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Impianti sciistici chiusi: appello delle regioni a Conte

Impianti sciistici chiusi, la montagna è in crisi e le regioni lanciano un appello al governo Conte per rivedere le misure del Dpcm

Impianti sciistici chiusi, la montagna è in crisi e le regioni lanciano un appello al governo Conte per rivedere le misure del Dpcm

È polemica sulla chiusura degli impianti sciistici. Dopo l’annuncio di Palazzo Chigi, dove è al vaglio un’iniziativa “per prevenire le vacanze sulla neve“, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome invia al Governo una proposta di linee guida per un’eventuale riapertura delle piste. Lo annuncia il Vicepresidente Giovanni Toti, spiegando che si tratta di “un contributo propositivo per non compromettere la stagione sciistica e per non creare un danno irreversibile all’economia della montagna dei nostri territori”. “L’auspicio – prosegue il governatore della Liguria – è che, come accaduto in precedenza, il Governo voglia condividere con le Regioni i necessari approfondimenti sul piano della collaborazione istituzionale nell’interesse dei cittadini, del tessuto socioeconomico del Paese, nel rispetto delle necessarie regole di prevenzione”.

L’APPELLO DELLE REGIONI: IL GOVERNO RIVEDA LA SCELTA

Il documento mette infatti nero su bianco tutte le misure di prevenzione del contagio da covid da mettere in campo per l’utilizzo in sicurezza degli impianti di risalita all’interno di stazioni, aree e comprensori sciistici nella stagione invernale. Alla luce, tuttavia, delle notizie riguardanti le misure che il Governo intende adottare nel prossimo dpcm, secondo le quali si esclude la possibilità di aprire gli impianti a fune per le festività natalizie, gli assessori delle regioni alpine chiedono al Governo di rivedere questa scelta che “metterebbe in crisi un intero sistema dal notevole indotto economico, lavorativo e sociale per l’intero Paese”.

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Con un comunicato stampa congiunto a firma di Martina Cambiaghi (assessore allo Sport e Giovani della Regione Lombardia), Daniel Alfreider (vicepresidente della Provincia Autonoma di Bolzano), Luigi Giovanni Bertschy (vicepresidente della Regione Val d’Aosta), Sergio Bini (assessore al Turismo della Regione Friuli Venezia Giulia), Federico Caner (assessore al Turismo della Regione Veneto), Roberto Failoni (assessore al Turismo della Provincia Autonoma di Trento) e Fabrizio Ricca (assessore allo Sport della Regione Piemonte), le regioni dell’arco alpino chiedono a Palazzo Chigi di riflettere sull’eventuale decisione.

PREMIARE LO SFORZO PER L’ADEGUAMENTO DEGLI IMPIANTI  SCIISTICI

“Siamo tutti ben coscienti delle difficoltà del momento- evidenziano gli assessori agli impianti a fune delle regioni alpine- ma vogliamo e dobbiamo guardare al futuro con atteggiamento positivo, consapevoli soprattutto dell‘importanza che l’industria dello sci ricopre per l’economia italiana”, ecco perché “grazie all’approvazione delle linee guida per gli impianti sciistici potremo garantire un avvio in sicurezza della stagione invernale”. Del resto, come spiegano gli amministratori locali, “sono molte le realtà imprenditoriali legate alla stagione bianca (tra cui scuole di sci, noleggi, aziende di trasporto, hotel e ospitalità in genere, ecc.) che aspettano risposte per programmare la stagione invernale, partecipando in maniera corale al grande lavoro di preparazione e messa a punto degli standard di sicurezza per sciatori e addetti”. In virtù di questo, “anche per incoraggiare chi è impegnato in questo sforzo, oltre che per sollecitare il Governo, le Regioni dell’arco alpino intendono dare un segnale concreto all’intero sistema economico condividendo la necessità di darsi una data comune per l’avvio della stagione bianca, tenuto conto del quadro sanitario che andrà a delinearsi nelle prossime settimane”.

Tutto con l’assicurazione che la stagione sciistica sarà caratterizzata da una massima attenzione alla sicurezza. “Le società impianti sono fortemente impegnate nel mettere in campo tutte le misure necessarie a evitare il più possibile situazioni di rischio, prediligendo strumenti contactless facilitati dalle nuove tecnologie”, fanno sapere dai territori coinvolti, mentre un altro fronte sul quale il sistema si sta impegnando “è quello di ampliare le possibilità di acquisto di skipass e stagionali on line” senza passare da casse e uffici skipass, grazie anche alla collaborazione con le strutture ricettive.

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TOTI: “SUICIDIO PER LA MONTAGNA VENETA”

In ogni caso, conclude Toti come riferisce la Dire (www.dire.it), servirebbe “un coordinamento europeo, perché chiudere Cortina o Arabba e poi pensare che a Kitzbuhel o a Sankt Moritz si scia sarebbe difficile, visto che siamo nello stesso bacino epidemiologico”. E per la montagna veneta “una stagione senza sci con gli altri che sciano sarebbe un suicidio“.

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