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Acufene: gestire il fischio all’orecchio è possibile

Acufene: gestire il fischio all'orecchio è possibile

L’acufene può durare anche molte ore pregiudicando la capacità di concentrarsi e il sonno: “rumori” di sottofondo possono aiutare ad addormentarsi

Un sibilo, un ronzio, un clic. Sono diverse le forme che può assumere l’acufene, quel disturbo dell’apparato uditivo che fa percepire un suono non proveniente da alcuna fonte esterna. Per questo motivo viene chiamato suono fantasma. Le sue caratteristiche variano da persona a persona, ma in alcuni casi il tinnito (altro nome per indicare l’acufene) può essere così intenso da pregiudicare la qualità di vita di chi ne è colpito. In che modo il paziente potrà provare a gestire il disturbo? Ne parla il dottor Stefano Miceli, otorinolaringoiatra di Humanitas.

Rumori e acufene

L’acufene può essere associato a diversi disturbi a carico dell’orecchio, come l’otite o l’accumulo di cerume fino a cali fisiologici dell’udito con l’invecchiamento. Secondo delle stime ne sarebbe colpito tra il 4% e il 7% della popolazione adulta.

Per avere un’idea di cosa possa essere l’acufene basti pensare a quella sensazione che si prova dopo aver ascoltato musica ad alto volume in un concerto o in discoteca. Questa però è una sensazione temporanea, che va via nell’arco di poche ore; l’acufene è invece permanente. «Sicuramente – aggiunge il dottor Miceli – l’esposizione a rumori intensi per lunghi periodi di tempo può provocare alterazioni a livello dell’orecchio interno che possono manifestarsi anche con acufeni».

Per riposare bene

L’acufene può durare anche molte ore pregiudicando la capacità di concentrarsi e quindi lo svolgimento delle attività quotidiane. Tra i fattori scatenanti può essere incluso lo stress ma non l’assunzione di alcol e di sostanze irritanti come la caffeina o l’assuefazione al fumo di sigaretta: «Non è possibile mettere in relazione con certezza alcune abitudini voluttuarie e l’insorgenza dell’acufene. Certamente questo, in molti soggetti, varia in relazione agli stati emotivi e in tal senso si può giustificare il peggioramento del sintomo in alcuni periodi di particolare stress», ricorda lo specialista.

L’acufene può interferire anche con il riposo notturno ma qualcosa si può fare. Ad esempio si può provare a “coprire” il tinnito con rumori bianchi o musica a basso volume: «Sicuramente questo è un ottimo accorgimento che può essere utilizzato alla sera al momento dell’addormentamento quando nel silenzio il disturbo provocato dall’acufene può essere maggiormente percepito», sottolinea il dottor Miceli. «La presenza di un rumore di sottofondo – conclude – può aiutare in quanto “distrae” il cervello dall’acufene e questo può aiutare ad addormentarsi più serenamente».

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