Site icon Corriere Nazionale

Instagram cambia la policy: ecco le nuove regole

Instagram non funziona: diverse segnalazioni degli utenti al Codacons da diverse zone dell'Italia. L'associazione chiede indennizzi

Novità su Instagram, ecco le nuove regole tra osservazione stretta e shadowbun: la nuova policy non piace ai Vip, a protestare è anche Madonna

Instagram ha deciso di cambiare di nuovo le regole del gioco: da ieri è cambiata la sua policy che comporta un’osservazione più stretta degli utenti della piattaforma. In che modo? Verrà creato un file per ogni utente e vi saranno indicati anche gli account con cui interagisce, il tempo, la frequenza e la durata delle attività, quali contenuti vengono visionati e per quanto. Ancora: i posti dove l’utente vive, i luoghi e i business dove si reca, le persone che frequenta.

La parte più grave, però, arriva con quest’altra notizia: Instagram salverà e utilizzerà i dati registrati via webcam, microfono e gps, e i messaggi privati. La spiegazione è che tali informazioni potrebbero essere usate “quando ce ne sarà bisogno” e che l’obiettivo è quello del general e social welfare. Sembra essere un vero e proprio Grande Fratello all’ennesima potenza.

Instagram e la nuova policy, la rezione delle star

Una tra le prime a protestare è stata la popstar Madonna, proprio con un post sulla stessa app: “Le nuove politiche di sorveglianza informatica di Instagram consentono a Mark Zuckerberg di spiare te e la tua famiglia, rubare i tuoi segreti più intimi”, ha denunciato. E ha aggiunto che in questo modo
e attraverso tutti i dispositivi che si posseggono, inclusa la televisione, potrà monitorare “la tua conformità” al governo, a cui potrà vendere “i tuoi dati”, oltre che “all’industria”, con la possibilità anche di punirti se disobbediente. Ha chiuso il video con l’hashtag “#dictatorship” (“dittatura”).

Non è finita qua, perché c’è un altro punto che ha fatto scatenare i social: verranno limitati ed eliminati profili e contenuti che si occupano di sesso, sessualità ed espressione corporea. Ciò riguarderà elementi come foto, didascalie, emoji associate alla nudità e ai rapporti intimi. Questo vuol dire che sarà messa in atto una censura generalizzata, ma non solo. Significa mettere in difficoltà content creator, corpi non normati (trans, non binari, plus size), sex worker (col rischio di stigmatizzarli/e ulteriormente), sex activist, sostenitori e sostenitrici della body positivity, modelli e modelle, fotografi e fotografe, artisti e artiste, educatori ed educatrici sessuali, psicologi e psicologhe, sessuologi e sessuologhe. Persone, quindi, che hanno fatto di Instagram uno strumento per lavorare, fare rete, stabilire contatti e relazioni, divulgare e fare
informazione, che, spesso molto approfondita, va a riempire i vuoti che le istituzioni non riescono a colmare.

La pagina @cyber_lunatiche ha spiegato molto bene sia in cosa consisteranno queste restrizioni che come tentare di raggirarle e di sopravvivere. Lo ‘shadowbanning’ è “l’atto di bloccare utenti o contenuti dalla piattaforma o dagli hashtag, diminuendo la loro visibilità ed effettivamente cancellando il loro lavoro”. Lo ricevono quei profili che violano le regole non scritte della decenza secondo l’applicazione.

Cosa fare dunque? “Seguire gli account a rischio, condividerli e interagire con loro” – l’attivista @carlottavagnoli sta già fornendo liste di profili di questo tipo -, “Supportare finanziariamente gli account che lo propongono”, “Creare/seguire account di backup”, “Promuovere alternative alle piattaforme commerciali e usare siti e piattaforme consigliati dagli account”. E infine “diffondere queste informazioni e rendersi conto che Instagram non è uno spazio libero e neutrale”. Tant’è vero che sono partite anche delle petizioni – come quella su silencebody.com – per ribadire la necessità della libertà di espressione sull’app.

Non sappiamo invece, spiega la Dire Giovani (www.diregiovani.it), cosa accadrà agli utenti più famosi, quelli dotati della spunta blu, che in passato sono stati esenti da misure di limitazione.

Exit mobile version