la seconda quando, a febbraio, i quadri sono stati esposti in chiesa, causando un certo scalpore mediatico nonché l’indignazione della comunità cristiana.

Entrambe le azioni sono un chiaro riferimento all’attuale situazione economico-finanziaria che attanaglia il mondo globalizzato, in particolare l’arte e la cultura, messe completamente da parte, lasciate nel dimenticatoio di questo momento buio che il cosmo sta vivendo, a causa del Covid-19 e delle restrizioni imposte dal Governo. In particolar modo, le gallerie d’arte stanno patendo gli effetti della crisi e dei mesi di chiusura imposti dai numerosi e ormai insensati DPCM, che si susseguono da marzo dell’anno scorso e che non danno tregua né speranza alla cultura e soprattutto al mondo dell’arte.

Salvatore Iacono non è nuovo a questo genere di interventi costruiti sul filo dell’illegalità, attraverso performance estreme di denuncia sociale e, fin dal primo lockdown, ha continuato la sua battaglia personale contro il sistema corrotto dell’arte contemporanea, a difesa dell’intero comparto delle gallerie d’arte italiane, senza lasciarsi fermare dalle costrizioni governative, ideando e inscenando nuovi modelli di fruizione dell’arte. Dai primi interventi di poster art realizzati con Street Art File Print da maggio ad agosto 2020, passando per le varie mostre/non-mostre con protagonista Mimmo Di Caterino (da Lockdown/Social alla più recente trilogia di Social Distancing), fino ad arrivare all’installazione – Oxygene di Michele Penna “Non dare per scontato l’aria che respiri!” – realizzata a dicembre scorso nei sei comuni dell’isola.

Il lavoro che da anni svolge Salvatore Iacono con Ischia Street Art Gallery, una “non-galleria”, una galleria a cielo aperto, centro d’arte e luogo multi-operativo, promulgatore di una cultura artistica e di rilancio del territorio, attrattiva turistica e snodo centrale di aggregazione sociale, è un lavoro più che significativo, essenziale per l’intera comunità dell’isola ma anche per tutti quegli artisti socialmente impegnati che trovano nella gallery un modo nuovo per esprimersi.

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