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Didattica a distanza: il vero problema è la connessione

kimpy

Il problema della Dad non è la carenza di device ma le difficoltà di connessione a Internet secondo l’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna

La mancanza di connessione, sia per la scarsa copertura del territorio sia per i costi a carico delle famiglie, è il principale ostacolo alla didattica a distanza. Lo conferma l’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna, che ha pubblicato un report con i risultati del monitoraggio sulla Dad eseguito su 534 scuole statali di ogni ordine e grado. Oltre l’80% delle scuole ha monitorato la didattica a distanza durante lo scorso anno scolastico con rilevazioni del numero di connessioni, incontri online e numero di classi virtuali, spiega l’Usr, con monitoraggi rivolti anche alle famiglie e agli studenti.

Oltre il 70% di queste scuole ha poi restituito gli esiti delle rilevazioni sia all’interno dell’istituto sia su web. Delle scuole che hanno monitorato la Dad (475 in tutto), il 90% ha fatto rilevazioni anche sui casi di mancata partecipazione degli studenti. Le principali cause emerse sono state appunto “l’assenza o la mancanza di connessione e motivazioni di carattere sociale, come difficoltà economiche o carenza di competenze digitali dei genitori e dei familiari”.

L’Usr, spiega la Dire (www.dire.it), ci tiene tra l’altro a sottolineare come “la mancanza di device non abbia assunto un ruolo preponderante, anche per l’azione di acquisto e distribuzione di strumentazione nella fase di emergenza. Solo in un quarto delle risposte la difficoltà di partecipazione è dovuta alla mancanza di device“. Invece, scrive l’Usr, “la principale criticità rilevata si riferisce alla mancanza di connettività, risposta che mette insieme problematiche tecniche (insufficiente copertura geografica a banda larga) e socio-economiche (disponibilità della famiglia a sostenere i costi per la connettività dati)”.

È dunque “la mancanza di fatto di una connessione adeguata l’ostacolo più rilevante alla Dad”, afferma l’Usr dell’Emilia-Romagna. Tutte le scuole che hanno aderito alla rilevazione hanno il registro elettronico e nel 98% dei casi hanno attivato strumenti per la didattica a distanza (quasi tutte hanno una piattaforma ad hoc). Il 92% delle scuole si è dotata di linee guida per la Dad già nel periodo del lockdown. Nel 90% dei casi sono stati forniti ai docenti anche attività di formazione a distanza, materiali e videotutorial di sostegno: il 54% degli insegnanti ha partecipato ai corsi di formazione dell’Usr. Il 76% delle classi si è organizzato operando in modo coordinato sulla didattica a distanza, mentre solo nel 4% dei casi i docenti hanno agito in modo autonomo. Gli strumenti più utilizzati sono state le classi virtuali (93%), audio e videochiamate (91%) e posta elettronica della scuola (79%).

Quasi tutti i docenti hanno fatto lezione in sincrono con gli alunni (96%), ma sono state molto usate anche le spiegazioni video-registrate (63%), i compiti individuali sui libri di testo (57%) e la trasmissione di materiale per lo studio autonomo (53%). Alle materne, invece, è stato preponderante l’invio di audio o video registrati (91%), oltre a videochiamate di gruppo (76%) e allo scambio di materiali con le famiglie (73%). Oltre il 95% delle scuole, nella fase emergenziale, ha predisposto attività e materiali specifici per gli studenti con disabilità e con altri bisogni educativi speciali.

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