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Da Bologna a Stalino: il filmato inedito della guerra

Da Bologna a Stalino: il filmato inedito della guerra

Da Bologna a Stalino: un film inedito di un viaggio in treno attraverso la guerra. Le riprese della spedizione in Russia furono fatte dal sottotenente Enrico Chierici

Da Bologna a Stalino: il filmato inedito della guerra

Un filmato inedito in 9,5mm sulla spedizione in Russia, un convoglio che parte da Bologna il 9 giugno del 1942 e attraversa tutta l’Europa: gli scenari dell’invasione, i luoghi che il convoglio attraversa, portano i segni della distruzione, ma quello scenario di guerra è ritratto anche e soprattutto nei volti e negli sguardi di soldati, prigionieri e deportati finiti sotto l’occhio della cinepresa. Trasmesso online su piattaforma MyMovies “Da Bologna a Stalino”, pellicola proveniente dal Fondo Fratelli Chierici e conservata da Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia di Bologna: una proiezione che rientra nel programma di Archivio Aperto, la manifestazione che Home Movies dedica ogni anno alla riscoperta e valorizzazione del patrimonio cinematografico privato e sperimentale.

L’AUTORE È UN SOLDATO DEL GENIO FOTOGRAFI

L’autore del film, realizzato per la 3° Sezione Fotografi – Comando 8° Armata, è il sottotenente Enrico Chierici (1914-2001), fotografo e cineamatore genovese che nell’esercito italiano prestò servizio presso il Genio Fotografi. Le immagini documentano le tappe del viaggio di 15 giorni, per una distanza di 3.500 km, da Bologna a Stalino e infine a Makejenka, in Ucraina, attraverso varie regioni e località in Austria, Germania, Polonia, Bielorussia e Ucraina.

PAESAGGI E SCENE DI VITA MILITARE

Le riprese del paesaggio e delle stazioni si alternano con scene di vita militare. La cinepresa indugia sui giovani prigionieri adibiti ai lavori nelle stazioni, prima di documentare l’ingresso del convoglio nella stazione di Brest-Litovsk, in Bielorussia, il 13 giugno, e l’attraversamento del fiume Bug. Durante una sosta sono riprese squadre di ragazze che lavorano lungo i binari. A Stolpce si cominciano a vedere i primi segni tragici della guerra, che seguiranno per tutto il resto del percorso, inquadratura dopo inquadratura. Il convoglio attraversa la stazione di Niegoraloje, nei pressi di Minsk, completamente distrutta. Poi le immagini dei resti di due treni, uno tedesco e l’altro russo, che saltando in aria hanno raso al suolo la stazione. Seguono inquadrature del barbiere della stazione al lavoro durante una sosta e dell’autocarro laboratorio fotografico. Il viaggio prosegue e gli scenari mutano: la campagna e i villaggi prima di Bobruisk, dove si giunge il 14 giugno. Qui un treno carico di deportati ebrei russi, uomini, donne e bambini è fermo alla stazione: Chierici li filma. Sono attraversati i fiumi Beresina e Druc: dappertutto i resti di carri ferroviari sparsi per i campi. Ancora ponti, sia stradali che ferroviari abbattuti dai russi durante il ripiegamento sul fiume Dnepr, in prossimità della città di Shlobin. Il convoglio entra nella stazione di Gomel, al confine con l’Ucraina, il 14 giugno, mentre la cinepresa riprende due aerei che sorvolano il campo di aviazione. Si passa la zona industriale: ancora carri ferroviari carichi di rottami di treni.

IL FINALE È GIRATO IN UCRAINA

L’ultima parte del film Da Bologna a Stalino è girata in Ucraina: il convoglio attraversa la stazione di Merefa, a sud di Charkov, il 16 giugno, e arriva nell’area industriale di Dnepropetrovsk, il 20 giugno. Sono riprese prima le fabbriche, gli impianti industriali, i silos e i mulini per il grano, poi il mercato e la campagna circostante. Il viaggio proseguirà ancora fino a Stalino e a Makejenka dove il convoglio giunge il 22 giugno alle 20.

Dal 2002 l’Archivio Home Movies raccoglie, cura, cataloga, valorizza il patrimonio audiovisivo per conservare quell’affascinante bacino di memoria in pellicola che sono i film privati (9,5mm Pathé Baby, 16mm, 8mm, Super 8) custodi di un inconsapevole quanto prezioso valore documentaristico, cui si aggiungono film sperimentali, film industriali e i più recenti video in formato analogico. Archivio Aperto, spiega la Dire (www.dire.it), è l’appuntamento annuale dedicato alla valorizzazione del patrimonio che conserva e alle variegate produzioni storiche e artistiche del cinema privato e indipendente.

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