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Gotta: allopurinolo e benzbromarone non guardano al sesso

Allopurinolo e febuxostat si equivalgono per efficacia nel controllare le recidive di gotta, anche nei pazienti con nefropatia cronica allo stadio 3

Gotta: la risposta ad allopurinolo e a benzbromarone non cambia in base al sesso secondo i risultati di un nuovo studio

Nonostante le manifestazioni cliniche di gotta siano differenti tra uomini e donne, la risposta agli inibitori di xantina-ossidasi o ai farmaci uricosurici non cambia in base al sesso: lo dimostrano i risultati di uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Rheumatology: Advances in Practice che risponde ad alcuni dubbi emersi in letteratura al riguardo.

Razionale e disegno dello studio
La gotta è una condizione clinica prevalentemente maschile, con un rapporto di prevalenza uomini-donne che si attesta su 3-4 a 1. Data questa distribuzione di prevalenza, si sa poco sulla gotta nel sesso femminile, per quanto l’incidenza di malattia nelle donne sia raddoppiata nel corso degli ultimi 20 anni.

L’interesse per la gotta al femminile ha guadagnato posizioni negli ultimi anni: gli studi fin qui disponibili suggeriscono l’esistenza di differenze nella manifestazione di gotta nei due sessi. Per esempio, la gotta si palesa in età più avanzata nelle donne ed è più frequentemente accompagnata da comorbilità; le donne affette da gotta, inoltre, utilizzano più spesso diuretici.

Fino ad ora, a conoscenza degli autori del nuovo studio, non vi erano molti dati su una risposta differente alla terapia ipouricemizzante nei due sessi. I trial clinici sui farmaci per la gotta, infatti, sono stati condotti prevalentemente negli uomini, con poche possibilità, per la ridotta casistica di pazienti di sesso opposto, di fare analisi dei dati per sottogruppi.

Una differenza importante tra i due sessi (forse trascurata nei trial per la gotta) è che le donne affette dalla malattia si caratterizzano per una escrezione media di acido urico ridotta rispetto ai pazienti gottosi di sesso maschile. Inoltre, i dati provenienti da uno studio condotto su un’ampia coorte di pazienti senza gotta ma affetti da calcolosi, hanno mostrato che le pazienti di sesso femminile presentavano livelli di escrezione di acido urico significativamente più bassi rispetto ai pazienti di sesso maschile.

Questa escrezione ridotta di acido urico nelle donne affette da gotta ha portato a formulare due ipotesi relative alla risposta alle terapie ipouricemizzanti: 1) ci potrebbe essere una migliore risposta ai farmaci uricosurici (es: benzbromarone) rispetto agli inibitori di xantina ossidasi (allopurinolo) nelle pazienti di sesso femminile; 2) potrebbe essere lecito attendersi una migliore risposta delle pazienti con gotta ai farmaci uricosurici vs. gli inibitori di xantina ossidasi in confronto ai pazienti gottosi di sesso maschile.

Di qui il nuovo studio, retrospettivo e di coorte, che si è proposto di analizzare le differenze all’interno dei sessi e tra i due sessi relative alla risposta a farmaci ipouricemizzanti con meccanismi d’azione differenti.
A tal scopo, è stata messa a confronto nei due sessi la risposta positiva alla terapia con allopurinolo o benzbromarone, definita dal raggiungimento di un livello target di uricemia (sUA) <0,36 mmol/l in 6 mesi e valutata la modifica dell’effetto in base al sesso in termini di differente risposta al trattamento.

Risultati principali
I ricercatori hanno analizzato i dati relativi a 255 donne e 1.045 che avevano iniziato un trattamento a base di allopurinolo, e di 60 donne e 205 uomini che avevano iniziato un trattamento con benzbromarone.

Dopo 6 mesi, la proporzione di donne che ha raggiunto il target di sUA è stato pari al 58,4% e al 66,7% per quelle trattate, rispettivamente, con allopurinolo e benzbromarone. (differenza: −8%; IC95%=−22%; 5%).
La proporzione rispettiva di uomini che ha raggiunto il target di sUA è stato pari al 61% e al 75,6% per quelli trattati, rispettivamente, con allopurinolo e benzbromarone  (differenza: −15%; IC95% = −21%; −8%).

Dopo correzione dei dati per la presenza di fattori confondenti, l’odd ratio (OR) di raggiungimento del target uricemico con benzbromarone vs. allopurinolo nel sesso femminile è stato pari a 0,91 (IC95%= 0,47-1,75) – 1,55 nel sesso maschile (IC95%=1,04-2,32).

Da ultimo, dopo correzione per la presenza di effetti confondenti, non è emerso un ruolo determinante del sesso di appartenenza sulla differenza delle risposta ad allopurinolo e a benzbromarone  (OR=0,59; IC95%=0,28-1,24).

Riassumendo
In conclusione, per quanto le donne si caratterizzino per tassi di escrezione di acido urico inferiori rispetto agli uomini, ciò non si traduce in differenze rilevanti tra i due sessi dei tassi di risposta ad un inibitore di xantina ossidasi o ad un farmaco uricosurico. Pertanto, la scelta del farmaco ipouricemizzante non deve basarsi sulla presenza supposta di differenti risposte in base al sesso.

Bibliografia
Veenstra F et al. Sex differences in response to allopurinol and benzbromarone in gout: a retrospective cohort study. Rheumatol Adv Pract. 2021; 5(1): rkab002.
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