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Artrite psoriasica: conferme di efficacia per brodalumab

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Artrite psoriasica: l’anticorpo monoclonale brodalumab si conferma efficace e sicuro secondo i risultati di due studi di fase III

I dati combinati di due trial registrativi di fase 3, AMVISION 1 e 2, hanno documentato la capacità di brodalumab (anticorpo monoclonale diretto contro il recettore di IL-17) di migliorare segni e sintomi di artrite psoriasica (PsA) in pazienti che non sono stati in grado di raggiungere una risposta soddisfacente con le terapie convenzionali. Lo studio è stato pubblicato recentemente sulla rivista ARD.

Il farmaco è disponibile ormai da due anni anche nel nostro Paese, rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale, per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a grave.

Razionale e disegno dello studio
La PsA è un disordine infiammatorio cronico che colpisce le articolazioni, i tendini, le entesi e lo scheletro assiale, con sviluppo di danno articolare severo ed alterazioni funzionali. I trattamenti convenzionali si basano sull’impiego di FANS, corticosteroidi e DMARDcs. Quando queste opzioni terapeutiche non consentono il raggiungimento di una risposta soddisfacente con queste terapie, si ricorre, allora, all’impiego dei farmaci biologici.

Brodalumab è un anticorpo monoclonale, ad oggi il primo e unico trattamento biologico per la psoriasi che ha come bersaglio il recettore dell’interleuchina-17 (IL-17RA). È un farmaco biologico con meccanismo d’azione e caratteristiche diverse rispetto agli altri anti-citochine le cui evidenze indicano una risposta rapida e duratura oltre che livelli elevati di cute libera da lesioni e miglioramento della qualità della vita.

L’efficacia di brodalumab nella PsA è già stata sperimentata con successo in due trial clinici di fase 2.

La recente pubblicazione su ARD riassume i dati di efficacia di questo farmaco in due trial clinici di fase 3, randomizzati e controllati vs. placebo e condotti in doppio cieco su pazienti con risposta insoddisfacente alla terapia convenzionale (FANS e/o DMARDcs) (trial AMVISION 1 e 2).

I partecipanti ai due trial in questione avevano un’età superiore a 18 anni e presentavano almeno 3 articolazioni dolenti e 3 articolazioni tumefatte, come pure lesioni psoriasiche attive.

In entrambi i trial, i pazienti erano stati randomizzati, secondo uno schema 1:1:1, a trattamento con brodalumab sottocute (140 o 210 mg) o a placebo il giorno 1 e nelle prime due settimane degli studi. Successivamente, il protocollo prevedeva la somministrazione del trattamento assegnato dalla randomizzazione a cadenza quindicinale fino a 24 settimane dall’inizio degli studi.

L’endpoint primario per entrambi i trial era rappresentato dalla risposta ACR20 a 16 settimane, mentre gli endpoint secondari comprendevano la risposta ACR50/70, e la risposta PASI75 a 16 settimane.

Risultati principali
L’analisi ha messo in pool i dati relativi a 962 pazienti provenienti dai due trial, aventi un’età media di 49 anni e con una rappresentazione dei due sessi pressochè paritaria.

I risultati a 16 settimane hanno documentato tassi di raggiungimento della risposta ACR20 (endpoint primario) pari al 45,8% e al 47,9% per i pazienti trattati, rispettivamente,  con brodalumab 140 mg e 210 mg, a fronte di una proporzione di pazienti trattati con placebo con risposta ACR20 pari al 20,9% (p<0,0001). Non solo: i tassi di pazienti responder si sono mantenuti fino alla 24esima settimana di trattamento (51% vs. 53,6% vs. 23,8%).

Anche le percentuali di pazienti trattati con brodalumab che hanno raggiunto le risposte ACR50/70 sono risultate significativamente più elevate rispetto a quanto osservato nel gruppo placebo, come pure le percentuali di pazienti che hanno raggiunto le risposte PASI e la risoluzione di dattilite ed entesite.

Per fare un esempio, la risposta PASI75 è stata raggiunta, rispettivamente, dal 52,4%, 75,5% e 10,4% dei pazienti sottoposti a trattamento con brodalumab 140 mg, 210 mg e placebo.

Da ultimo, i ricercatori hanno rilevato l’esistenza di una sovrapponibilità sostanziale dei tassi di eventi avversi a 16 settimane (54,4%, 51,6% e 54,5% per i gruppi placebo, brodalumab 140 mg e 210 mg, rispettivamente), senza emersione di nuovi segnali di safety.

Riassumendo
In conclusione, il targeting a livello recettoriale della famiglia della citochina IL-17, coinvolta nella patogenesi di PsA (e reso possibile da brodalumab), si associa a miglioramenti clinicamente significativi dei diversi domini (articolare, entesite, dattilite, psoriasi) della malattia psoriasica. Ciò prefigura un’efficacia ad ampio spettro di questo farmaco su tutte le manifestazioni cliniche di questa malattia.

Bibliografia
Mease PJ et al. Brodalumab in psoriatic arthritis: results from the randomised phase III AMVISION-1 and AMVISION-2 trials. ARD 2021.
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