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Masticazione difficile per un bambino su quattro

Alimentazione: i bambini impiegano molto più tempo degli adulti ad eliminare pesticidi dall'organismo. Ecco perché bisogna puntare sull'agroalimentare di qualità

Tra problemi di masticazione e “picky eaters”, i disturbi del comportamento alimentare (Dca) sono in aumento tra i bambini

Problemi di masticazione e ‘picky eaters’, i mangiatori schizzinosi che dicono no a priori a moltissimi cibi. Eccoli i disturbi del comportamento alimentare (Dca) in aumento, che stanno complicando la vita di molti bambini. “In Italia mancano ancora dati di incidenza precisi, ma negli Stati Uniti, Inghilterra e Francia le prevalenze variano dal 3 al 25% della popolazione pediatrica, ovvero riguardano fino a 1 bambino su 4. In questi casi sono gli adulti che devono indirizzare i figli e non il contrario”. Lo evidenzia Margherita Caroli, pediatra e nutrizionista della Società italiana di Pediatria preventiva e sociale, nel corso del 32° Congresso nazionale della Sipps.
Ma a cosa portano questi disturbi? La pediatra spiega che “la mandibola e la mascella crescono il doppio tra i sei mesi e l’anno di vita, e questa crescita viene favorita dall’uso di cibi semi duri. Se diamo da mangiare solo i semiliquidi non favoriamo la crescita delle parti interessate. Questo problema si evidenzia anche nei monotoni dell’alimentazione, perchè un bambino che non mastica, non mangia alimenti duri come carne, alcuni tipi di verdura e frutta. Molte mamme preferiscono dare solo cibi morbidi ai bimbi più piccoli, perchè hanno paura che si possano strozzare, ma così facendo creano un danno al proprio figlio. Quest’ultimo, quando avrà sette anni, riscontrerà dei problemi a masticare, perché avrà una minore capacità di forza e, se la mandibola non è cresciuta bene, ci sarà la necessità di ricorrere a un apparecchio per i denti”.
Oltre a questi Dca minori, Margherita Caroli elenca alcuni disturbi del comportamento alimentare che “sono particolarmente gravi nei bambini. Anoressia, bulimia e obesità richiedono l’intervento di una equipe multidisciplinare che includa anche il supporto neuropsichiatrico e psicologico. Questo- conclude- perché si tratta di disturbi che coinvolgono corpo, anima, cuore e mente”.
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