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Milica Ćirović e Ola Czuba in mostra a Casa Vuota

Milica Ćirović e Ola Czuba in mostra a Casa Vuota

Fino al 7 marzo Milica Ćirović e Ola Czuba in mostra a Casa Vuota: la loro esposizione si intitola Double Fantasy ed è curata da Gaia Bobò

Un letto che tra le lenzuola trattiene visioni, poster alle pareti, un vecchio televisore. Schermi come specchi. Lo spettro di un’identità multiforme abita le stanze di Casa Vuota che diventa orizzonte di delizie e tormenti, raccogliendo le testimonianze di una erratica ricerca interiore attraverso il lavoro incrociato di due artiste. Lo spazio espositivo domestico di via Maia 12 a Roma ospita fino al 7 marzo 2021 la mostra Double Fantasy di Milica Ćirović (Belgrado, Serbia, 1984) e Ola Czuba (Lodz, Polonia, 1984), curata da Gaia Bobò. Un progetto unitario pensato e realizzato dalle artiste per abitare lo spazio del Quadraro in un dialogo serrato tra le opere, le poetiche e le stanze consunte dell’appartamento.

La presentazione al pubblico è prevista martedì 19 gennaio dalle ore 17 alle 21 e per partecipare è necessario prenotarsi al numero di telefono 3928918793, all’email vuotacasa@gmail.com oppure scrivendo alle pagine Instagram e Facebook di Casa Vuota. Dopo l’inaugurazione, la mostra è visitabile su appuntamento.

Double Fantasy riprende il titolo dall’album del 1980 di John Lennon e Yoko Ono e si articola in una scenografia intima e conturbante che connota l’arredo domestico come un terreno di contraddizioni e fragilità, attivato dall’indagine attorno a tematiche femministe e di genere. “Milica Ćirović e Ola Czuba restituiscono a Casa Vuota la sua qualità originaria di spazio abitato e abitabile, lavorando con sguardo prismatico sul tema della ricerca identitaria”, spiegano Sabino de Nichilo e Francesco Paolo Del Re, direttori artistici dello spazio espositivo.

Il percorso della mostra è segnato dalla giustapposizione di opere che spaziano dal video alla fotografia e all’installazione, evocando atmosfere oniriche e delicati atti di rivoluzione. Un continuo rovesciamento di ruoli e punti di vista è una spinta propulsiva che, suggeriscono Ćirović e Czuba, si origina dai meandri più intimi del vissuto: dalla libertà sessuale all’autoerotismo, dal rifiuto della necessità di una definizione di genere alla crisi della cultura patriarcale.

“Milica Ćirović – scrive la curatrice Gaia Bobò – pone al centro della sua indagine il proprio corpo come luogo di esplorazione di diversi generi, contesti sociali e ruoli di potere. L’immagine è uno strumento in cui i confini di genere sfumano, dove l’individuo trova se stesso come propria unità di misura e si riscopre nello spazio lirico della propria pelle. Il tema della fluidità di genere, comune a entrambe le ricerche, si esplicita nella pratica di Ola Czuba attraverso il ribaltamento dei ruoli e confini tradizionali, ipotizzando una rinnovata condizione di apertura. L’artista rivela il peso degli stigmi culturali ereditati dal passato scovandone i nascondigli, e invitando lo sguardo ad affilarsi per riconoscere le insidie di questa eredità”.

Milica Ćirović (Belgrado, Serbia, 1984) si è diplomata nel 2017 all’Accademia di Belle Arti di Roma, la città dove vive. Nella sua arte usa il suo corpo per mettere in discussione i problemi di identità, genere e sessualità attraverso l’uso della fotografia e del video. È stata vincitrice della V edizione del Premio ORA, selezionata per il Premio YICCA nel 2019 e finalista nella sezione fotografia del concorso internazionale per il Premio COMBAT nel 2014. Nel 2015 espone a Codice Italia Academy, progetto organizzato nell’ambito del programma del Padiglione Italia 2015 in occasione della 56. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, nella sezione dedicata agli artisti emergenti delle accademie italiane curata da Vincenzo Trione nello storico Palazzo Grimani. Nel 2019 ha esposto il suo lavoro all’Accademia Ungherese di Roma nell’ambito della mostra Uno, nessuno e centomila, curata da Maja Daina Titonel. Durante il suo percorso artistico è stata selezionata per laboratori dove ha lavorato con artisti come Antoni Muntadas e Antonio Biasiucci. Nel 2020 è stata invitata a fare la parte della giuria del Premio Yicca.

Ola Czuba (Lodz, Polonia, 1984), vive e lavora a Roma. È diplomata in Arti Multimediali e Tecnologiche all’Accademia di Belle Arti di Roma. Lavora con video, performance e installazione. Le principali mostre collettive a cui è stata invitata sono Silenzio per Favore curata da Adina Pugliese alla Fondazione Aria di Pescara, Quattro artisti al castello curata da Cecilia Casorati al Castello di Santa Severa, Paesaggi Elettronici, selezione video di Teresa Macrì, Gabriele Simongini, Lea Mattarella e Federica Pirani al Museo d’Arte Contemporanea MACRO di Roma, Control Reversal curata da Marta Silvi e Carla Capodimonti al Palazzo Candiotti di Foligno, Mapping the Town curata da Claudio Libero Pisano e Francesca Lilli al Museo Pietro Canonica di Roma, Ieri, Oggi, Domani curata dall’Accademia di Belle Arti di Roma presso le Scuderie Aldobrandini di Frascati, M/AAVManifesti: Appunti per un’Autonomia della Visione curata da Spazio Y all’interno di Manifesta 12 presso Palazzo Savona a Palermo; TENT Academy Awards, selezione video di Pier Paolo Pancotto, Rossana Miele e Chiara Agnello, presso lo Stichting Centrum Beeldende Kunst di Rotterdam.

Gaia Bobò (Noto, 1995) è una critica d’arte e curatrice indipendente laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, con un master in Management per le Risorse Artistiche e Culturali presso l’Università IULM. Tra le mostre recentemente curate si ricordano A Word that Troubles alla Temple University di Roma, Controverso. Arte per Fraintenditori di Lamberto Pignotti alla Galleria CONTACT artecontemporanea di Roma, Fino a qui di Daniele Spanò e Sparkling matters di Matteo Nasini al Museo archeologico di Formello – Art Forum Würth Capena, ICH. Intangible cultural Heritage alla HFBK Gallery di Amburgo e Prometeo di Dario Coletti al Centro Filarmonico di Savoca (ME). Scrive per exibart, Artribune e Filosofia in Movimento; ha inoltre scritto per le riviste Inside Art e Rivista Segno.

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