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A Palazzo Zabarella 8 Marzo con le “Donne della Macchia”

A Palazzo Zabarella 8 Marzo all'insegna delle "Donne della Macchia"

Otto Marzo all’insegna delle “Donne della Macchia”: in mostra a Palazzo Zabarella a Padova nell’ambito della mostra i “Macchiaioli.  Capolavori dell’Italia che risorge”

Una riapertura coraggiosa e all’insegna del femminile. Dopo il triste periodo di chiusura per l’emergenza covid delle festività natalizie, ritorna a Palazzo Zabarella a Padova e prosegue con successo la mostra  “I MACCHIAIOLI. Capolavori dell’Italia che risorge”, rivolgendo in questa seconda fase una attenzione particolare alle donne che furono legate sotto gli aspetti più diversi  ai maestri della Macchia. “LE DONNE DELLA “MACCHIA”. Indipendenza e forza della figura femminile” è il titolo della sezione della mostra padovana dedicata alle “donne macchiaiole” e che le vede protagoniste attraverso  un’ampia rassegna di interessanti opere, tra dipinti e fotografie, nonché documenti vari.

Personalità schiette e ribelli, irriverenti e libere nei confronti di tradizioni e convinzioni, i Macchiaioli andarono contro tutti e tutto inneggiando quasi alla loro condizione di miseria ed elevando la donna al ruolo che le spettava: grande dignità e profonda fiducia nella vita in quel gruppo di artisti così fuori dal comune.

Fu proprio Telemaco Signorini a spingere Anna Franchi, attivista e giornalista d’arte ammessa nel 1900 all’Albo dei giornalisti di Milano preceduta soltanto da un’altra donna (Anna Kuliscioff), a scrivere le memorie del movimento artistico dei Macchiaioli. La notizia della cosa fu accolta subito da tutto il gruppo con grande entusiasmo; vedevano forse in questa pubblicazione una sorta di rivincita sul sistema che li aveva sempre messi da parte. I Macchiaioli parlano di una donna forte e consapevole, indipendente e coraggiosa. La donna macchiaiola è la donna colta che li ha sostenuti come Isabella Falconer. La nobildonna inglese, tipica rappresentante della raffinata ed intellettuale colonia britannica residente in Toscana, era titolare di un salotto intellettuale nella sua villa della Falconiera a Collegigliato, presso Pistoia, dove Signorini fu introdotto dall’amico anglista Enrico Nencioni. Isabella, in virtù del suo carattere spregiudicato e del moderno aggiornamento culturale alle tendenze più evolute dell’arte e della letteratura, guarda con interesse alla pittura naturalista e inizia ad acquistare i dipinti di Telemaco Signorini, il più ‘europeo’ dei pittori dell’entourage macchiaiolo.

Tra le “donne macchiaiole” presenti nella mostra padovana anche Fiorella Favard de l’Anglade. Donna elegante e di notevole cultura, fa ritorno a Firenze col nome di Fiorella Favard e seguendo i consigli dell’amica Isabella Falconer si interessa alla pittura dei Macchiaioli, la cui modernità ben si sposa al suo carattere dinamico e curioso, nonché aperto alle novità del panorama artistico contemporaneo. Silvestro Lega e’ poi uno dei Maestri della Macchia a rimanere letteralmente folgorato  dal fascino, bellezza muliebre ed eccentricità  di Titta Elisa Guidacci, donna dal forte carattere come traspare dal monumentale ritratto che il pittore le dedica e che troneggia ora in mostra a Palazzo Zabarella. La figura femminile appare effigiata in tutto il classico decoro della sua dignità aristocratica, con in mente i modelli degli astrali ritratti del Bronzino.

Figura femminile importante nell’ambito del movimento dei Macchiaioli fu pure quella di Maria Ottavia Vettori Medici. Donna colta e raffinata, educata alle arti dallo zio Luigi Tempi Marzi Medici, erudito studioso di estetica, fa mostra di un carattere volitivo e indipendente, amministrando in modo autonomo i suoi numerosi possedimenti fondiari e rivelandosi molto attiva in seno ai centri della sociabilità fiorentina. Il suo salotto nel palazzo Tempi sul lungarno è aperto al ‘gotha’ dell’aristocrazia, della finanza e della cultura; nel momento in cui la Marchesa è nel pieno della sua affermazione sociale e mondana si evidenzia il suo legame con Cristiano Banti, il quale, nato di umili origini contadine, ne eredita la grande fortuna essendone probabilmente, come confesserà egli stesso a Boldini, figlio naturale.

Nel dipinto di Elisa Fabbroni Silvestro Lega cattura l’anima dolce, ma al contempo emancipata e turbolenta, della nobildonna: evoca quasi l’essenza vitale interna che fuoriesce dal dipinto, da quegli occhi lucenti e vivi che Lega riesce ad immortalare quasi in una fotografia dell’anima.

Caso molto particolare è poi quello di Teresa Fabbrini: Diego Martelli la conobbe in una casa di tolleranza, se ne innamorò a prima vista e la portò con sé nella sua villa di Castiglioncello strappandola ad un destino non troppo felice. A partire quindi dal 1864 Teresa ha abitato nella sontuosa villa di Martelli occupandosi della gestione pratica della grande proprietà dimostrando grandi doti pratiche e relazionali, gestendo persino i rapporti con i Macchiaioli che erano spesso ospiti in Villa. Fu sempre molto rispettosa nei confronti del marito anche se la sua cultura non le permetteva di partecipare alla vita intellettuale dei Macchiaioli. Teresa veniva chiamata la “signora Gegia” e nei suoi confronti Martelli dimostrò eterno amore e devozione. A lei Zandomeneghi dedicò un celebre dipinto intitolato “La lettrice” e Abbati uno splendido ritratto.

“La vera rivoluzione dei Macchiaioli oltre al loro nuovo modo di dipingere e trasmettere la realtà sta nel loro nuovo modo di pensare, libero da pregiudizi, da stereotipi vecchi come il mondo. Uomini d’azione e di vero valore, che seppero mettere al centro la figura femminile: la donna macchiaiola è forte, autonoma, libera, dinamica e volitiva di qualsiasi estrazione sociale essa sia. E’ il perno della famiglia, il nucleo centrale della vita dell’uomo” commenta Fernando Mazzocca, curatore della mostra padovana. I Macchiaioli andarono contro le regole dell’Accademia liberandosi di pregiudizi, generalizzazioni e stereotipi, pesante bagaglio di secoli di storia. Questo probabilmente li portò ulteriormente nell’occhio del ciclone: anticonformisti e spavaldi, eressero la donna a simbolo di vita, forza e perno esistenziale del mondo maschile. Che questo possa aver scatenato ancor più l’opinione pubblica e causato la loro ulteriore demonizzazione?

I MACCHIAIOLI

Capolavori dell’Italia che risorge

24 ottobre 2020 – 18 aprile 2021

Padova, Palazzo Zabarella

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