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Iperglicemia aumenta il rischio di mortalità

Diabete, con dapagliflozin nuove prospettive di cura anche a livello cardiovascolare e renale

L’iperglicemia aumenta il rischio di mortalità, indipendentemente dal diabete di tipo 2 secondo uno studio israeliano pubblicato sulla rivista Diabetes/Metabolism Research and Reviews

L’iperglicemia è associata a una maggiore probabilità di decesso ospedaliero o entro 30 giorni dalla dimissione negli adulti senza diabete e in quelli con diabete di tipo 2 sotto controllo, secondo i risultati di uno studio retrospettivo israeliano pubblicato sulla rivista Diabetes/Metabolism Research and Reviews.

«Abbiamo scoperto che la presenza di iperglicemia al momento del ricovero rappresentava un fattore di rischio significativo e indipendente di morte tra tutti i pazienti ospedalizzati, indipendentemente dallo stato glicemico basale» hanno scritto il primo autore del trial Hana’a Rayyan-Assi e colleghi del Clalit Research Institute di Tel Aviv, in Israele.

«Tuttavia -hanno aggiunto- lo stato glicemico di base ha modificato questa associazione. I pazienti non diabetici ma con iperglicemia ospedaliera avevano un maggior rischio di decesso rispetto a quelli con diabete di tipo 2. Questi risultati erano coerenti indipendentemente dalla gravità del ricovero, ed erano validi anche per i pazienti ricoverati al di fuori della terapia intensiva. Inoltre, i soggetti con diabete di tipo 2 controllato prima del ricovero erano a maggior rischio di mortalità rispetto a quelli con diabete non controllato».

Esiste un’associazione ben consolidata tra iperglicemia ospedaliera e mortalità, hanno premesso gli autori dello studio, ma non è chiaro se vi siano differenze tra le persone che soffrono o meno di diabete di tipo 2. Dato che la maggior parte degli studi si basa su campioni di comodo o non è in grado di correggere le comorbidità, è stato valutato se l’associazione tra iperglicemia e mortalità a 30 giorni dopo il ricovero/dimissione fosse modificata dallo stato glicemico basale.

Un ampio studio di coorte retrospettivo
L’analisi ha coinvolto 174mila adulti (età media 68,7 anni, 50,2% uomini) ricoverati durante la notte in uno degli otto reparti di degenza dei servizi sanitari della città di Clalit dal 2012 al 2015. Tutti i partecipanti avevano un’età pari o superiore a 45 anni, erano stati sottoposti a un test del glucosio durante il ricovero, non erano in gravidanza, non avevano un tumore maligno attivo o una malattia renale cronica allo stadio 5 e non sono stati trasferiti in un’altra struttura.

I soggetti sono stati divisi in quattro gruppi in funzione dello stato glicemico basale: diabete di tipo 2, prediabete, soggetti senza diabete di tipo 2 e individui non sottoposti a screening. Gli autori hanno valutato la mortalità dalla data del ricovero ospedaliero fino a 30 giorni dopo la dimissione.

Il 77% dei partecipanti non ha sviluppato iperglicemia durante il ricovero. Nel gruppo senza iperglicemia il 36,7% non aveva il diabete di tipo 2 e ne era affetto il 33,3%. Nel gruppo iperglicemia il 51,8% aveva ricevuto una diagnosi di diabete di tipo 2.

Morte per iperglicemia non associata al diabete di tipo 2
Il 4,3% dei soggetti è deceduto durante il ricovero o entro 30 giorni dopo la dimissione, in percentuale significativamente più elevata nel gruppo iperglicemia (7,8% rispetto al 3,3% senza iperglicemia, p<0,001).

Dopo il controllo dello stato glicemico basale, l’iperglicemia è stata associata a un aumento delle probabilità di morte (OR aggiustato = 2,19). Rispetto al gruppo con diabete di tipo 2, gli adulti con prediabete avevano probabilità minori (aOR = 0,92), mentre i soggetti non sottoposti a screening (aOR = 1,41) e quelli senza diabete di tipo 2 (aOR = 1,12) avevano probabilità più elevate.

Analizzando solo gli individui con diabete di tipo 2, i soggetti iperglicemici avevano una maggiore probabilità di morire (aOR = 1,45). Nel caso di diabete di tipo 2 controllato il rischio di morte era superiore rispetto al diabete non controllato, oltre a evidenziare maggiori probabilità di presenza di iperglicemia (aOR = 1,62).

«Comprendere il ruolo della predisposizione al diabete di tipo 2 nell’associazione tra iperglicemia e mortalità ospedaliera è fondamentale nella valutazione del rischio di mortalità a breve termine dopo il ricovero» hanno concluso gli autori. «I risultati indicano che l’identificazione dello stato glicemico al basale e dello stato di iperglicemia ospedaliera al momento del ricovero può aiutare il personale medico a prevedere un potenziale eccesso di rischio di mortalità prima del ricovero e dopo la dimissione. Inoltre il diabete di tipo 2 controllato con iperglicemia può trarre beneficio dal raggiungimento di obiettivi glicemici inferiori durante il ricovero».

Bibliografia

Rayyan-Assi H et al. The Relationship between Inpatient Hyperglycemia and Mortality is Modified by Baseline Glycemic Status. Diabetes Metab Res Rev. 2020.

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