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Cosmetici: come leggere l’etichetta INCI

Cosmetici: come leggere l'etichetta INCI

Come leggere l’etichetta INCI dei prodotti cosmetici per capire se il prodotto contiene agenti inquinanti per l’ambiente o aggressivi per la pelle

In commercio esistono parecchi prodotti di bellezza e per l’igiene della persona, ognuno con particolari formulazioni e caratteristiche. Ciò che forse non tutti sanno è che su ogni confezione è presente uno spazio che elenca tutti gli ingredienti contenuti, insieme alla loro percentuale: parliamo del codice INCI, acronimo di International Nomenclature Cosmetic Ingredients, un “sistema di misura” utilizzato in Europa e in molti paesi del mondo per la classificazione degli ingredienti di un prodotto cosmetico.

Saper leggere questo codice è dunque importante perché potrebbe indicare la presenza di sostanze non adatte alla nostra pelle, aiutando soprattutto chi soffre di allergie cutanee nella scelta del prodotto migliore e inoltre ci dice molto sulla fondatezza delle promesse delle case farmaceutiche circa l’efficacia e la naturalità dei prodotti.

Ne abbiamo parlato con la dottoressa Rosa Maria Strangi, specialista in Dermatologia e Venereologia presso l’Ospedale Humanitas Mater Domini.

Il codice INCI: cos’è e dove trovarlo

Il termine, esistente dal 1997, è stato proposto dall’Unione Europea al fine di “identificare le sostanze con la stessa denominazione in tutti gli Stati membri in modo da permettere ai consumatori di riconoscere facilmente gli ingredienti”.

È un elenco obbligatorio per legge (96/335/CE), che deve essere presente su tutte le confezioni, indipendentemente dal luogo di acquisto, sia al supermercato, sia in parafarmacia o farmacia. I termini del codice sono principalmente in lingua inglese (Butane, Trilaureth-4 Phosphate), mentre i termini riferiti ai nomi botanici mantengono il loro nome in latino se non hanno subito modificazioni o trattamenti chimici e quindi sono effettivamente puri (Aqua, Cera Alba, Ricinus Communis eccetera).

L’ordine non è casuale, ma decrescente: questo significa che il primo ingrediente, che di solito è l’acqua, è presente in quantità superiore al resto. Gli ingredienti in quantità inferiore all’1%, invece, possono essere elencati in ordine sparso. In questo modo è possibile smascherare il prodotto cosmetico spacciato per naturale che, grazie alla lettura dell’INCI, scopriamo essere caratterizzato da una bassa presenza del derivato vegetale posizionato in fondo all’elenco degli ingredienti.

In caso il codice preveda anche coloranti, questi sono classificati attraverso il colour index, in cui ogni colorante corrisponde a una sigla di due lettere, seguite da cinque cifre (CI 77499, ad esempio, indica un pigmento marrone, riscontrabile in alcuni rossetti e trucchi analoghi).

Come leggere le etichette

Imparare a memoria codici e termini latini non è forse il modo più comodo per capire quale prodotto scegliere. Per fortuna, i nostri smartphone si rivelano molto utili: ci sono alcune app, scaricabili sui diversi dispositivi, che traducono le etichette INCI grazie a una semplice scansione del codice. Molte di queste, come ad esempio Greenity , Inci OK Biotiful, reperiscono le informazioni del prodotto attraverso una scansione del codice a barre valutando l’INCI con voto da 1 a 5: l’analisi della composizione chimica sarà chiara e dettagliata, e decodificherà anche se il prodotto presenta agenti inquinanti per l’ambiente o aggressivi per la pelle.

Spesso queste app utilizzano un sistema di valutazione a semaforo semplice dove il codice colore viene assegnato per identificare quelle componenti ecosostenibili e adatte alla pelle (in verde) e quelle invece da evitare (decodificate in rosso), passando dal giallo all’arancione per quei prodotti definiti dubbi che oscillano tra i due poli.

Se inoltre si vogliono conoscere le sigle o gli altri componenti presenti possiamo consultare il Biodizionario.it, un validissimo aiuto che ci informa del livello di pericolosità dell’ingrediente cosmetico utilizzando una semplice e intuitiva classificazione a colori (verde, giallo e rosso).

Gli ingredienti da evitare

Quando un prodotto brucia, o provoca prurito, o ancora causa la fuoriuscita di una reazione cutanea, è necessario recarsi dal medico il prima possibile. Se la pelle è particolarmente sensibile, sarà il medico stesso a indirizzarci verso un prodotto specifico. Tuttavia, ci sono alcune diciture alle quali stare bene attenti, che indicano prodotti altamente inquinanti o che potrebbero causare danni alla pelle e al nostro organismo.

Citiamo le 5 tipologie di sostanze che sarebbe meglio individuare ed evitare:

1) i Petrolati (come vaselina, paraffinum liquidum, petrolatum, mineral oil, propylen glycol, isopropyl, cera microcristallina), sostanze di derivazione petrolifera non compatibili con la pelle utilizzate per l’effetto emolliente;

2) i Siliconi (dimethicone, cyclopentasiloxane, amodimethicone, cyclomethicone), composti a base di silicio che creano una pellicola su pelle e capelli, impedendone l’idratazione e la protezione.

3) i Parabeni (methylparaben, ethylparaben, propylparaben, isobutylparaben, butylparaben, benzylparaben), composti organici aromatici, utilizzati come conservanti per le loro proprietà battericide e fungicide, penetrano nella pelle e rimangono all’interno del tessuto.

4) SLES e SLS (Sodium laureth sulfate e sodium lauryl sulfate), tensioattivi che producono schiuma altamente inquinanti.

5) PEG (Polyethelyne glycol o polyethelyne o polyoxyethelyne), sostanze di derivazione petrolifera che emulsionano acqua e sostanze grasse/oleose, potenti inquinanti.

È importante escludere cosmetici contenenti profumi e triclosan, un allergenico pericoloso specie per le mamme che allattano, poiché si concentra nel latte materno.

È anche da tenere presente che un prodotto 100% di origine naturale può dare reazioni allergiche in soggetti che non tollerano determinati tipi di piante da cui deriva il prodotto stesso.

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