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Fibrosi polmonare idiopatica: co-trimossazolo inefficace

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Fibrosi polmonare idiopatica: co-trimossazolo deludente nel ridurre outcome avversi secondo il trial EME-TIPAC pubblicato sulla rivista Jama

Il trattamento con co-trimossazolo orale non riduce, rispetto al placebo, il tempo all’evento fatale, al trapianto cardiaco o all’ospedalizzazione per tutte le cause nei pazienti con fibrosi polmonare idiipatica severa. Questo il responso del trial EME-TIPAC di recente pubblicazione sulla rivista Jama.

Razionale e disegno dello studio

La fibrosi polmonare idiopatica si caratterizza per una prognosi sfavorevole e per le limitate opzioni di trattamento, ricordano gli autori dello studio nell’introduzione al lavoro. I pazienti con IPF presentano alterazioni del microbiota polmonare, con un carico batterico intrapolmonare associato a mortalità.

Alcuni studi hanno suggerito qualche beneficio in questi pazienti dalla somministrazione di co-trimossazolo (trimethoprim-sulfametossazolo). L’obiettivo dello studio, pertanto, è stato quello di verificarne l’efficacia in pazienti con IPF severa.
A tal scopo, è stato implementato un trial randomizzato in doppio cieco, controllato vs. placebo, che ha valutato l’efficacia di questo antibiotico ad ampio spettro in 342 pazienti con IPF severa, dispnea e alterata funzione polmonare, reclutati in 39 centri specializzati in Pneumologia del Regno Unito dal 2015 al 2019.

I pazienti sono stati randomizzati a trattamento con 960 mg co-trimossazolo bis die (n=170; età media= 71,9 anni; 81,7% uomini) o con placebo (n=172; età media=70,7 anni; 91,3% uomini) per un periodo di tempo compreso da 12 a 42 mesi.

In entrambi i gruppi è stato effettuato anche un trattamento giornaliero con 5 mg di acido folico. L’83% dei pazienti ha portato a termine il trial, per una durata media del follow-up pari a 1,02 anni. L’outcome primario era il tempo all’evento letale, al trapianto polmonare o alla prima ospedalizzazione per tutte le cause. Tra gli outcome secondari dello studio, invece, vi era la valutazione di alcune componenti singole degli eventi legati alla funzione respiratoria e degli outcome riferiti dai pazienti.

Risultati principali
Dai dati è emerso che il numero di eventi per persona-anno di follow-up è stato pari a 0,45 nei pazienti del gruppo assegnato a trattamento con l’antibiotico ad ampio spettro e di 0,38 in quelli del gruppo placebo (HR=1,2; IC95%= 0,9-1,6; p=0,32).
I ricercatori hanno riferito l’assenza di differenze significative tra gruppi relativamente agli altri outcome considerati.
Anche la safety è risultata sovrapponibile tra i due gruppi in studio.

In sintesi
In conclusione, “…in contrasto con piccoli studi precedentemente pubblicati che avevano messo a confronto co-trimossazolo con placebo in pazienti con IPF, non ci sono state riduzioni della mortalità con l’antibiotico ad ampio spettro”.
I ricercatori, tuttavia, hanno notato l’esistenza di una differenza statisticamente significativa del punteggio di severità della tosse a favore del gruppo co-trimossazolo, anche se hanno ricordato che “…in ragione dei risultati negativi sull’outcome primario e dell’ampio numero di outcome secondari, tale osservazione sulla tosse dovrebbe essere considerata solo come un aspetto generatore di ipotesi ulteriori di approfondimento nei prossimi studi”.

Bibliografia
Wilson AM et al. Effect of Co-trimoxazole (Trimethoprim-Sulfamethoxazole) vs Placebo on Death, Lung Transplant, or Hospital Admission in Patients With Moderate and Severe Idiopathic Pulmonary FibrosisThe EME-TIPAC Randomized Clinical Trial.
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