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Curare il diabete oggi: diagnosi precoce e farmaci innovativi

Diabete di tipo 2: risultati migliori su glicemia e peso con semaglutide rispetto a dulaglutide secondo i risultati di un nuovo studio

Andrea Lenzi, professore ordinario di Endocrinologia, spiega le armi migliori per curare il diabete oggi: diagnosi precoce e farmaci innovativi

La diagnosi precoce è l’arma principale della medicina nella lotta al diabete. È quanto emerso al Festival della Salute 2020 delle settimane scorse a Siena. A ribadire l’importanza degli screening, è stato Andrea Lenzi, professore ordinario di Endocrinologia e presidente del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita (CNBBSV) della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

“Il diabete è una malattia nota storicamente e comporta una serie di complicazioni per gli organi interni, dal cuore ai polmoni fino al cervello. Fortunatamente grazie ai passi avanti che negli anni ha fatto la ricerca, oggi abbiamo la possibilità di utilizzare farmaci come l’insulina che consente di controllarla – ha esordito -. Il diabete è diffusissimo nel mondo, con centinaia di milioni di casi e dunque è una malattia sociale cronica: non trasmissibile, ma talmente diffusa da non consentirci di trascurarla”.

Il problema principale, secondo Lenzi, risiede nell’individuazione della patologia che non si manifesta esplicitamente: “Quello dei sintomi – spiega – purtroppo è uno dei temi caldi perché il paziente non si accorge di essere diabetico. Dietro alla malattia c’è senza dubbio una forte predisposizione familiare, ma non ci sono sintomi evidenti dati dalla glicemia un po’ alta. Tutto ciò necessita di una rete sanitaria territoriale potentissima, in grado di individuare il paziente diabetico da subito. Fortunatamente oggi ci sono farmaci innovativi che hanno la capacità di controllare perfettamente la glicemia risolvendo al tempo stesso le patologie cardiovascolari come effetto collaterale ma resta il fatto che la diagnosi precoce è fondamentale”.

In tempo di pandemia, infine, i pazienti diabetici sono più a rischio: “Durante la prima ondata abbiamo assistito a pazienti con diabete, obesità e ipogonadismo che avevano un rischio più alto di conseguenza gravi da Covid-19 rispetto all’individuo sano contagiato dal virus. Un altro esempio di come le malattie non trasmissibili quali il diabete vanno curate prima: il consiglio è di fare un controllo glicemico in più”.

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