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Marco Di Porto in libreria con “Una voce sottile”

Marco Di Porto in libreria con "Una voce sottile"

In vista delle celebrazioni per il Giorno della Memoria Marco Di Porto in libreria con il romanzo “Una voce sottile”, pubblicato da Giuntina

Il romanzo di Marco Di Porto Una voce sottile ha vinto il Premio Fiuggi Storia 2020 – Sezione romanzo storico. Ambientato nell’isola di Rodi, Possedimento italiano nell’Egeo, negli anni ’30 e ’40, il libro racconta la storia diSolly, ragazzo sensibile e intelligente che fa parte della piccola comunità sefardita dell’“isola delle rose”, dove gli ebrei in fuga dalla Spagna avevano trovato riparo alla fine delXV secolo. La vita di Solly scorre lieta, intrecciandosi con idestini di altri personaggi che popolano i tortuosi vicoli della juderia, il quartiere ebraico di Rodi città. E così, inseguendo i protagonisti di Una voce sottile, ci ritroviamo in un piccolo mondo, antico e vitale, “un mondo straordinariamente felice”, dove le vessazioni imposte dal fascismo sono stemperate dalla gioia degli affetti e delle tradizioni. Mamentre sull’isola la primavera sembra non finire mai, le fosche nubi di violenza che agitano l’Europa stanno per travolgere anche la “perla dell’Egeo”.

Con l’ausilio di un’accurata ricerca storica e di una sensibilità non comune, Marco Di Porto racconta la storia di suo nonno, Salomone Galante, attraverso un romanzo storico che è anche il tentativo di ricostruire la vita di una comunità ebraica ai margini del Mediterraneo nei feroci anni del nazifascismo.

“Quella di Rodi era una comunità sefardita, giunta nell’isola a seguito della cacciata dalla Spagna a fine’400. I suoi membri, molto attaccati all’antico retaggio, ancora nella prima metà del ‘900 parlavano correntemente il judeo-espanol, la lingua dei sefarditi, un ibrido espressivo e un po’ arcaico tra spagnolo ed ebraico. Per oltre quattro secoli avevano vissuto in piena armonia con gli altri abitanti dell’isola, iturchi, musulmani, e i greci, cristiani ortodossi. Finché a inizio ‘900 l’isola divenne un Possedimento italiano, e agli ebrei di Rodi toccò la stessa sorte che travolse tutti gli altri ebrei italiani. Con una tragica peculiarità: essendo Rodi un’isola, quando i nazisti la occuparono poterono procedere con grande facilità all’arresto e alla deportazione sistematica di tutta la comunità, che si trovò praticamente in trappola” afferma l’autore.

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