Site icon Corriere Nazionale

Fibrillazione atriale: edoxaban più efficace nelle donne

Attacco di cuore: le donne in premenopausa hanno risultati a lungo termine buoni secondo un nuovo studio italiano

Fibrillazione atriale: edoxaban ad alte dosi rispetto a warfarin ottiene esiti migliori nelle donne rispetto agli uomini

Nelle donne con fibrillazione atriale (AF) ad alto rischio cardiovascolare (CV), il trattamento con edoxaban ad alte dosi conferisce, rispetto al warfarin, una maggiore riduzione dell’ictus emorragico e del sanguinamento maggiore rispetto agli uomini, con un’efficacia simile, secondo un’analisi secondaria dello studio ENGAGE AF-TIMI 48, pubblicata su “Circulation”.

«I principali risultati di questa analisi sono che l’entità della riduzione di più endpoint di sanguinamento grave con un regime a base di edoxaban a dosi più elevate rispetto al warfarin, tra cui emorragia intracranica, sanguinamento fatale o pericoloso per la vita, e il composito di sanguinamento principale o non grave clinicamente rilevante, erano maggiori nelle donne che negli uomini» osservano gli autori, coordinati da Robert P. Giugliano, specialista in medicina cardiovascolare al Brigham and Women’s Hospital e professore associato di medicina alla Harvard Medical School.

«L’ictus o gli eventi embolici sistemici, la morte cardiovascolare e l’esito netto sono stati ridotti a un livello simile sia nelle donne che negli uomini» aggiungono.

«Simile agli studi precedenti, tassi più elevati di ictus ma minori tassi di mortalità cardiovascolare si sono verificati nelle donne rispetto agli uomini, sebbene queste differenze non hanno raggiunto rilevanza statistica dopo aggiustamento multivariato» riferiscono i ricercatori.

«Tuttavia, le donne avevano un rischio significativamente più elevato di sanguinamento non importante dal punto di vista clinico e qualsiasi sanguinamento evidente rispetto agli uomini dopo aggiustamento multivariato».

Dati tratti dallo studio ENGAGE AF-TIMI 48
Lo studio ENGAGE AF-TIMI 48 includeva 21.105 pazienti con AF e CHADS2 con un punteggio di almeno 2 (38% donne) a cui è stato assegnato in modo randomizzato un regime con edoxaban ad alte o basse dosi o con warfarin. Il regime con edoxaban ad alte dosi era di 60 mg al giorno, quello a basse dosi era di 30 mg al giorno.

Era emerso che edoxaban non era inferiore al warfarin per la prevenzione dell’ictus o dell’embolia sistemica e conferiva un rischio inferiore per il sanguinamento e la morte CV.

Analisi secondaria basata sul genere
Per questa analisi dello studio ENGAGE AF-TIMI 48, i ricercatori hanno valutato l’efficacia e il profilo di sicurezza di edoxaban nelle donne rispetto agli uomini. Gli autori hanno scoperto che l’edoxaban ad alte dosi conferiva una maggiore riduzione dell’ictus emorragico rispetto al warfarin nelle donne negli e uomini (HR per le donne = 0,3; IC al 95% 0,15-0,59; HR per gli uomini = 0,7; IC al 95% 0,46-1,06; P per interazione = 0,037).

Non sono state osservate interazioni significative in altri esiti di efficacia per edoxaban ad alte dosi rispetto al warfarin. Secondo i ricercatori, le donne che hanno ricevuto edoxaban ad alte dosi, rispetto agli uomini, hanno sperimentato maggiori riduzioni di:

L’aumento del sanguinamento gastrointestinale maggiore con edoxaban ad alte dosi rispetto al warfarin era simile sia per le donne che per gli uomini (HR per le donne = 1,34; IC al 95% 0,96-1,87; HR per gli uomini = 1,19; IC al 95% 0,94-1,5; P per interazione = 0,59).

Per l’edoxaban a basso dosi, il rischio di ictus ischemico è risultato significativamente aumentato rispetto al warfarin; tuttavia, tutti gli endpoint relativi a sanguinammento, lmortalità e outcome netto sono stati ridotti in misura simile sia tra le donne che tra gli uomini (P per l’interazione in tutti > 0,05).

Vantaggi relativi anche al profilo di sicurezza del DOAC ad alte dosi
«Il profilo di sicurezza dell’edoxaban ad alte dosi rispetto al warfarin era ancora più favorevole nelle donne che negli uomini, anche dopo aver considerato le differenze di base tra i sessi in un’analisi di sensibilità» riportano i ricercatori.

«Questo potrebbe essere almeno in parte correlato alla più alta percentuale di donne che si sono qualificate per la riduzione della dose: 36% contro 19% al momento della randomizzazione e 8,7% contro 6,7% durante il follow-up» specificano Giugliano e colleghi.

«È degno di nota il fatto che un’analisi delle cause di morte e delle loro relazioni con il sanguinamento nello studio ENGAGE AF-TIMI 48 abbia scoperto che più della metà della riduzione dei decessi nei pazienti trattati con edoxaban potrebbe essere attribuita a una riduzione del sanguinamento maggiore» rilevano gli autori.

«È quindi possibile che i criteri di riduzione della dose selezionati in questo studio siano stati particolarmente favorevoli per le donne ed è stato trovato un “punto debole” che bilancia l’efficacia anti-ischemica e il rischio di sanguinamento. Tuttavia, ulteriori analisi approfondite che limitano i pazienti che hanno e non hanno soddisfatti i criteri per la riduzione della dose indicano un profilo di sicurezza costantemente più favorevole nelle donne rispetto agli uomini».

Riferimenti

Zelniker TA, Ardissino M, Andreotti F, et al. Comparison of the Efficacy and Safety Outcomes of Edoxaban in 8040 Women Versus 13 065 Men With Atrial Fibrillation in the ENGAGE AF-TIMI 48 Trial. Circulation. 2021;143(7):673-684. doi: 10.1161/CIRCULATIONAHA.120.052216. 
leggi

Exit mobile version