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Blackjack: un gioco per geni della matematica

Il blackjack è uno dei giochi online più apprezzati e conosciuti ma è noto anche per essere un passatempo per geni matematici: ecco come si gioca

Il blackjack è uno dei giochi online più apprezzati e conosciuti ma è noto anche per essere un passatempo per geni matematici: ecco come si gioca

Insieme al poker e alla roulette il blackjack è uno dei giochi da casinò senz’altro più apprezzati e conosciuti. Un passatempo di origini antiche che trae le sue origini nel 1700. A diffondere questo gioco furono i francesi che inventarono il Ving-et-un o ventuno, uno degli intrattenimenti più diffusi nella corte di Luigi XV. Gli immigrati francesi che colonizzarono il Sud degli Stati Uniti e in particolare la Louisiana, portarono il Ving-et-un al di là dell’oceano dando il via alla diffusione del gioco da New Orleans, il centro nevralgico della colonizzazione francese negli USA. In breve tempo il gioco si diffuse capillarmente nel resto del nuovo Stato contagiando i coloni inglesi che di lì a poco si sarebbero affrancati dalla Madre Patria inglobando (con un trattato datato 1806) anche la Louisiana nella neonata confederazione di Stati. La febbre del ventuno invase i saloon e le case da gioco statunitensi prendendo il nome di blackjack, visto che all’epoca era uso raddoppiare le vincite nel caso di un 21 suited (asso e jack di picche o fiori combinati).

Questo gioco è stato capace di resistere nella burrascosa epopea dei casinò USA affermandosi come uno degli intrattenimenti pìù gettonati. Oggi tuttavia, con le sale dal vivo ormai diventate quasi un’ultima trincea del ‘900, il gioco si è trasferito nel mondo dell’online dove gli appassionati di blackjack si cimentano nei tavoli da gioco virtuali.
Il Blackjack è noto anche per essere un passatempo per geni matematici. Risulta ormai di dominio pubblico la vicenda degli studenti del MIT (il Massachusetts Institute of Technology) di Boston che nel corso degli anni ’90 sbancarono diversi casinò di Las Vegas e Montecarlo grazie alla loro abilità nel calcolo. La storia ripresa in 21, celebre pellicola del 2008 diretta da Robert Luketic con Kevin Spacey, Kate Bosworth e Jim Sturgess, ricorda questo gruppo di intrepidi giovani matematici raccontato per la prima volta nel best seller pubblicato dal The New York Times Bringing Down the House, scritto dal saggista Ben Mezrich.

Sebbene parte della storia sia romanzata, questo gruppo di geniacci del conteggio ha davvero sfidato i croupier di mezzo mondo dando sfoggio delle loro abilità matematiche sul tavolo verde. I loro investimenti venivano decuplicati grazie ad una strategia di gruppo denominata Hi-Lo, una tecnica che prevede il conteggio delle carte (high) e basse (low) e consente di calcolare le probabilità di vincita e l’uscita di determinati valori. Un sistema per la verità brevettato da Al Francesco (dal 2002 nella Hall of Fame del blackjack del Barona casinò di San Diego in California) il pioniere del conteggio, noto ai più come “the master of blackjack” (il maestro del blackjack). Il demiurgo del nuovo sistema trovò lo spunto per la creazione del suo gruppo d’azione grazie al libro di Edward Thorp (altro pioniere del conteggio nella hall of fame del Barona) Beat the Dealer.

Dopo questa lettura illuminante il giovane Al, già professionista del Biribi (versione greca della Pinnacola), iniziò a costruire la sua squadra per battere i casinò indottrinando con le sue conoscenze matematiche i nuovi adepti e insegnando loro il Big Player Concept, un sistema che prevede l’utilizzo di “giocatori muletto” inseriti in tavoli con un basso range di puntata, chiamati a segnalare il momento propizio per far entrare un big player pronto ad investire ingenti capitali quando le carte dei mazzi favoriscono sequenze vincenti per i giocatori.

Altro genio del calcolo prestato al mondo del blackjack è Peter A. Griffin, matematico dell’università California State University di Sacramento. La sua passioni per i numeri e la preparazione di un corso per i suoi studenti dedicato proprio al calcolo delle probabilità, lo portarono a cavallo tra anni ’60 e ’70 a frequentare i casinò del Nevada. Un’esperienza che portò a Griffin alcune perdite monetarie ma anche la consapevolezza di doversi dedicare ancora più intensamente allo studio. Da questo approccio scientifico con il mondo delle sale da gioco nacque “Theory of Blackjack: The Complete Card Counter’s Guide to the Casino Game of 21” da molti considerata a tutt’oggi come la bibbia per il conteggio delle carte ed un approccio tecnico alla disciplina del blackjack.

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